Lugano, 16 settembre, ore 18.30 e 20.30 (ingresso libero con prenotazione obbligatoria)
NUOVE MUSICHE PER IL LAC
Vox Àltera Ensemble
Edith Salmen, Luciano Zampar, Luca Bruno percussioni
Roberto Albin voce recitante
Massimiliano Pascucci direttore
Giulia Genini flauto dolce

Francesco Hoch
Dadarp, per quattro voci prima esecuzione assoluta

Piume di senso, per flauto dolce

Il pendolo delle passioni, per voce recitante, sei voci e tre percussioni
prima esecuzione assoluta,
una commissione di LuganoMusica
testo e musica di Francesco Hoch

La breve rassegna primaverile del Lugano Festival è solo un lontano ricordo. Al suo posto, ormai stabilmente, c’è, da settembre a giugno, un’affermata stagione di concerti, che l’anno prossimo sarà arricchita perfino dall’allestimento di un’opera. Si tratta di LuganoMusica (www.luganomusica.ch), che giunge al suo terzo anno, sempre sotto la guida artistica di Etienne Reymond e sempre nella “casa” del LAC, il moderno centro polifunzionale Lugano Arte e Cultura.

Bernard Haitink

Il carattere di fondo di questa stagione ticinese risalta con particolare evidenza dalla peculiarità della sua inaugurazione, che Reymond, parlando con www.wanderersite.com, definisce, con piena ragione, « un gesto molto forte » : il 16 settembre prossimo, a ingresso gratuito, nella Hall del LAC, il Vox Altera Ensemble diretto da Massimiliano Pascucci eseguirà un concerto interamente dedicato al compositore luganese vivente Francesco Hoch, da Il pendolo delle passioni, una commissione di LuganoMusica, a Dadarp, un’altra prima assoluta. Sarà solo il primo dei concerti dedicati alla musica contemporanea : accantonata la scelta del compositore in residence, Reymond ha deciso di puntare sulle commissioni plurime.

Jörg Widmann

Saranno così protagonisti anche il compositore tedesco Jörg Widmann e l’italiano Fabio Vacchi. Del primo si ascolteranno Idillio e abisso. Sei reminiscenze schubertiane (26 ottobre, pianista Leif Ove Andsnes) e, in prima svizzera, il 26 gennaio 2018, il Quintetto per clarinetto e archi commissionato fra gli altri da LuganoMusica, eseguito dall’Hagen Quartett e dall’autore stesso ; del secondo, nel recital pianistico di Andrea Lucchesini (6 febbraio 2018), una Toccata, anch’essa commissionata da LuganoMusica, e un impaginato di Post a Scarlatti alternati a Sonate dello stesso Domenico Scarlatti. Un programma, questo, « che ho lasciato comporre liberamente ai due musicisti », racconta Reymond, sempre alla ricerca di imprimere il sigillo della varietà alla sua stagione, « alla quale quest’anno ho voluto dare un tocco decisamente contemporaneo. E si andrà avanti così ».

La Storia, d’altro canto, vuole la sua parte. E giustamente. Sottolinea Reymond : « A Lugano c’è sempre stata una vita musicale di livello internazionale. Grazie ai recital del Kursaal e, anche, all’orchestra della Radio della Svizzera Italiana, ho potuto lavorare su una “base” importante ». Tradotto in concreto, significa questo : che l’attenzione alla musica contemporanea è solo una delle tre “gambe” di LuganoMusica. Le altre due sono, da un lato, i recital solistici e i grandi concerti sinfonici (nella Sala Teatro tutta in legno di pero, 1000 posti), e dall’altro (nel più raccolto TeatroStudio) le proposte più particolari, dai concerti di musica elettronica, folk o etnica, al palcoscenico offerto a giovani e giovanissimi talenti.

Vladimir Jurowski

Per quanto riguarda concerti e recital, gli artisti chiamati a Lugano sono di livello assoluto. Debutteranno al LAC Riccardo Chailly e la Filarmonica della Scala (18 settembre), Maria João Pires a quattro mani con l’allievo Milos Popovic (4 ottobre), l’Hagen Quartett (25 gennaio), e inoltre direttori come David Zinman, Mariss Jansons, Vladimir Jurowskij, Philippe Jordan  e Andres Orozco-Estrada. Torneranno invece graditissimi ospiti, come si dice, Bernard Haitink con l’orchestra Mozart (l’1 e il 4 aprile), Charles Dutoit con la Royal Philharmonic Orchestra (18 maggio), i giganti del pianoforte Murray Perahia (6 giugno) e Radu Lupu (5 dicembre e 18 maggio). Tra i solisti ci saranno inoltre i violinisti David Garrett, Ray Chen e Julian Rachlin, i pianisti Yefim Bronfman, Itamar Golan, Rudolph Buchbinder, i violoncellisti Gautier Capuçon e Truls Mørk. Tra le orchestre, la London Philharmonic, la Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks, i Wiener Symphoniker, l’Orchestra della Radio di Francoforte, l’Accademia Bizantina con Ottavio Dantone e ovviamente l’Orchestra della Svizzera Italiana, che con il LAC ha un rapporto speciale (due concerti : il 9 novembre, direttore Markus Poschner, soprano Maria Bengtsson, in un programma di arie mozartiane e Quarta di Mahler ; e il 30 maggio, sul podio Zinman).

Maria João Pires

Chiudono il quadro, assai sinteticamente, altre perle sparse. Alcune si collocano nell’ambito delle avanguardie storiche (Reymond avvisa : « Non mi interessa tanto lo stile della musica, quando penso alla contemporanea, ma alla sua qualità »): il pianista Roger Muraro suona e illustra al pubblico un lavoro lasciato incompleto da Olivier Messiaen, rarità assoluta e recente riscoperta, Fauvettes de l’Hérault-concert des garrigues (10 e 11 novembre), il soprano Luisa Castellani fa lo stesso con la Sequenza n. 2 di Luciano Berio (19 gennaio); un concerto dedicato al cantautore ticinese Marco Zappa (17 novembre) e uno al sitar indiano (18 novembre); i sei concerti della serie EAR-Electro Acoustic Room e quelli della serie Early Night Modern, in cui Shostakovich, Sibelius, Mahler, Beethoven, Stravinsky e Richard Strauss vengono presentati in versione “reloaded”, reinterpretati con percussioni, elettronica, strumenti etnici…

Vien da dire che mancherebbe solo l’opera, in tanta varietà. Ma la notizia è che arriverà l’anno prossimo. Reymond, svizzero di Losanna, classe 1960, ha un lontano passato professionale come maestro collaboratore alla Scala, dove lavorò nel pieno degli anni Ottanta, durante la fase di passaggio dall’era Abbado all’era Muti. Da allora si porta dietro un bagaglio personale di passione e di competenza per il teatro musicale. « Al LAC abbiamo già ospitato una Bohème in forma di concerto, l’anno scorso, con i complessi del Regio di Torino », ci racconta, « ora ho un altro progetto : la prima vera produzione operistica interamente luganese, che sarà allestita nella Sala Teatro. Accadrà nella stagione 2018–2019. Di cosa si tratta ? Mi si consenta di tenere il segreto ancora per un po’».

Etienne Reymond

 

Sergio Rizza
Sergio Rizza, milanese, 48 anni, giornalista professionista, è caposervizio del quotidiano free press "Metro", dove lavora dal 2000. Ha seguito e segue, oltre ai maggiori fatti di cronaca e politica, le stagioni di musica concertistica e operistica di Milano e della Lombardia.

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1 COMMENTAIRE

  1. Grazie a Wanderersite l'estate scorsa ho scoperto due interessanti festival che non conoscevo. Ora questo articolo mi regala una nuova meta per settembre. Grazie, siete bravissimi !

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