Gioachino Rossini (1792–1868)
Il barbiere di Siviglia (1816)
Dramma giocoso in due atti
Libretto di Cesare Sterbini dalla commedia Le barbier de Séville di Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais
Prima assoluta il 20 febbraio 1816 al Teatro di Torre Argentina, Roma

Direttore Alessandro Bonato
Regia Daniele Menghini

Scene Davide Signorini
Costumi Nika Campisi
Luci Simone de Angelis
Video Stefano Teodori
Assistente alla regia Martin Verdross
Assistente ai movimenti scenici Livia Bartolucci

Il Conte d’Almaviva Ruzil Gatin
Bartolo Roberto de Candia
Rosina Serena Malfi
Figaro Alessandro Luongo
Basilio Andrea Concetti
Berta Fiammetta Tofoni
Fiorello William Corrò
Ambrogio Mauro Milone

Coro lirico Marchigiano “Vincenzo Bellini”
Maestro del coro Martino Faggiani

FORM – Orchestra Filarmonica Marchigiana

Nuovo allestimento dell’Associazione Arena Sferisterio

Macerata, Arena Sferisterio, il 12 agosto 2022, ore 21

Lo Sferisterio di Macerata mette in scena Il Barbiere di Siviglia che mancava da quasi trent'anni. Lo spettacolo che è il risultato di un bando del 2020 per regia, scene e costumi rivolto ad artisti under 35, il cui presidente di giuria era il compianto Graham Vick, a cui la produzione è dedicata.

L’ambientazione è contemporanea : quale miglior paradigma dell’oggi di uno studio di produzioni televisive, luogo che nell’immaginario collettivo mostra davvero chi siamo e dove, in questo caso, si realizzano diversi format : F*cktorum (di cui è protagonista Figaro, che fa incontrare e innamorare coppie nel suo salone di parrucchieria), Calunnia (di cui è protagonista Basilio, che invece provoca la separazione di coppie di innamorati – viene in mente lo splendido film francese “Il truffacuori”) e L’inutil precauzione (una soap opera di cui è protagonista la diva Rosina in costume settecentesco ma non filologico, anzi decisamente pop e shocking), collegati dall’arrivo negli studi televisivi di un giovane politico che vuol corteggiare l’attrice Rosina con la complicità di Figaro e nonostante le resistenze dell’agente – patrigno Bartolo.

Lo spettacolo risulta molto divertente, le controscene sono apertamente comiche (innumerevoli le trovate e le invenzioni) e le vicende dei protagonisti esilaranti, sempre rispettando i caratteri dei singoli e le loro interazioni in scena, anzi forse approfondendo i caratteri e svelando nuove e possibili dinamiche interpersonali, merito dell’intelligente regia di Daniele Menghini, delle perfette scene di Davide Signorini, dei giusti costumi di Nika Campisi, delle strepitose luci di Simone de Angelis e dei video di Stefano Teodori. Non manca la Spagna del libretto e i richiami a Siviglia e ai luoghi citati sono sfruttati con intelligenza e arguzia, come ad esempio il muovere la mantellina da barbiere come una muleta, più citazione divertente che richiamo vero e proprio.

Alessandro Bonato è giovane e ha mano sicura alla guida dell’Orchestra filarmonica marchigiana, pur non riuscendo perfettamente a rendere la sulfureità della partitura, a cominciare da una ouverture lenta, morbida e un poco povera di dettagli e colori, oltre che dell’atteso crescendo, continuando in tal modo fino alla fine (sicuramente gli spazi aperti non giovano a Rossini, nonostante la perfetta acustica dello Sferisterio).

Di Ruzil Gatin si sono apprezzati la freschezza giovanile e l’adesione attoriale al Conte pensato dal regista, seppure, nonostante la correttezza delle note, gli sia mancata una piena partecipazione emotiva e sentimentale al ruolo, per cui il canto elegiaco e quello di agilità non brillano appieno. Un plauso a Roberto de Candia (a nostro avviso il migliore in scena) per doti di accento e dizione, oltre che per la capacità di giocare con parole e variazioni da autentico cantante-attore ; inoltre l’aver fatto di Bartolo un personaggio giovane e scattante e per certi versi astuto, così lontano dal cliché del vecchio tutore, giova allo sviluppo drammaturgico.

Serena Malfi è una Rosina ideale per timbro e fisicità, ha voce brunita e un registro centrale sontuoso adatto a screziare di sensualità il personaggio (qui peraltro declinato particolarmente su capricci e bizze da divetta televisiva), anche se le agilità sono risultate non scolpite e non brillanti per cui le colorature hanno poco mordente ; tuttavia il soprano ha particolarmente curato la caratterizzazione psicologica del personaggio, convincendo il pubblico : diva che subisce le angherie di Bartolo, affascinata dal Conte ma smaliziata sui meccanismi della televisione e della vita reale, Rosina finisce per gabbare tutti e, da gran furba, finalmente libera dalla falsa e limitante realtà televisiva, a scappare via fuori dallo Sferisterio nel finale (“show who you are” si legge in una scritta nel suo camerino, realizzato con pareti di vetro e posto in alto sul palcoscenico, come una scatola).

Alessandro Luongo è un Figaro di cui si apprezza la morbidezza timbrica e un canto pulito estraneo a ogni gigioneria : l’emissione è vellutata e controllata, gli acuti facili e timbrati, il fraseggio eccellente (particolarmente riuscita l’aria “All’idea di quel metallo”); il suo barbiere è, nelle intenzioni registiche di strutturare lo spettacolo con più comprimari, fin troppo educato per risultare dirompente e assurgere a  vero protagonista e motore dell’azione. Andrea Concetti, che festeggia allo Sferisterio trent’anni di carriera (iniziati proprio con Rossini sul palcoscenico di Macerata), forte di una presenza scenica carismatica, è un Basilio di notevole appeal sul pubblico. A completare adeguatamente il cast Fiammetta Tofoni (Berta), William Corrò (Fiorello) e Mauro Milone (Ambrogio), con il Coro lirico marchigiano ottimamente preparato da Martino Faggiani.

Molti applausi a scena aperta e un trionfo per tutti nel finale : il Barbiere di Siviglia era particolarmente atteso a Macerata, dove mancava da quasi trent’anni.

 

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Francesco Rapaccioni
Giornalista pubblicista dal 1996, segue con grande passione il teatro in genere e prosa e lirica in particolare, recensendo spettacoli e concerti sia in Italia che all'estero per testate nazionali e locali. Da anni conduce trasmissioni radiofoniche culturali su circuiti nazionali e regionali. Legge e viaggia in modo compulsivo e, al tempo stesso, dirige un piccolo teatro a San Severino Marche, in provincia di Macerata. Dopo alcuni anni negli Stati Uniti, vive oggi stabilimente in Italia, nelle Marche, dove si occupa anche di promozione culturale e turistica del territorio. Ma sempre con uno sguardo attento e curioso a ciò che accade nel mondo.

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