Proprio come se fossimo all'inizio di una nuova era, o anche solo a un tornante decisivo per la forma-Recital, che dovrebbe forse ripensare il rapporto con un pubblico frastornato da troppi stimoli inutili e sempre meno capace di capire la musica in profondità, la conferenza-concerto di Piero Rattalino (testi) e Ilia Kim (pianoforte) per la 99° Stagione della Filarmonica Laudamo di Messina ha provato a reinventare per una sera il Recital come un percorso guidato al senso musicale, deautomatizzando un rito che esercita ancora un fascino assoluto sui pochi, ma sta perdendo la capacità di far presa sui molti. L'entusiasmo con cui il pubblico ha seguito prima la narrazione e poi la traduzione pianistica farebbe pensare che questa formula funzioni a dovere. Raccontare la musica prima di suonarla, e soprattutto farla ascoltare al pubblico dopo che si è preventivamente spiegato cosa cercare e come accedere al tesoro del suo significato, non è soltanto una proposta accattivante per una serata musicale : è un esplicito progetto per rimettere in contatto mondi che, senza avvedersene, si stanno inesorabilmente separando. Se infatti all'inizio della gloriosa parabola della musica a programma ottocentesca Berlioz e ancora prima il suo maestro Lesueur sentivano il bisogno di fornire al pubblico dei foglietti esplicativi per incanalare l'aspettativa di senso nel giusto alveo, potrebbe essere arrivato il momento per le esibizioni concertistiche – questa parrebbe la tesi di Piero Rattalino e Ilia Kim – di rivitalizzare e intensificare il piacere dell'ascolto con una guida capace di indicare le figure utilizzate dal compositore per tradurre altrettanti snodi di significato, illuminando il discorso della musica come un “racconto” con i suoi personaggi, le situazioni topiche, i colpi di scena, le agnizioni, il bricolage mitico.
“Amore e Morte nella poetica di Liszt” è la traccia di partenza per un viaggio nel topos forse più frequentato della cultura occidentale, le cui stazioni vengono prima richiamate da Rattalino – consentendo al pubblico di far riaggallare alla memoria miti notissimi come quello di Ero e Leandro (Ballata n. 2 in si minore) o quello di Faust (Mephistowalzer n. 1) o quello di Paolo e Francesca (Dopo una lettura di Dante. Fantasia quasi Sonata) o quello di Tristano e Isotta (“Morte di Isotta” dal Tristano e Isotta di Wagner) – e poi ripercorse al pianoforte da Ilia Kim con la capacità di intensificazione e assolutizzazione propria alla musica. Dunque, si parte per un'appassionante cavalcata nel mito con la guida di un affabulatore d'eccezione, Rattalino, capace di prendere per mano l'ascoltatore e portarlo a scoprire storie che conosce bene, o dovrebbe conoscere bene, con una capacità ineguagliabile di far parlare la musica riscoprendola brulicante di immagini pronte a essere colte. Il flusso della musica assoluta offerto poi al pianoforte da Ilia Kim, con un ideale consentimento rispetto alle diverse storie narrate – l'eros come attrazione, come smania sensuale, come sensualità spiritualizzata, come tragico destino –, smentisce gli assunti formalistici di un senso musicale basato essenzialmente sulla conformità grammaticale e sintattica, e sulla centralità degli effetti propriamente strumentali (ma il virtuosismo si sente e come!), portando alla luce tesori di sentimento e di verità psicologica, di dramma e di sogno, di morte e d'amore. Dal dialogo tra racconto e resa pianistica viene fuori così un Liszt in parte inedito, perché centrato sulla meditazione sentimentale e l'elaborazione di modelli di cultura piuttosto che sulla pretta pirotecnia tecnica : l'anima tormentata dell'autore del Sogno d'amore, le diverse, contraddittorie personalità che si disputano ferocemente il suo cuore, trovano voce prima che la superficie della musica si chiuda su di loro, ricomponendole in un blocco di implacabile efficacia.
Con decine di volumi sulla musica non solo pianistica, sui suoi interpreti, sui compositori, sul linguaggio della musica, sulla storia del pianoforte, Rattalino rappresenta oggi per la musica quello che giganti del passato come Mario Praz o Giovanni Macchia hanno significato per la letteratura o, meglio ancora, che Roberto Longhi – inattuale anche quando era famosissimo e potentissimo – ha rappresentato per la pittura : un “artista-eroe della sua scienza”, uno studioso legato alla sua materia ancora dall'incanto delle scoperte e dei primi entusiasmi, capace di provare in prima persona e di trasmettere a chi lo ascolta il gusto per un'avventura che ha come premio un più intenso godimento artistico. Il duo con la moglie e brillante pianista Ilia Kim dà concretezza alle visioni teoriche di Rattalino, maturate da un'esperienza probabilmente ineguagliabile, e il progetto di una nuova forma di spettacolo che rinnovi il rapporto con il pubblico intrecciando parole e musica, mito e rito, riscuote un così vivo successo grazie anche all'affiatamento culturale e artistico di questa coppia di intellettuali della musica.