Il Festival che Parma e il suo teatro dedicano a Giuseppe Verdi, dopo i recenti anni di alti e bassi, sta ormai trovando una sua stabilità e continuità. Finanziaria, per cominciare. E artistica : Anna Maria Meo, direttrice generale del Regio, ha parlato di una vera e propria « missione culturale », mesi fa. E ha annunciato la creazione di un comitato scientifico, già al lavoro, incaricato, sotto la guida del professor Francesco Izzo, di presiedere alla scelta delle edizioni critiche delle opere da rappresentare. Non solo : Parma e il Comunale di Bologna hanno stretto quest’anno un accordo per due coproduzioni. E ancora, e soprattutto : a partire dal 2018, per un triennio, la direzione musicale troverà la prestigiosissima bacchetta di Roberto Abbado.
La prossima, imminente edizione del Festival Verdi (28 settembre-22 ottobre, www.festivalverdi.it, www.teatroregioparma.it ), il cui simbolo consolidato è il ritratto a matita che di Verdi fece Renato Guttuso, si annuncia assai ricca. Anzitutto perché può presentare quattro nuovi allestimenti in tre teatri diversi : ovvero Jérusalem e Falstaff al Regio di Parma (sul podio rispettivamente Daniele Callegari e Riccardo Frizza, con cast di tutto rispetto), La traviata nella minuscola, deliziosa bomboniera del “Verdi” di Busseto (Sebastiano Rolli dirige un cast di giovani vincitori del Concorso Voci Verdiane), e Stiffelio nel ligneo, secentesco, affascinante Farnese, ancora a Parma. E poi perché quest’ultimo titolo, appartenente alla produzione più rara e misconosciuta del genio delle Roncole, avrà qui un allestimento con tutti i crismi del Grande Evento. Il regista inglese Graham Vick, infatti, non farà sedere il pubblico nelle gradinate della cavea, ma lo farà stare in piedi, a condividere lo spazio scenico con orchestrali e cantanti.
Un’idea che ricorda lo storico allestimento di Infinities di Luca Ronconi, al quale infatti Vick ha detto di essersi in parte ispirato in una recente intervista al mensile Classic Voice, e che ricorda, anche, storicamente, le platee prive di poltroncine dei teatri del Sette-Ottocento. Lo stesso programma ufficiale avvisa, raccomandando l’uso di « calzature confortevoli » (lo spettacolo dura un paio d’ore), che « il pubblico assiste all’opera in piedi, muovendosi liberamente all’interno dello spazio scenico, determinando così il proprio punto di vista e di ascolto dell’opera ». Lo scandalo, date le premesse, era assicurato. E infatti è scoppiato, immancabilmente (e preventivamente): chi non ricorda, nei mesi scorsi, l’eco sui mezzi di comunicazione delle parole di Riccardo Muti, che chiamò i loggionisti parmensi alla ribellione ? Ora non resta che vederlo, questo spettacolo, e poter finalmente giudicare a ragion veduta.
Ma il Festival Verdi del 2017 è anche molto altro. Solo per attenersi al profilo strettamente musicale, il cartellone prevede anche una Messa da Requiem (7 e 19 ottobre, al Regio), anch’essa affidata alla bacchetta esperta di Daniele Callegari, un Gala verdiano (10 ottobre, giorno del compleanno del venerato Maestro) che vedrà protagonisti al Regio Anna Pirozzi, Violeta Urmana, Roberto De Candia e John Osborn accompagnati al pianoforte da Beatrice Benzi, in una serata che sarà arricchita dagli aneddoti narrati dal professor Izzo ; e inoltre le esibizioni di Mezzogiorno in musica nei fine settimana al Teatro Farnese con i giovani talenti (7, 8, 14, 15, 21, 22 ottobre); e il concerto Verdi, virtuosismi orchestrali, omaggio ad Antonio Barezzi mecenate e suocero di Verdi (al Regio di Parma il 14 ottobre e al Verdi di Busseto il 21, con l’Orchestra dell’Opera Italiana diretta da Marco Ambrosini, musiche di Giuseppe Verdi, Ferdinando Provesi, Giacomo Mori, Germano Liberati).
“Attorno” a Verdi, invece, si svolgerà una intensa e fantasiosa programmazione collaterale : AroundVerdi, per l’appunto, con lo spettacolo dell’attrice e autrice Lella Costa (Traviata. L’intelligenza del cuore, Teatro Farnese, 11 ottobre) e il concerto di chiusura affidato alle canzoni di Raphael Gualazzi che reinterpreta l’aria del Duca di Mantova (sempre al Farnese, 18 ottobre); Verdi Young, che dedica ai più piccoli Tutto nel mondo è burla (un Falstaff raccontato col linguaggio delle clownerie) e La maledizione di Triboletto ; e soprattutto, tra Parma e Busseto, gli spettacoli gratuiti della rassegna Verdi Off, curata da Barbara Minghetti, che si propone di “infiltrare” Verdi in pillole musicali per piazze e vie, e persino nelle case private di chi sarà disposto ad ospitare un recital lirico, nei dj set, nella caccia al tesoro per i più piccoli, nell’istallazione inaugurale Brilliant Waltz dell’artista C999 e nel valzer sui trampoli del Teatro Tascabile di Bergamo (22 settembre, cortile della Pillotta). E c’è ancora altro, molto altro. Perché è un vero festival.