La 76a stagione dei Pomeriggi Musicali (22 doppi concerti da ottobre a maggio, ciascuno come sempre serale il giovedi e pomeridiano isabato) debutta al Teatro Dal Verme con slancio particolare e, pur con le limitazioni imposte dal Covid nel numero degli spettatori, va incontro alle aspettative del suo pubblico che potrà avvicendarsi con una certa larghezza su i due turni. I programmi, curati dal Direttore Artistico Maurizio Salerno, sono più che mai improntati alla varietà di autori e di generi, com’è nell’identità dell’orchestra : musica del Sette, dell’Otto e del Novecento con i capolavori più amati alternati a pagine poco eseguite, ma anche composizioni del nostro tempo e novità assolute secondo una sua radicata tradizione.
Anche la scelta degli interpreti rispecchia quella che, fin dai primi anni attività, ha animato le stagioni, puntando sul debutto di bacchette valorose ancora poco conosciute in Italia (come
Gabor Takacs-Nagy e George Pehlivanian per citare due dei più presenti) o su giovani talenti come Alessandro Cadario, che ha il titolo di Direttore Principale Ospite e come Alessandro Bonato recente scoperta.
La stagione parte con un un nuovo direttore principale, il newyorkese James Feddeck che con l’orchestra milanese ha lavorato già da alcuni anni portandovi in particolare l’esperienza maturata con importanti formazioni americane quali la Chicago e la Cleveland. Feddeck è sul podio del concerto inaugurale con un programma dedicato interamente a Beethoven, affiancato dal pianista Bertrand Chamayou con "L’Imperatore”.
E vi tornerà più volte : in novembre con il violoncellista Daniel Muller-Schott per il concerto di Saint- Saens e pagine sinfoniche di Mendelssohn, in febbraio con l’opera di Alberto Cara “Wedding and Funeral Marching Band” e con la terza Sinfonia di Schubert a racchiudere un concerto pianistico di Chopin interpretato da Viviana Lasaracina ; in marzo con Nicholas Angelich al pianoforte ancora con Mendelssohn e Beethoven, poi con la prima assoluta di “Sinfonia”, commissionata a Marco Tutino da I Pomeriggi e accostata a una Serenata di Brahms.
Molto ampia è poi l’apertura alla fantasia e all’improvvisazione dei solisti che si cimentano con successo anche sul podio : come il violinista Stefano Montanari oggi affermato a livello internazionale su entrambi i versanti, i suoi celebri colleghi Sergey Krilov e Pavel Berman, il sassofonista Federico Mondelci, il pianista Louis Lortie, il primo clarinetto de I Pomeriggi Marco Giani.
Stefano Montanari è protagonista del secondo concerto di ottobre, con la “Musica per i reali fuochi d’artificio” di Haendel e la “Haffner” di Mozart.
La continuità con la tradizione non ha impedito all’orchestra di evolversi nel tempo, come sottolinea il Maestro Aldo Ceccato, direttore emerito dei Pomeriggi che aveva iniziato a frequentare nel 1963 per diventarne più tardi il Direttore Principale -“Avevo trovato un’orchestra da camera ideale per equilibrio, affiatamento, versatilità. Un’orchestra che non a caso era stata diretta da maestri quali Gavazzeni e Sonzogno. “Durante la mia direzione stabile volli ampliarla per arricchirne il repertorio : abbiamo fatto un appassionato e lungo lavoro e credo che siamo riusciti nell’intento”.
Nata nel 1945, nel fervore della ricostruzione dopo la guerra, l’Orchestra dei Pomeriggi ha contribuito divulgare la musica del Novecento censurata durante la dittatura fascista e a lanciare tanti futuri grandi musicisti, da Bernstein ad Abbado fino a Chailly e Gatti e molti molti altri tempi più vicini a noi. Missione che continua tuttora con successo. “Il percorso avviato dalla nostra gestione”, sottolinea il Direttore Generale ed Artistico Maurizio Salerno,”continua con la rinnovata fiducia in Alessandro Cadario e con l’arrivo di James Feddeck che porta all’orchestra la sua preziosa cifra stilistica”.