Decima edizione, quest’anno ; che si è snodata in un turbine di circa settanta appuntamenti, nei luoghi più suggestivi e attraenti di Lucca : teatri, palazzi, musei, oratori, chiese. Il tutto concentrato nell’arco di cinque giorni, a fine aprile, con un calendario di eventi dalla mattina alla sera. Eventi spesso concomitanti, perché poi la platea di pubblico si è dimostrata ampia e variegata : dall’appassionato al neofita, dal giovane all’adulto, dall’amante della cultura al semplicemente curioso.
Il festival Lucca Classica ha marcato quest’anno diverse ricorrenze : il proprio decennale, i sessant’anni dell’Associazione Musicale Lucchese che ha creato il festival stesso, per non dire della ricorrenza maggiore, il centenario della nascita di Giacomo Puccini, illustre figlio di questa storica cittadina. E proprio a Puccini è stata dedicato uno spazio speciale, grazie alla sinergia con il Centro Studi Giacomo Puccini.
Ecco quindi, nel programma di quest’anno, l’esecuzione dei suoi lavori per quartetto d’archi, delle pagine per pianoforte, delle sue liriche, con anche un itinerario di visite nelle sue dimore, e un’escursione nelle musiche del suo tempo. Si è inoltre reso omaggio, eseguendo loro composizioni, ai quattro antenati musicisti di Puccini – Giacomo senior, Antonio, Domenico, Michele morto nel 1864 – esponenti della dinastia musicale più importante nella vita lucchese, attiva già da metà Settecento. Momento centrale è stato poi il Convegno indetto dall’Associazione Nazionale Critici Musicali, che ha promosso interessanti contributi e studi.
Il programma dei concerti è stato animato da illustri artisti e ensemble : citiamo soltanto, tra i molti, Maurizio Baglini con la trascrizione per pianoforte di Franz Liszt della Sinfonia n.° 9 in di Beethoven, e poi in duo con la violoncellista Silvia Chiesa ; il Quartetto della Scala ; il violoncellista Giovanni Sollima, insieme al violinista Federico Guglielmo e all’ensemble Il Pomo d’Oro, in un inedito viaggio musicale, Al-Bunduqiyya, che riprende il nome della città di Venezia, quale luogo di convivenza di comunità e culture diverse, provenienti dal Mediterraneo, dal Nord, dal Levante. E ancora, merita di essere ricordato il concerto 1964–2024, sessant’anni di nuova musica a Lucca, col Gruppo Maderna diretto da Remo Pieri, programma questo che ha ripercorso la storia dell’impegno dell’Associazione Musicale Lucchese nella promozione della musica contemporanea. Importante è stata anche la diffusa, attiva partecipazione di studenti del Conservatorio Luigi Boccherini in concerti a loro dedicati, di cori e orchestre giovanili, di bande. Non è mancata l’attenzione alla musica d’oggi – con omaggi a Nono e Schönberg per i rispettivi centenari (Nono 100 e Schönberg 150), e il Premio Lucca Classica attribuito a Nuria Schönberg-Nono – al rapporto tra musica e scienza, all’interesse che lo stesso Puccini nutriva per le arti visive del suo tempo.
Va perciò sottolineato che Lucca Classica, in questi dieci anni, è riuscita nell’intento di imporre un impulso nuovo alla diffusione della musica classica nella cittadina toscana, alzando il livello culturale del territorio, con un sensibile ritorno in termini di qualità della vita sociale.
Nella serata del giorno inaugurale, in un Teatro del Giglio gremito e attento, la scena è stata riempita dal concerto dei King’s Singers. Il celebre complesso britannico di polifonisti che cantano a cappella, com’è sua abitudine ha proposto una locandina divisa in due parti : dapprima una carrellata di autori rinascimentali, ma anche novecenteschi, e a seguire una libera scelta, in Close-Harmony, di musiche contemporanee di vario genere, adattate allo stile polifonico del gruppo, secondo l’idea-guida della loro vocazione artistica : quella dell’impiego più disinvolto e più appropriato possibile della voce umana. Dal lontano 1968, quando i primi esecutori diedero vita alla formazione, nata in seno al King’s College di Cambridge, sono ormai ventotto i cantori che, in oltre cinquant’anni e sempre con innesti graduali e calibrati, si sono succeduti nel far parte dell’ensemble, sino alla formazione attuale. E la loro storia ha consolidato, grazie all’eccezionale bravura, un repertorio assai vasto e differenziato, che dalla familiarità con il mondo rinascimentale li impegna in una costante committenza a compositori del nostro tempo, com’è avvenuto ad esempio con György Ligeti. Il compositore ungherese scrisse, su esplicita richiesta dell’ensemble, i Nonsense Madrigals ispirandosi ad Alice nel paese delle meraviglie, grazie al patrocinio del Barlow Endowment presso la Brigham Young University ; e la prima esecuzione avvenne nel Festival di Berlino del 1988. Grande successo, e vari bis, hanno suggellato questa serata di apertura.