Le istituzioni coinvolte, oltre la IUC che fa da motore, si chiamano Università di Roma Sapienza, Radio Vaticana, Istituto Sistema delle Biblioteche di Roma, Teatro di Roma, Conservatorio di Roma Santa Cecilia. Tra l’altro, all’avvio del progetto, la IUC non si era lasciata sfuggire la presentazione del libro Madrigale senza suono, di Andrea Tarabbia, edito da Bollati Boringhieri, che ha vinto l’ultimo Premio Campiello : un romanzo fantasiosamente intessuto sulla figura di Carlo Gesualdo, e sull’interesse per lui coltivato nel Novecento da Igor Stravinskij, che al grande madrigalista dedicò una propria composizione. Questo secondo concerto ha offerto l’esecuzione del Libro Quarto de’ Madrigali, seconda frazione dell’itinerario, dopo la silloge dei primi tre libri proposti in autunno. Poi, Les Arts Florissants tornerà alla IUC nel febbraio 2021, con due serate ravvicinate, l’una per il Quinto e l’altra per il Sesto Libro.
Principe di Venosa – dov’era nato, nei pressi di Potenza in Basilicata – e rampollo dell’aristocratica famiglia dei Gesualdo, nobili di origine aragonese molto in vista a Napoli nel secondo Cinquecento, Carlo Gesualdo è iscritto nella storia della musica come uno dei massimi madrigalisti del Rinascimento. Forma-simbolo della polifonia cinquecentesca, il madrigale contrassegna la musica profana dell’intero secolo, sconfinando all’inizio del successivo, mediante i fastosi contributi di più generazioni di musicisti. L’intonazione è solo vocale, e con un solo interprete per ciascuna parte, senza presenza di strumenti, che appariranno soltanto a inizio Seicento. Suo segno distintivo è l’intima fusione fra parola e suono, fra musica e poesia, nella ricerca della resa espressiva in note, motivi, disegni sonori – quasi una trasposizione visiva – dei significati testuali. E la poesia è spesso tratta dalla più alta letteratura del tempo.
Eccellente compositore di polifonia, musica vocale a più parti, tanto profana quanto sacra, dunque Gesualdo opera all’apogeo della vita del madrigale, che dopo di lui e Claudio Monteverdi, nel secolo XVII lascerà spazio ad altre forme compositive. Ed è un radicale innovatore del linguaggio madrigalesco, che nelle sue mani diventa materia di ardite sperimentazioni armoniche, di dissonanze dal sapore a volte tagliente, e intensamente espressive. Tanto che il testo poetico è piegato e subordinato all’innovativa creazione musicale.
Un gusto precorritore e singolarmente moderno, che per noi oggi evoca atmosfere tipiche dell’Espressionismo di primo Novecento. Sotto quest’aspetto, dunque, il linguaggio di Carlo Gesualdo è una climax, una vetta, l’approdo terminale della vicenda madrigalesca, da lui sospinta verso la fine, il punto di non ritorno. Non per niente, la polifonia madrigalesca era coltivata in ambienti socialmente altolocati, in ceti aristocratici, e da lì via via in cerchie culturalmente evolute, ed esigenti nelle pratiche d’intrattenimento. Una progressiva propagazione che permetteva ad amatori raffinati di eseguire direttamente questo repertorio, godendone in prima persona le squisitezze. Soltanto più tardi prenderà piede la consuetudine di ascoltare cantanti professionisti, o virtuosi di elevate qualità, al servizio di corti munifiche e amanti del bello.
Il secondo programma di Les Arts Florissants è stato introdotto da una scelta di madrigali di illustri compositori del secondo Cinquecento (Lasso, Vicentino, Marenzio, Luzzaschi, Monteverdi), che Gesualdo conobbe di persona, o indirettamente dopo il suo trasferimento a Ferrara, nel 1594, presso la corte degli Este. Un preambolo raffinato al Libro Quarto de’ Madrigali del 1596, che ha poi dispiegato le singolari suggestioni concepite dal principe napoletano. Suggestioni corroborate proprio dalla frequentazione dell’ambiente musicale ferrarese, e in particolare di Luzzasco Luzzaschi. E da qui lievita e prende quota il caleidoscopio di idee che Gesualdo dispiega nell’itinerario di questo Libro Quarto. Itinerario avviato dal madrigale Luci serene e chiare, iridescente nel disegno introduttivo, che poi lascia spazio a incisivi madrigalismi, da figurazioni concitate su parole particolari, a intrepide soluzioni cromatiche su temerarie antitesi poetiche. Così di seguito, per ogni pezzo dell’intero libro, in un’esecuzione palpitante di accenti, emozioni, magnetismi, resi mirabilmente dalle voci poetiche e infallibili di Les Arts Florissants. I lunghi applausi di un pubblico attentissimo e compiaciuto hanno degnamente incorniciato la nuova tappa di questo percorso del Gesualdo Project.