La Fondazione Festival di Ravello sta attraversando giorni un po’ agitati a seguito delle dimissioni del suo Presidente e dello strascico di polemiche che ne è seguito. Però i preparativi del festival proseguono a gonfie vele e il 1° luglio la sessantanovesima edizione del Ravello Festival si inaugurerà regolarmente secondo il programma preparato dal direttore artistico Alessio Vlad in tempi brevissimi, dato che il rinnovo del suo incarico è stato ufficializzato a maggio. Spiega di aver fatto le sue scelte “partendo da quel rapporto tra musica e paesaggio che rende unica e universalmente fruibile la rappresentazione concertistica sul palco di Villa Rufolo, e mantenendo sempre presente l’aspirazione verso un livello qualitativo che pretende che Ravello, eletta città della musica, sia uno dei luoghi del mondo dove si incontrano i maggiori esponenti della musica di tutto il mondo”, anche perché il festival “sente la necessità di essere volano di un turismo che per antica tradizione è per maggior parte internazionale”.
Vlad ci ricorda anche che quest’anno ricorrono una serie di anniversari – Enrico Caruso, Igor Stravinsky, Astor Piazzolla, oltre a Dante Alighieri – e quindi “a loro è dedicato il festival di quest’anno oltre, naturalmente, alla memoria di Wagner, nume tutelare e origine delle manifestazioni musicali a Ravello”.
Dunque l’inaugurazione – che come la maggior parte dei concerti si svolge al Belvedere di Villa Ruffolo, fonte di ispirazione per il giardino di Klingosr del Parsifal – avviene nel nome di Wagner con l’Idillio di Sigfrido eseguito dalla Deutsches Symphonie-Orchester Berlin diretta da un grande maestro qual è Kent Nagano, che prosegue il concerto con Beethoven e Schubert. Beethoven – poiché, come altrove, le celebrazioni del duecentiquant’anni della sua nascita sono slittate dal 2020 al 2021 causa Covid – è protagonista unico del successivo concerto, il 4 luglio, con l’Orchestra del Teatro di San Carlo di Napoli diretta da Dan Ettinger, che non si ascolta spesso in Italia, mentre sale regolarmente sul podio delle maggiori orchestre e teatri d’Europa e d’America. Dopo la serata jazz del 6 con Stefano Bollani in Piano variations on the Jesus Christ Superstar, l’11 luglio si torna alla musica sinfonica con una pianista da tutti amata, anzi adorata, quale Martha Argerich e un illustre direttore quale l’ottantacinquenne Charles Dutoit, sul podio della Filarmonica Slovena, orchestra molto stimata da Carlos Kleiber e diretta da tanti grandi maestri come Muti, Mehta, Gergiev e altri ancora.
È poi la volta di due orchestre di ottimo livello, che vengono dalle province della Campania. Il 17 luglio la Filarmonica di Benevento è diretta da Fabio Biondi, un’autorità in campo mondiale per l’esecuzione “storicamente informata” della musica del Settecento, che in quest’occasione – non per la prima volta – allarga i suoi interessi all’inizio dell’ Ottocento, con musiche di Beethoven, Schumann e Mendelssohn. Il 22 sarà la volta della Filarmonica Salernitana “Giuseppe Verdi”, che esegue musiche di Astor Piazzolla nel centenario della nascita, insieme al Quintetto argentino a lui intitolato e al bandoneon di Pablo Mainetti.
Dopo un concerto interamente dedicato a Mozart con interpreti di grande livello quali Les Musiciens du Louvre e il loro direttore Marc Minkowski (24 luglio), è la volta dell’omaggio a Enrico Caruso, scomparso cento anni fa. Per la gioia degli amanti del bel canto sono state invitate tre stelle dell’attuale firmamento tenorile : grande l’attesa il 29 luglio per Juan Diego Flórez, insieme al soprano Marina Monzó e all’Orchestra del San Carlo diretta da Nikolas Nägele, mentre il 1° agosto i protagonisti saranno Lawrence Brownlee e Michael Spyres, accompagnati dall’Orchestra Filarmonica Salernitana diretta Michael Balke, che sviluppano l’idea da cui è nato di un loro recente CD di grande successo, intitolato Amici e rivali.
In quegli stessi giorni inizia una serie di appuntamenti con due delle migliori orchestre giovanili europee, che non hanno nulla da invidiare alle orchestre più blasonate : la prima è l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, fondata da Riccardo Muti, che il 30 e 31 luglio e 1 agosto si esibisce in varie formazioni cameristiche e l’11 agoosto suona al gran completo nel suggestivo concerto all’alba (non si dovrebbe perderlo, ma bisogna essere molto mattinieri : inizia alle 5), diretto quest’anno da James Conlon in un programma interamente beethoveniano. L’altra orchestra è la Gustav Mahler Jugendorchester, fondata da Claudio Abbado, che il 21 agosto sarà diretta in musiche di Wagner e Strauss da Manfred Honeck, uno dei massimi eredi attuali della grande tradizione musicale viennese. Fra i concerti di questi giovani s’inserisce l’8 agosto un debuttante di gran lusso al festival : altri non è che quella leggenda vivente del pianoforte che risponde al nome di Maurizio Pollini, che, rinunciando al panorama incomparabile del Belvedere di Villa Ruffolo, ha optato per l’acustica più favorevole di quel gioiello architettonico che è l’Auditorium Oscar Niemeyer.
Il 23 e 24 agosto giunge da San Pietroburgo la Mariinsky Orchestra per due concerti col suo galvanizzante direttore Valery Gergiev e il 28 il festival si conclude con il recital beethoveniano di Igor Levit, uno dei migliori pianisti della generazione dei trentenni, che è diventato anche una star dei social, suonando ogni sera durante il lockdown dello scorso anno un piccolo concerto in diretta su twitter da casa sua, per un totale di 52 concerti.
Ma non è finita. Dobbiamo aggiungere Lumina in tenebris, Luci dalla Divina Commedia prima e dopo Dante, di e con Elena Bucci e Chiara Muti (31 luglio) e, cambiando decisamente genere, le quattro serate di “Jazz in piazza”, il 6 agosto con un omaggio a Bernard Hermann, il 13 con Morricone Stories di Stefano Di Battista & C, il 20 con un omaggio a Mina da parte di un trio imperniato sul pianista Danilo Rea, che ha suonato spessissimo con la Tigre di Cremona, e il 26 con una serata che, parodiando spiritosamente Shakespeare, è intitolata End summer night’s dream.