Il 24 febbraio del 1711 Georg F.Händel mise in scena a Londra, dove era arrivato pochi mesi prima, al Teatro Haymarket il Rinaldo ispirato al testo di Torquato Tasso, dopo un lavoro di scrittura di poco più di 2 mesi. Un grande successo immediato, ci furono molte repliche e se ne ricordano 53. Fu riproposto nel 1717 e nel 1731 sempre a Londra poi due riprese ad Amburgo nel 1715 e nel 1723 e naturalmente la produzione napoletana del 1718 in forma di pasticcio, appunto. Il protagonista dell’opera nel ruolo eponimo era Nicola Grimaldi detto il Nicolini, castrato e divo dell’epoca oltre che per le sue doti di cantante anche per essere un grande attore e interprete. Nato a Napoli in una povera famiglia nel 1673, come molti non ebbe scelta e dopo la castrazione debuttò a soli 12 anni nella Stellidaura vendicata di Francesco Provenzale al Teatro dei Fiorentini a Napoli. Provenzale, maestro influente lo prese sotto la sua protezione assieme al fratello tenore Antonio Grimaldi.
Händel era giunto in Italia nel 1706, vi rimase tre anni. A Roma ebbe il sostegno del marchese poi principe Ruspoli ; nel 1708 si recò a Napoli e vi rimase tre mesi soltanto ; scrisse fra le altre composizioni la cantata Se tu non lasci amore ma, in particolare, la serenata Aci, Galatea e Polifemo su richiesta della poetessa Aurora Sanseverino. Lasciata Napoli non vi fece più ritorno.
Si deve probabilmente al Nicolini, Nicola Grimaldi, l’idea di eseguire a Napoli nella Gran Sala del Palazzo Reale il primo di ottobre 1718 il Rinaldo in occasione del compleanno di Carlo VI Imperatore d’Austria, tornato a Napoli, dopo i trionfi londinesi ed europei fu interprete anche dell’edizione napoletana di Rinaldo. Nella capitale dell’allora viceregno austriaco Leonardo Leo, musicista pugliese di San Vito degli Schiavoni poi dei Normanni, napoletano di adozione studiava con il tarantino Nicola Fago alla Pietà dei Turchini, si occupò della ripresa dell’opera del Sassone Händel. Come era consuetudine allora cominciò a pasticciare la partitura originaria adattandola alla vocalità degli interpreti che aveva a disposizione ; per assecondare il gusto del pubblico aggiunse due personaggi buffi che comparivano negli intermezzi e introdusse un prologo che celebrava la nascita dell’imperatore ; ciascun interprete poi ebbe la possibilità di esibirsi in arie preferite di compositori famosi.
Si aveva notizia di questa partitura rimaneggiata, il libretto è conservato nella Biblioteca del Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli e la partitura incompleta è stata ritrovata nel 2012, da un giovane musicologo italiano, Giovanni Andrea Sechi, nella biblioteca privata del Castello inglese Longleat House a Warminster. Ed è proprio Sechi che ha curato l’edizione critica e ricostruito i recitativi di questa versione rappresentata al Festival della Valle d’Itria. Una vera riscoperta, una delle tante che dobbiamo a questo Festival raffinato e defilato nella città di Martina Franca capoluogo della Valle d’Itria, in 44 anni di vita.
La sfida era mettere in scena questo pasticcio e bisogna dire che è una sfida vinta. Fabio Luisi, che iniziò giovanissimo a Martina la sua prestigiosa carriera come pianista e cembalista, ha diretto magnificamente l’Orchestra La Scintilla ( che è la formazione barocca dell'orchestra dell'Opera di Zurigo, la Philharmonia Zürich) con rigore e classe infinite. Le due protagoniste Teresa Jervolino/Rinaldo e Carmela Remigio/Armida hanno davvero gareggiato per bravura e credibilità. La Jervolino alle prese con una parte impervia si è distinta per la tenuta e la precisione del canto ; la Remigio ha interpretato al meglio un ruolo complesso e impegnativo per il quale troviamo molte intromissioni di Leo e di Bononcini. Entrambe hanno rappresentato in maniera eccellente quella che è la meraviglia del teatro barocco. Nei ruoli di contorno si notava Francesca Ascioti come Argante amante di Armida e re di Gerusalemme.
Molto bene l’allieva dell’”Accademia Rodolfo Celletti” Kim-Lillian Strebel qui una sirena portata da un cigno per sedurre Rinaldo. Napoli, si narra, fu fondata dalla Sirena Partenope che si adagiò in riva al mare così da creare il golfo tra i più belli del mondo. La regia di Giorgio Sangati giocava con il divismo dei cantanti dell’opera barocca ; così Rinaldo era abbigliato come Freddy Mercury, Armida come Cher, Almirena la pop star Madonna e di seguito Goffredo Elton John Argante David Bowie. I due ruoli buffi erano voci recitanti perché non è stato possibile ritrovare le parti musicali. I cristiani rappresentati perciò come rock-star mentre i Turchi come dark-metal. Oltre quattro ore di spettacolo seguito con entusiasmo dal pubblico che ha fatto il tutto esaurito ed ha resistito fino alla fine senza accusare stanchezza.
Al termine grande successo per tutti, con molti applausi.