Giuseppe Verdi (1813–1901)
Il Trovatore (1853)
Dramma in quattro parti
Libretto di Salvatore Cammarano dal dramma omonimo di Antonio García Gutiérrez
Prima rappresentazione assoluta, 19 gennaio 1853, Teatro Apollo, Roma

direttore  Vincenzo Milletarì
luci Ludovico Gobbi
immagini fotografiche Ernesto Scarponi

Il conte di Luna Massimo Cavalletti
Leonora Roberta Mantegna
Azucena Veronica Simeoni
Manrico Luciano Ganci
Ferrando Davide Giangregorio
Ines Fiammetta Tofoni
Ruiz Didier Pieri
Un vecchio zingaro Gianni Paci
Un messo Alessandro Pucci

Orchestra Filarmonica Marchigiana

Coro Lirico Marchigiano Vincenzo Bellini

Maestro del coro Martino Faggiani
altro Maestro del coro Massimo Fiocchi Malaspina

Macerata, Arena Sferisterio, 25 luglio 2020

Il trovatore è il secondo titolo in cartellone per il festival 2020 dello Sferisterio intitolato Biancocoraggio : mai titolo fu più profetico.. E di coraggio deve parlarsi per avere allestito una rassegna così prestigiosa nei giorni più bui del confinamento e delle incertezze. Il Trovatore  va in scena in forma di concerto con qualche perplessità iniziale : questo Verdi ha davvero bisogno del gesto scenico e dell’impianto scenotecnico per dispiegare tutta la sua forza emozionale sul pubblico ? La risposta, dopo avere assistito alla prima rappresentazione a Macerata, è no, sicuramente e certamente no. Infatti questo Trovatore è di gran lunga più emozionante di molti altri spettacoli visti in forma scenica, per merito della prestazione di tutti gli artisti coinvolti, schierati su di un palco sfruttato in tutta la sua lunghezza in modo assai suggestivo.

Orchestra Filarmonica Marchigiana, Vincenzo Milletari (Dir ) e solisti.

 

Vincenzo Milletari

 

A cominciare dall’Orchestra Filarmonica Marchigiana, affidata alla bacchetta giovane ma esperta di Vincenzo Milletarì. La sua formazione è avvenuta con Riccardo Muti e si sente la mano del Maestro : la conduzione di Milletarì è sicura e matura, indugia sui momenti lirici e intimi ma non tralascia il necessario vigore dei momenti più incalzanti.

Luciano Ganci (Manrico)

Luciano Ganci affronta il ruolo del titolo con sicurezza di voce e di emissione, non teme le salite in unacuto che resta saldo e sonoro, come anche le discese nel grave. Roberta Mantegna ha voce importante e bene impostata e privilegia i toni intimi per rendere una Leonora innamorata e dolente. Massimo Cavalletti è un baritono verdiano di esperienza ma, in questo caso, il suo Conte di Luna è parso monocorde e poco curato nel registro alto.

Veronica Simeoni (Azucena)

Su tutti ha dominato la Azucena di Veronica Simeoni, in quella che rimarrà forse una delle migliori performance degli ultimi anni : la voce non scurissima ha grande espressività e spazza via la trita consuetudine del ricorso a una voce “sgraziata” per la zingara, quando invece la Simeoni esplora con grande cura ogni singola piega del ruolo, dando risalto a un personaggio che può essere complesso, trasmettendo al pubblico grandi e ripetute emozioni, ripagate con ripetuti applausi a scena aperta e un vero trionfo nel finale. Buona la prova di Davide Giangregorio, a cui spetta la lunga introduzione di Ferrando alla vicenda, e di Fiammetta Tofoni, affettuosa Ines accanto a Leonora. Con loro, corretti, Didier Pieri (Ruiz), Gianni Paci (Un vecchio zingaro) e Alessandro Pucci (Un messo). Eccellente la prova del Coro Lirico Marchigiano, soprattutto nelle sezioni maschili, preparato da Martino Faggiani con l’ausilio di Massimo Fiocchi Malaspina.

Roberta Mantegna (Leonora)

Pubblico rapito dall’alto livello del concerto, accompagnato da immagini fotografiche di Ernesto Scarponi, proiettate sul muro dell’Arena (non necessarie ma non disturbanti) e completato dalle luci di Ludovico Gobbi. Applausi ripetuti durante la rappresentazione e nel finale.

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Francesco Rapaccioni
Giornalista pubblicista dal 1996, segue con grande passione il teatro in genere e prosa e lirica in particolare, recensendo spettacoli e concerti sia in Italia che all'estero per testate nazionali e locali. Da anni conduce trasmissioni radiofoniche culturali su circuiti nazionali e regionali. Legge e viaggia in modo compulsivo e, al tempo stesso, dirige un piccolo teatro a San Severino Marche, in provincia di Macerata. Dopo alcuni anni negli Stati Uniti, vive oggi stabilimente in Italia, nelle Marche, dove si occupa anche di promozione culturale e turistica del territorio. Ma sempre con uno sguardo attento e curioso a ciò che accade nel mondo.

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