Giacomo Puccini (1858–1924)
Tosca (1900)
Melodramma in tre atti su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica dal dramma omonimo di Victorien Sardou
Prima assoluta il 14 gennaio 1900, Teatro Costanzi, Roma

Direttore Donato Renzetti
Regia Valentina Carrasco

Scene Samal Blak
Costumi Silvia Aymonino
Luci Peter van Praet
Video Tiziana Mancini, Valentina Carrasco

Floria Tosca Carmen Giannattasio
Mario Cavaradossi Antonio Poli
Il barone Scarpia Claudio Sgura
Cesare Angelotti Alessandro Abis
Un sagrestano Armando Gabba
Spoletta Saverio Fiore
Sciarrone Gianni Paci
Un carceriere Franco Di Girolamo
Un pastorello Sofia Cippitelli / Petra Leonori

Coro lirico Marchigiano “Vincenzo Bellini”
Maestro del coro Martino Faggiani
altro maestro del coro Riccardo Serenelli
Pueri Cantores “Zamberletti”
Maestro del coro Gian Luca Paolucci*
Banda Salvadei

FORM – Orchestra Filarmonica Marchigiana

Nuovo allestimento dell’Associazione Arena Sferisterio

Macerata, Arena Sferisterio, Domenica 24 luglio 2022, Ore 21

Tosca è sicuramente opera di raro imprinting cinematografico per la costruzione drammaturgica e per lo stile musicale. Da questo doppio fattore e dalla volontà di far cosa “diversa, una cosa che non si limiti a piacere al pubblico, ma che lo avvicini e che lo porti a identificarsi con le vicissitudini dei personaggi” (così la regista nel programma di sala) è partita Valentina Carrasco con una regia che ha avuto una lunga e tormentata gestazione : pensata nel 2019, bloccata dalla pandemia, ripresa almeno un paio di volte in modo non definitivo e poi messa in scena questa estate con notevoli differenze rispetto alla fase di partenza.

Un set cinematografico

Sarebbe troppo semplicistico e soprattutto fuorviante parlare di “Tosca cinematografica”, perché l’idea alla base della regia è “giocare” con il teatro nel teatro e il cinema nel teatro in un gioco di riflessi e rimandi, proiezioni e immaginazione che situano la messa in scena nella Hollywood degli anni Cinquanta del Novecento, in uno studio cinematografico dove si sta girando il film “La battaglia di Marengo”, ambientato in epoca napoleonica. Le vicende degli attori si intrecciano a quelle dei protagonisti del film sullo sfondo delle persecuzioni maccartiste, per cui Scarpia è il produttore del film ma anche il coordinatore della repressione anticomunista.

Mario Cavaradossi è il realizzatore delle scenografie (ma anche attore, nel finale), cade nella rete delle delazioni e viene torturato per avere i nomi di altri artisti di sinistra, poi finisce ucciso per errore durante la ripresa di una scena del film. Tosca è una diva del cinema innamorata e gelosa di un’attricetta che interpreta la Attavanti e che, erroneamente, induce Tosca a sospettare del suo fedele Mario ; Tosca è bramata e ghermita dal perfido Scarpia e si suicida sia perché braccata dai maccartisti sia perché ha perso l’innamorato. Il tutto viene reso in scena con il contributo di video in presa diretta, a colori (forzatamente esagerati, come nei kolossal degli anni Cinquanta) quando sono le riprese del film “La battaglia di Marenco”, in bianco e nero quando sono immagini della vita reale (ma dove sta la vita reale e la finzione in questo gioco infinito di specchi?).

Tosca (Carmen Giannattasio) Scarpia (Claudio Sgura)

Ci sono scene di suggestiva intuizione : Scarpia che riprende in video Tosca mentre canta “Vissi d’arte” prostrata a terra ; Tosca che gli rende il pari au contraire filmando la morte di Scarpia e colpendolo, oltre che con un coltello reperito in scena, con la telecamera ; Tosca che, per trovare il coraggio di uccidere Scarpia, deve vestire i panni, vistosamente posticci, del suo ruolo nel film napoleonico. Purtuttavia manca alla regia una forte e coerente idea drammaturgica per raccordare le varie suggestioni (che restano dunque frammentate e forzate) e che giustifichi il gesto scenico e la parola cantata. Valentina Carrasco è artista di grande e solida esperienza, sa come far muovere i solisti e le masse, riesce a dare quella espressività ai volti e ai gesti in modo da trasmettere allo spettatore sentimenti ed emozioni, anche se in questo caso la confusione forse prevale e lo spettatore resta disorientato.

Scarpia (Claudio Sgura), Tosca (Carmen Giannattasio)

Molto belle le scene di Samal Blak e perfetti i costumi di Silvia Aymonino ; completano la messa in scena le luci di Peter van Praet e i video di Tiziana Mancini e della stessa Valentina Carrasco.

Sul piano musicale si può tranquillamente parlare di un pieno successo. Donato Renzetti dirige la Filarmonica Marchigiana con mano sicura e tempi morbidi, adatti agli spazi dello Sferisterio e alla complessità della regia, ma il suono non viene spinto sulle tinte espressionistiche, privilegiando toni intensi e levigati, quasi patinati.

Tosca (Carmen Giannattasio) Mario (Antonio Poli)

Carmen Giannattasio è una Tosca di sicura presenza scenica e l’aver frequentato il ruolo più volte le consente un uso della voce assai controllato e aderente alla partitura ; il soprano canta bene, non ci sono dubbi : la voce è bella e l’emissione è buona (pur se ogni tanto qualche parola si perde), perfetta l’emissione e l’intonazione anche nel parlato. Antonio Poli, pur facendo qualche fatica soprattutto nel primo atto, convince e del suo Cavaradossi intriso di giovanile ardore si è apprezzata la voce limpida e fresca. Claudio Sgura affronta senza alcuna difficoltà il ruolo congeniale di Scarpia, in questo caso puntando su una perfidia interiore che nasce da una convinzione politica, oltre che caratteriale, rendendolo ancora più inquietante e temibile. Giusti, nei ruoli di contorno, Alessandro Abis (Angelotti), Armando Gabba (Sagrestano), Saverio Fiore (Spoletta) e Gianni Paci (Sciarrone). Con loro Franco Di Girolamo (Carceriere) e Sofia Cippitelli in alternanza con Petra Leonori nel ruolo del Pastorello, una delle riuscite citazioni della regista che fa subito pensare al provino della bambina accompagnata dalla mamma alla ricerca di un ruolo nel cinema (Anna Magnani, ma anche Judy Garland). Da segnalare le numerose e perfette comparse sul palcoscenico. Il Coro lirico marchigiano è affidato alla preparazione di Martino Faggiani, mentre i Pueri Cantores a quella di Gian Luca Paolucci. Sul palco infine la Banda Salvadei.

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Francesco Rapaccioni
Giornalista pubblicista dal 1996, segue con grande passione il teatro in genere e prosa e lirica in particolare, recensendo spettacoli e concerti sia in Italia che all'estero per testate nazionali e locali. Da anni conduce trasmissioni radiofoniche culturali su circuiti nazionali e regionali. Legge e viaggia in modo compulsivo e, al tempo stesso, dirige un piccolo teatro a San Severino Marche, in provincia di Macerata. Dopo alcuni anni negli Stati Uniti, vive oggi stabilimente in Italia, nelle Marche, dove si occupa anche di promozione culturale e turistica del territorio. Ma sempre con uno sguardo attento e curioso a ciò che accade nel mondo.

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