Gaetano Donizetti (1797–1848)
L'Elisir d'amore (1832)
Melodramma giocoso in due atti
Libretto di Felice Romani dal libretto di Eugène Scribe per Le Philtre (1831) de Daniel-François-Esprit Auber
Prima assoluta il 12 maggio 1831, Teatro della Canobbiana, Milano.

Direttore Sesto Quatrini
Regia Daniele Menghini
Scene Davide Signorini
Costumi Nika Campisi
Luci Gianni Bertoli
Burattini I burattini dei Ferrari

Adina Nina Minasyan
Nemorino Francesco Meli
Belcore Lodovico Filippo Ravizza
Il dottor Dulcamara Roberto De Candia
Giannetta Yulia Tkachenko

Coro del Teatro Regio di Parma
Maestro del coro Martino Faggiani

Orchestra del Teatro Comunale di Bologna

 

Nuovo allestimento del Teatro Regio di Parma in coproduzione con il Teatro Regio di Torino

 

Parma, Teatro Regio, domenica 24 marzo 2024, ore 15.30

Solo tre produzioni, Il barbiere di Siviglia, L'Elisir d'amore e Tosca nella stagione lirica del Teatro Regio di Parma, senza contare il Festival Verdi che occupa gran parte di settembre e ottobre. Sono tutti titoli standard pensati per attirare il pubblico, e questo testimonia le attuali difficoltà della scena lirica europea, che fatica a costruire vere e proprie stagioni al di fuori delle istituzioni più grandi, anche in una città come Parma con una lunga tradizione operistica.
Il pezzo forte di questa attraente produzione è stato il Nemorino di Francesco Meli, che torna a un ruolo belcantista dopo aver esplorato un repertorio più pesante.

"Burattini umani" I atto

È in platea che inizia lo spettacolo : un giovane si aggira fra le poltrone, poi arriva sul palcoscenico e si trova dentro un laboratorio di falegnameria ; tra i trucioli di legno e gli attrezzi del mestiere vede alcuni burattini, tra cui quello di una bella ragazza. Allora il giovane si addormenta e sogna di essere anche lui un burattino, sogna che i burattini prendano vita.. e una storia ha inizio, quella narrata da Felice Romani nel libretto, qui non fedelmente seguita. Questo il filo conduttore del nuovo allestimento del Regio di Parma nella regia di Daniele Menghini, bene ambientata nelle scene di Davide Signorini, con i giusti costumi di Nika Campisi e le luci crepuscolari di Gianni Bertoli e, soprattutto, con l’ausilio dei burattini dei parmensi Ferrari che costituiscono la cifra dello spettacolo. Uno spettacolo affascinante, che ha più spunti di interpretazione e di riflessione ma che, tuttavia, nel finale lascia in sospeso la vicenda fra persone reali e burattini : Nemorino resta nel  mondo dei burattini o forse Adina in carne e ossa vive con l’amato ? Poco importa, il pubblico si diverte e applaude con convinzione.

I atto – Francesco Meli (Nemorino)

Il vero evento delle recite è il Nemorino di Francesco Meli, ideale da tutti i punti di vista ma soprattutto, dopo aver egli esteso il repertorio a diversi ruoli anche verdiani, per la cura del canto. La voce estesa e caratterizzata da un timbro solare è sempre ampia, trascinante e ricca di comunicativa ; gestita con maturità e consapevolezza, quella voce ora ha completa consapevolezza di interprete, si piega alle sfumature, si assottiglia per trovare accenti raccolti in sintonia con la nota patetica del contadino innamorato, senza che mai vengano meno simpatia e passione ; insomma un canto variegato e ricco di senso che rende il personaggio interessante e nuovo (Nemorino è ben più di “Una furtiva lagrima”, qui bissata), senza che mai emerga l’esuberanza guascona un po’ sopra le righe, talvolta connaturata con il ruolo. Non altrettanto la Adina di Nina Minasyan, giovane e promettente, ma dalla voce ancora un po’ piccola, che però trova giusta varietà e leggerezza.

Nina Minasyan (Adina) e Lodovico Filippo Ravizza (Belcore)

Nonostante la giovane età, Lodovico Filippo Ravizza risolve il ruolo di Belcore senza alcun problema di intonazione ed evitando genericità interpretative, rivelando una materia vocale interessante.

Roberto De Candia (Dulcamara)

Veterano del ruolo e perfetto da ogni punto di vista, Roberto De Candia è Dulcamara. Appropriata la Giannetta di Yulia Tkachenko. Il coro del teatro è preparato alla perfezione da Martino Faggiani.

Sesto Quatrini coglie le novità della partitura rispetto alle istanze rossiniane e fornisce una concertazione vivace e dinamica, infondendo la giusta disciplina ai cantanti (impegnati in una non facile impresa attoriale tra i burattini) e dirigendo con giusti tempi l’orchestra del Comunale di Bologna.

II atto ensemble
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Francesco Rapaccioni
Giornalista pubblicista dal 1996, segue con grande passione il teatro in genere e prosa e lirica in particolare, recensendo spettacoli e concerti sia in Italia che all'estero per testate nazionali e locali. Da anni conduce trasmissioni radiofoniche culturali su circuiti nazionali e regionali. Legge e viaggia in modo compulsivo e, al tempo stesso, dirige un piccolo teatro a San Severino Marche, in provincia di Macerata. Dopo alcuni anni negli Stati Uniti, vive oggi stabilimente in Italia, nelle Marche, dove si occupa anche di promozione culturale e turistica del territorio. Ma sempre con uno sguardo attento e curioso a ciò che accade nel mondo.

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