Il capolavoro di Humperdinck è stato masticato e digerito in lunghi mesi di preparazione, questo il valore aggiunto, formativo, del Progetto. I cantanti sono stati istruiti in Accademia da Eva Mei, e, sul palcoscenico, dal regista Sven-Eric Bechtolf, il direttore di Salisburgo che l’anno prossimo firmerà alla Scala l’allestimento di Ernani. I giovani professori dell’orchestra, dal canto loro, hanno provato e riprovato con Marc Albrecht di Hannover, già assistente di Abbado alla Gustav Mahler Jugendorchester, che durante l’incontro con la stampa dice, con sincerità : « In Germania tutti danno per scontato di conoscere già l’opera, tanto è popolare (è la prima che io abbia visto, nei tardi anni ’60, attendevo febbrilmente l’ingresso della strega…), qui invece abbiamo fatto molte prove. Anche per questo si tratta di una sfida, di un’esperienza originale ». La spalla, Alessandra Pavoni Belli, conferma : « Abbiamo costruito l’opera partendo da zero. Un’esperienza che ci ha arricchito molto ».
La commedia fiabesca di Humperdinck, sensibilmente edulcorata nella trama rispetto alla truculentissima fiaba narrata in origine dai fratelli Grimm, fu “creata” al teatro di corte di Weimar nel 1893 da Richard Strauss, che la salutò immediatamente come un capolavoro. Introdotta nel 1902 da Toscanini alla Scala, vi fu qui rappresentata per l’ultima volta nel 1959 : Antonino Votto, allora, diresse un cast con Fiorenza Cossotto, Renata Scotto e Rolando Panerai. Qualche anno prima, nel 1954, sempre a Milano ma al Conservatorio e alla testa dell’orchestra Sinfonica della Rai, Herbert von Karajan aveva firmato un’edizione discografica dal vivo che Elvio Giudici, nel suo “L’Opera in cd e video”, considera di assoluto riferimento, con la Schwarzkopf, la Jurinac, Panerai : e sempre in italiano.
Sospesa tra spessori wagneriani e sofisticatissime levità popolari e infantili, come deve essere eseguita Hänsel und Gretel ? Cosa c’è da aspettarsi da questa edizione scaligera ? Senza sdilinquimenti infantilistici, verrebbe da dire ascoltando Albrecht, che la definisce « un’opera tardoromantica molto bella e molto complessa, a dispetto del fatto che spesso viene eseguita per un pubblico di bambini. La partitura, ricca di cromatismi, richiede un notevole “peso” vocale ».
Di idee simili il regista Bechtolf : « Non è importante chiedersi se sia o no un’opera per bambini. Ai bambini, certamente, dobbiamo permettere di entrare nella fiaba, e di avere paura. Quanto agli adulti, è una storia molto crudele anche per loro ». Ma che tipo di allestimento si vedrà ? Continua Bechtolf : « I lavori sono in corso…di sicuro l’allestimento non ha l’impostazione freudiana assai in voga. Non vuole essere una fuga dal mondo reale, non è questo l’elemento che mi interessa delle fiabe. Tutto parte dalla fame dei due bambini, un fatto molto concreto, che si riscontra anche nella vita di oggigiorno ». E Julian Crouch, autore delle scene, chiosa : « Ho usato elementi vintage e moderni. Ho lavorato con scatole di cartone (fanno venire in mente la povertà, le persone che le usano per dormirci dentro) e le proiezioni. Non ho voluto effetti sovraccarichi ». E sullo sfondo, in una scena, si vedrà anche una grande, moderna città.