Programma :

Robert Schumann (1810–1856)

Sinfonia n.1 in si bemolle maggiore op.38  "La Primavera"
Symphonie n°3 in mi bemolle maggiore op.97  "Renana"

LaFil – Orchestra Filarmonica di Milano
Direttore : Daniele Gatti

MIlano, Palazzo delle Scintille, 31 maggio 2019

Daniele Gatti trionfa a Milano, la sua città, nel giorno in cui viene annunciata la partenza di Jan Raes, direttore generale del la Royal Concertgebouworkest di Amsterdam che lo aveva licenziato il 2 agosto 2018, alla guida di un’orchestra che ha contribuito a far nascere, la nuova Filarmonica di Milano, LaFil, un nome che diventerà in fretta caro ai milanesi, ed ai liguri di Sestri Levante vicino a Genova, dove ha già soggiornato la giovane formazione e dove resterà residente.
I due concerti inaugurali presentano l’integrale delle sinfonie di Schumann, nella serata inaugurale è stata la volta della prima sinfonia “Primavera” e della terza “Renana”, il due giugno appuntamento con le altre due, la seconda e la quarta, mentre il primo giugno in spazi caratteristici di Milano in cartellone concerti di musica da camera con i musicisti dell’orchestra.

Tradotto da Paolo Malaspina

LaFil-Orchestra Filarmonica di Milano (© Gianfranco Rota)

Il posto è affascinante : il Palazzo delle Scintille, è un bel padiglione espositivo degli anni venti, appena restaurato, nel cuore di questo quartiere fieristico interamente rinnovato attorno a tre eleganti torri (Le Tre Torri) di cui una è ancora incompiuta. A Milano ci sono spazi per la musica, ma in numero non sufficiente, e La Fil spera che il Teatro Lirico, nel centro e a un passo dal Duomo, riapra completamente restaurato e disponibile per ospitare concerti, come il Sindaco di Milano ha promesso.

A fronte di deleterie politiche culturali e finanziarie italiane, le istituzioni devono cercare sponsor (La Scala è finanziata da oltre il 40% di sponsorizzazione private) e LaFil è al momento un'iniziativa privata supportata economicamente dall'editore Luca Formenton (Edizioni Il Saggiatore) primo finanziatore che ha raccolto intorno a sé altri donatori, in una Milano governata dall'opposizione (la politica non è mai estranea…). Ma alla stessa maniera, vediamo in Francia Gallimard o Hachette finanziare una nuova orchestra ? In Italia è possibile, lo prova questa bella dimostrazione, perché l'Italia è un paese che nel mezzo delle varie insidie, mostra anche una capacità eterna di riprendersi.

Il pubblico è costituito da tutta la Milano che conta, per salutare la nuova orchestra, ma anche per salutare Daniele Gatti, figlio di Milano ed è anche un pubblico colorato e numeroso che preme (i primi concerti sono offerti gratuitamente alla popolazione). In breve, un'atmosfera molto piacevole.
E Daniele Gatti offrirà a Milano programmi molto coerenti, Schumann oggi, Brahms quest'autunno, oltre a serate a tema.
Si comprende l'emozione della serata : il colpo è stato duro, il 2 agosto 2018, per la sua brutalità che ha colto tutti di sorpresa, compresa l’Orchestra stessa del Concertgebouw dove molti musicisti l'hanno  reso noto. Il risultato : un pasticcio per Daniele Gatti e per l'orchestra, che ha perso il suo leader e ha avuto un anno difficile, tra dubbi e direttori sostituti, con una deleteria atmosfera interna.
La partenza di Jan Raes, il direttore, ne è la conseguenza, per aver guidato il caso con tutta la goffaggine e tutta la miopia possibile, senza aver idea delle conseguenze del suo gesto inspiegabile, dettato da non si sa quale timore sconosciuto e spinto da chissà quali lobby.Alcuni hanno parlato di un'azione che ha mascherato ragioni artistiche (Gatti non sarebbe stato il leader ideale, l'alchimia non avrebbe funzionato) ma, se così fosse, non c'era motivo di provocare questo sconquasso, mentre si potevano individuare certamente mezzi più "soft" di gestire il caso, alla fine la partenza del manager dimostra che in ogni caso questo non era il motivo nascosto.

La carriera di Daniele Gatti, un direttore d’orchestra che fa parte della "top ten" della bacchetta, ha subito un duro colpo ma non bisogna dimenticare l'energia del direttore italiano, la sua volontà di uscire a testa alta da questo caso sfortunato, e la sua sete di nuovi progetti. Si è rifocalizzato sull'Italia, dove ha ricevuto sostegno da ogni parte, prendendo la direzione musicale dell'Opera di Roma che ha appena annunciato la sua stagione ((nei suoi programmi Verdi (Les Vêpres Siciliennes), Bellini (Capuleti e Montecchi) et due opere di Stravinski  (The Rake’s progress, e Oedipus Rex concertante) )).

Daniele Gatti e LaFil-Orchestra FIlarmonica di Milano (© Gianfranco Rota)

E così l’avventura è ricominciata : Daniele Gatti è a Roma, a Bologna (con la Mozart di Abbado) ea Milano (dirigerà anche Pelléas e Mélisande alla Scala). È di nuovo alle prese con un mare di progetti e idee.
Schumann è uno dei suoi compositori preferiti : ha diretto concerti (vedi questo sito) con musica di Schumann (Sinfonie 2 e 4) con la Mahler Chamber Orchestra lo scorso gennaio, e l'impressione è stata di uno Schumann a fior di pelle.
Questa volta siamo di fronte a un universo completamente diverso (Sinfonie 1 e 3, dopodomani in programma le sinfonie 2 e 4), un universo allo stesso tempo che respira dentro spazi romantici, ma anche una certa serenità, quasi sorridente (quando le altre due ci avevano lasciato a gennaio un'impressione più oscura, più vicina al romanticismo nero che ricorda il Weber di Freischütz).

Ma ciò che colpisce dal primo ascolto è il suono già caratteristico dell'orchestra, come fosse un'orchestra già ricca di esperienza. L’idea ispiratrice consiste nell’affidare le prime parti a musicisti delle migliori orchestre italiane e il resto ai giovani. Questi esperti musicisti fanno parte di una rete di amici, colleghi, ex compagni di viaggio di Daniele Gatti sin dai tempi del Conservatorio di Milano : un'orchestra le cui redini sono affidate ad amici in qualche modo e di cui costituiscono l’ossatura che la tiene assieme. Il dialogo di passione ed esperienza, un modo di procedere che richiama ovviamente i progetti di Claudio Abbado.

Gatti – per non dimenticarlo mai – ha una passione per la pedagogia (dirige spesso Master Class e lavora ogni anno all'Accademia Chigiana di Siena) e l’insegnamento, è un "discorsivo", (al contrario di un Abbado o, oggi, di un Petrenko) e sa come comunicare i suoi entusiasmi, le sue intenzioni, le sue visioni.

Complicità e amicizia

Gli esiti che tocca con questa nuova orchestra (dalle dimensioni variabili in base ai programmi) sono sorprendenti, perché si sente un suono, si ascoltano colori, si coglie un approccio raffinato, senza imperfezioni. E questo Schumann è al tempo stesso sereno, nervoso, senza mai lasciar intendere fratture, ma mostra una grande coerenza tra una sinfonia e l'altra. Il finale della prima Sinfonia (Primavera) è probabilmente uno dei momenti più emozionanti ascoltati in questa sinfonia, da spingere alle lacrime. C'è in questo approccio una visione già definita, già netta, con un colore singolare, sia festosa che molto sensibile.

Ciò che colpisce in questa interpretazione è anche il rifiuto del fiammeggiante, a vantaggio dell'energia, ma senza mai essere esplosiva o senza mai imporre frammentazioni : qui si esaltano la visione bucolica e il sentimento potente della Natura che contraddistingue il romanticismo e la visione di Schumann. Questa natura che si risveglia in una sinfonia n. 1, di cui ogni movimento aveva originariamente un titolo, successivamente cancellato. Vi è in questa esecuzione un'affermazione di sé e una tensione ma allo stesso tempo una sicurezza che fa respirare l’opera e crea un paesaggio sonoro pieno di colori che sfociano in una gioia profonda (il primo movimento andante a poco maestoso – allegro molto vivace) che provoca un'emozione indicibile. Un'interpretazione di rara sensibilità : dopo le tempeste, Gatti ci offre una delle sue interpretazioni più riuscite.

La “Renana” accentua questa impressione di padronanza, ma pur sempre nello stesso spirito, e Gatti, che conduce come sempre a memoria senza partitura, costruisce le architetture interne combinando una precisione esemplare del gesto e una vibrazione interna che comunica alla sua orchestra costruendo piani di ascolto (il Zusammenmusizieren caro a Claudio Abbado, che è uno dei fondamenti dell'eccellenza) partendo da una visione di un'orchestra da camera in cui ognuno dipende dall'altro, dove si intrecciano le complicità interne, al di là delle amicizie umane, per creare una rete di fiducia : è la fiducia che è la parola chiave, perché c'è già in questa orchestra una sorta di fraternità artistica che crea un colore forte, dove ogni suono è già cesellato, con una coerenza generale che stupisce e un visibile entusiasmo nella consapevolezza di creare qualcosa di nuovo ma, al tempo stesso, qualcosa che esisteva e voleva solo manifestarsi.

In questa serata ci sono elementi di riferimento per una città dove la musica ha sempre contato, da un lato l'affascinante luogo costruito negli anni venti, dall’acustica segnata da un'eco un po’ troppo marcato che necessita di essere ridotto, d'altra parte il quartiere completamente rinnovato ("City life") simbolo di una proiezione verso il futuro, e infine una sorta di ripartenza di un Gatti ancor più desideroso di progetti, che meritatamente coglie un trionfo questa sera, salutato dalla sua città per il suo immenso valore.

Crediti foto : © Gianfranco Rota 
© WandererSite

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