È stato consigliere del Teatro alla Scala negli anni del sovrintendente Badini, quando fu decisivo per far tornare Horowitz a Milano, per il famoso recital del 1985. È stato ed è, soprattutto, finissimo interprete mozartiano al pianoforte, e fondatore e direttore artistico delle Serate Musicali, mezzo secolo fa, da lui forgiate nella più imponente rassegna concertistica di Milano. Un personaggio pittoresco fin nell’aspetto, Hans Fazzari. Fioriscono aneddoti. Un testimone degno di fede riferì a chi scrive che Rostropovich, a Milano, visitò casa sua, dove si era rifugiato a ripassare un pezzo ; rimasto stupefatto dal pauroso disordine, Slava si guardò attorno con gli occhi spalancati ed esclamò : « Fazzarissimo…».
Ma se di Fazzari bisogna scrivere, è per il suo “pallino” tutto particolare per il pianoforte e i pianisti, quello che lo portò a riscoprire, negli anni ’90, in solitudine, l’ottantenne Shura Cherkassky, l’erede straordinario della grande tradizione pianistica dell’Ottocento, invitato a ripetizione per memorabili concerti. E tante altre qualità compongono questo organizzatore musicale, davvero unico nel panorama milanese. Francesco Maria Colombo, critico del Corriere della Sera, scrisse, dopo un recital pianistico organizzato nel 1996 proprio in memoria di Cherkassky, che « ciò che rimarrà di questo concerto, è il programma di sala scritto da Hans Fazzari. Fazzari non è solo l’organizzatore musicale cui la nostra città deve moltissimo, è anche un pianista di raffinatissima e imprendibile eleganza (persino troppa, perché una “grande sala” ne possa cogliere la verità, la prossimità con il dileguare e con il silenzio) ed è l’autore della prosa di materia musicale più lampeggiante ed evocativa possibile ».
Wanderer gli ha fatto qualche domanda, ed è riuscito a estorcergli delle risposte. Ispirate.
Lunedì 16 ottobre, al Conservatorio di Milano, ricomincia la stagione dei concerti (www.seratemusicali.it). Una stagione nella quale, a detta di Fazzari, i pianisti che “dialogano” idealmente con Horowitz, dandogli del “tu”, sono : Elisso Virsaladze, Juana Zayas, Freddy Kempff, Evghenij Bozhanov, Andrea Bacchetti, Sa Chen, Mikhail Pletnev, Piotr Anderszewski. E soprattutto Yevgheny Subdin, cui tocca proprio l’inaugurazione lunedì.
Maestro Fazzari, che cosa hanno da dire le Serate Musicali ad un appassionato di musica classica ?
Io gli direi : caro amico della musica, avresti voluto ascoltare Cortot, o Gieseking o Horowitz ? Bene, con le “Serate” potrai ascoltare qualcosa di altrettanto “vero”, o forse più “vero”! Con quale rischio ? Quello di fare l’affare della tua vita in musica.
I 50 anni di attività delle “Serate” in una parola ?
Nate dal nulla, le Serate hanno messo insieme un Albo d’Oro di artisti e orchestre che è oggettivamente un unicum in Italia ( e forse non solo), con tutti i maggiori artisti e orchestre dal mondo. Milano capitale della musica.
Per la grande musica non sono tempi facili. Non lo sono da molti anni, ormai. Quale segnale si può dare ? Quale scossone ?
Dieci o più orchestre (0rchestra RAI, 0rchestra della Radio della Svizzera Italiana, la Sinfonica Budapest, i Solisti di Mosca e così via), e i solisti storici : Ughi, Kremer, Argerich, Kempff, Vengerov, Bashmet, Virsaladze…
Chi è Subdin, cui avete affidato l’inaugurazione ?
Uno dei grandi misconosciuti. Come non fu Horowitz.
Quindi rischiamo di sentire un nuovo Horowitz ?
Rischiamo, sì. Il “come” e il “perché”, alla prossima puntata.
Rischiamo di sentire anche un nuovo “Ciro” (Arturo Benedetti Michelangeli, ndr), o un nuovo Paderewski ?
Rischiamo. Sì, rischiamo.
La sigla delle Serate Musicali, “Pro veritate”, si riferisce ai misconosciuti, pare.
Esattamente. Se permette, se posso dirlo, la musica ringrazia. La Verità può esistere senza la Musica, ma la Grande Musica (che sta in cima ai miei pensieri) non può esistere senza la Verità.