Nella sua prima stagione di Direttore Musicale dell’Opera di Roma, Daniele Gatti ha scelto di eseguire titoli poco consueti nei cartelloni dei nostri teatri lirici. E dopo il Verdi francese di Les Vêpres Siciliennes accolto con immenso successo all’inaugurazione, ora propone un capolavoro poco eseguito del Belcanto : I Capuleti e i Montecchi di Bellini (dal 23 gennaio al 6 febbraio), in un nuovo allestimento di Denis Krief che firma regia, scene, costumi e luci. C’è molta attesa per quest’opera, che anche alla Fondazione Lirica romana ha avuto rare rappresentazioni dopo quella diretta da un giovane Claudio Abbado nel 1967 con la regia di Mario Missiroli. “Ritorno dopo quasi tre decenni a un repertorio che aveva segnato i primi anni della mia carriera”, ha dichiarato Gatti, “con entusiasmo e con un approccio tutto nuovo”. “E’ un repertorio in cui solitamente orchestra e coro vengono considerati un puro accompagnamento al canto. Ma non è così perché, particolarmente in quest’opera, l’identità musicale e quella drammaturgica vanno di pari passo. Perciò ho cercato di valorizzare questo aspetto con uno scavo sui tempi, sulle battute e di rivitalizzare il recitativo grazie a una straordinaria collaborazione durante le prove con l’orchestra, la compagnia di canto, il coro e il suo maestro Roberto Gabbiani. Perfetta è stata anche l’intesa con Denis Krief- rinnovata dopo Un ballo in maschera condiviso nel 2003 a Bologna- che ha saputo riportare regia e scene in primo piano trovando uno spazio teatrale poetico e in qualche modo astratto, perfetto per questo dramma senza tempo che oggi come ieri coinvolge e commuove”.
Forte della sua attività internazionale di riconosciuto valore, ancora una volta Krief- che all’Opera di Roma si è già fatto applaudire con Rusalka, con A Midsummer Night’s Dream e a Caracalla con Turandot e con Aida- non ha messo in campo gli adattamenti o le attualizzazioni oggi quasi di regola. “E’ chiaro”, dice, “ che il pubblico cambia e si rinnova e che in ogni epoca bisogna superare certe convenzioni scadute. Senza però andare contro la musica e il significato originario della vicenda narrata. Opere come questa, a torto considerate da ascoltare più che da vedere, sono difficili da mettere in scena. Ma la storia d’amore di Giulietta e Romeo al centro de I Capuleti e i Montecchi, che ha ispirato tanto grande teatro, è eterna e non legata a un tempo o a un luogo nonostante il dove e il quando in cui la colloca il testo. Componendola, nel 1830, Bellini dotò la sua opera di una drammaturgia meravigliosa, per me un esempio di teatro del sogno. Mi ha suggerito un’ambientazione poetica, rarefatta, che non ha certo bisogno di riempire i momenti solo musicali con azioni o pantomime da videoclip televisivi. ll vuoto teatrale non esiste e in un’opera lirica lo riempie la musica”.
Un contributo fondamentale al rinnovamento spetta ai cantanti che al virtuosismo vocale, indispensabile in questo repertorio, devono accompagnare una recitazione e una presenza scenica dinamiche e inusuali nella vecchia tradizione del Belcanto. E il cast di questa produzione risponde a tale esigenza con la freschezza d’interpreti giovani accanto ai più navigati : sono i nuovi talenti in ascesa di Vasilisa Berzhanskaya nel ruolo di Romeo en travesti come previsto dal compositore, di Mariangela Sicilia e Benedetta Torre che si alternano in quello di Giulietta, di Ivàn Ayòn Rivas e Giulio Pelligra che interpretano Tebaldo ; e degli autorevoli Nicola Ulivieri e Alessio Cacciamani chiamati a dare rilievo l’uno a Lorenzo e l’altro a Capellio.
“Spero che il risultato del nostro lavoro piaccia al pubblico e naturalmente ne sarei felice”, conclude Gatti. “ Se non sarà così, creerà comunque un dibattito interessante e aperto sulle linee programmatiche del nostro Teatro dell’Opera”.
Interessante e stimolante presentazione di un’opera poco rappresentata che ha tutte le carte in regola per regalarci una bella serata all’opera. Bravo Maestro Gatti !
Interessante e stimolante
presentazione . L’opera scelta dal Maestro Gatti ha tutte le carte in regola per regalarci ancora una volta una bella serata all’opera. Bravo Maestro !
Interessante e stimolante
presentazione . L’opera scelta dal Maestro Gatti ha tutte le carte in regola per regalarci ancora una volta una bella serata all’opera. Bravo Maestro !