Quest’anno, dopo l’originale anteprima di fine settembre (l’opera Marco Polo di Enjott Schneider) si entra nel vivo con Andras Schiff lunedì 7 ottobre, primo di una quarantina di concerti che, al solito, si divideranno fra “Serie A” e, da febbraio, “Serie Festival Omaggio a Milano”. Occorre anzitutto ricordare questo : il massimo punto d’orgoglio della “casa” sono sempre stati i pianisti, che Fazzari ha instancabilmente scoperto, lanciato, o, per primo, valorizzato sulla scena italiana, come appunto Schiff. E non si dimentichino, per il passato, gli inviti a Shura Cherkassky, il più grande, o l’integrale Chopin-Godowsky affidata a Francesco Libetta, o il palcoscenico offerto a maestri assoluti come Roberto Cappello, il grande interprete lisztiano. Quest’anno si continua su questa linea luminosa. Ed ecco gli inviti rinnovati a fenomeni del pianismo, che, per l’Italia, appartengono al patrimonio indiscusso delle Serate : il russo Yevgeny Sudbin (14 ottobre e 4 maggio), il francese Lucas Debargue (30 marzo), la georgiana Elisso Virsaladze (10 febbraio), la cubana Juana Zayas (13 gennaio), la scoperta fazzariana Andrea Bacchetti (29 ottobre e 15 giugno), Freddy Kempff (25 novembre), Roberto Cappello (16 dicembre).
A questi, sempre per restare fra i pianisti, si aggiungono stelle internazionali come Mikhail Pletnev (17 febbraio, tutto Rachmaninoff), Martha Argerich (9 dicembre), Alexander Lonquich (2 marzo), Olli Mustonen (11 novembre), Louis Lortie (3 febbraio).
Poi c’è il capitolo della musica da camera, con l’omaggio al 250° anniversario dalla nascita di Beethoven proposto dall’avvio dell’integrale delle Sonate per violino e pianoforte (Kavakos-Pace, 20 gennaio e 23 marzo) e musicisti come Gil Shaham(18 maggio), Gidon Kremer con la sua Kremerata Baltica (6 aprile), la coppia Isserlis-Hough al violoncello e pianoforte (2 dicembre), il trio Pinchas Zuckerman-Amanda Forsyth-Angela Cheng (9 marzo) o il trio Giovanni Sollima-Zlata Chochieva-Gilles Apap (24 febbraio).
Accanto a programmi tradizionali trovano posto scelte originali. Come quella del fisarmonicista Richard Galliano con i Solisti Aquilani, tra Vivaldi, Bach e e Piazzolla (20 aprile). O quella, di segno completamente diverso, del soprano Denia Mazzola Gavazzeni, che dopo La falena di Smareglia e L’incantesimo di Montemezzi, prosegue la riscoperta di titoli dimenticati dell’opera italiana fra Otto e Novecento : il 4 novembre, accompagnata dall’Orchestra Filarmonica Italiana, dal coro Ab Harmoniae e dal direttore Daniele Agiman, proporrà in forma di concerto Zingari, un’opera rarissima in due atti di Ruggero Leoncavallo (prima rappresentazione Londra 1912, sul podio lo stesso autore).
Il 23 dicembre, invece, appuntamento, da non perdere assolutamente, con Fazzari in persona al pianoforte per una serata liederistica (e soprano ancora da definire).