Il grande repertorio per grandissimi pianisti. Ma, anche, le opere rare in forma semi-scenica, o le incursioni più inattese e sorprendenti nella musica d’oggi. La stagione delle Serate Musicali (www.seratemusicali.it), presidio milanese da mezzo secolo, non solo conferma la sua tradizionale qualità, che è soprattutto quella di portare all’attenzione del pubblico solisti preziosi e inediti per l’Italia, grazie a quell’ispirato rabdomante che è Hans Fazzari, fondatore e direttore artistico, ma pare diventare ogni anno più composita e originale.
Il cartellone di quest’anno (oltre 40 concerti tra “Serie A” e “Festival Omaggio a Milano”, più altri appuntamenti straordinari, avendo come “base” prevalente il lunedì sera al Conservatorio), partirà, dopo l’anteprima del 24 settembre affidata all’Orchestra Vivaldi e a Carl Orff, con la sua “vera” inaugurazione di lunedì 1° ottobre, affidata alle dita del londinese Freddy Kempf, scoperto per l’Italia proprio dalle “Serate” nel 1998, e a un programma horowitziano a base di Chopin, Rachmaninov, parafrasi lisztiane da concerto.
Il capitolo semi-scenico della perla rara operistica prevede L’incantesimo di Italo Montemezzi (26 ottobre), composta nel 1943 su libretto di Sem Benelli, un lavoro « orientato a un wagnerismo d’accento italiano », per dirla con le parole di Antonio Cirignano (Musica in scena, Utet): protagonista, come l’anno scorso ne La falena di Antonio Smareglia, Denia Mazzola Gavazzeni, che nella stessa serata (in programma anche il Cantique de Racine di Fauré) sarà impegnata come Lia ne L’enfant prodigue di Debussy. L’Orchestra Filarmonica Italiana sarà diretta da Marco Fracassi.
La frazione contemporaneistica può sorprendere : il violoncello di Giovanni Sollima (28 gennaio) suona “Barockcello”, da Bach a Hendrix, i pianisti di gran vaglia Jan Lisiecki e Yevgheny Subdin (21 e 25 febbraio) introducono nei loro programmi (se confermati) due pezzi recenti del milanese Carlo Galante : Tre intermezzi alla notte e L’ovale delle apparizioni – Fantasia sopra un quadro di Carlo Carrà ; infine, desta curiosità la serata “Quattro per quattro” (21 gennaio), con l’Ensemble Musica Civica diretto da Lorenzo Passerini in un programma dedicato alle quattro stagioni. Dopo Quattro cartoline dall’Italia per flauto, ottavino e archi, del compositore trentino Roberto Di Marino, l’impaginato comprenderà la Primavera porteña di Piazzolla, l’Estate di Max Richter, un noto “riscrittore” e “ricompositore” di Vivaldi (da ricordare però anche per la colonna sonora di quel capolavoro che è Valzer con Bashir), l’Autunno di Philip Glass e l’Inverno di Vivaldi.
Il grosso del cartellone è di concerti. Sinfonici, cameristici, solistici. Le monografie bachiane di Angela Hewitt (8 aprile) e Andras Schiff (12 novembre). I Concerti di Brahms per pianoforte e orchestra con Carlo Levi-Minzi e la Sinfonica di Arad (11 marzo e 13 maggio). L’avvio dell’integrale delle Sonate per violoncello e pianoforte di Beethoven con Isserlis e Levin (26 novembre e 20 maggio). L’avvio dell’integrale dei Concerti per pianoforte di Ciaikovski con Roberto Cappello (26 novembre). I Concerti per violino e pianoforte e orchestra di Schumann con Matilde Agosti e Roberto Prosseda. La “piena” di geni del pianoforte, tra cui non si possono non citare Michail Pletnev (8 novembre), la cubana Juana Zayas (7 marzo),
Elisso Virsaladze (27 maggio), Piotr Anderszewski (5 novembre), Sa Chen (6 maggio), Evgeny Bozhanov (10 giugno) e Lucas Debargue, un giovane, “irregolare” francese che suona con una concentrazione ipnotica.
E poi Gidon Kremer con Mario Brunello, Uto Ughi, Pinchas Zuckerman, Yuri Bashmet, il ritorno di Maxim Vengerov, che proprio con le Serate Musicali debuttò, ragazzino, in Italia…
Come scrive Fazzari, « scoprimmo Shura Cherkasski da Odessa, che portava con sé i prodigi di Ignaz Friedman ». Ora, « scomparso Cherkasski restano le “Serate” a lui segretamente dedicate. E il tentativo o l’illusione o la fede di trovare e proporre qualcuno come Horowitz, o possibilmente più in alto ».