Giuseppe Verdi (1813–1901)
Macbeth (1847/1865)
Melodramma inquattro atti
Libretto di Francesco Maria Piave e Andrea Maffei, da The tragedy of Macbeth (1606) di William Shakespeare

Francesco Ivan Ciampa direttore
Emma Dante
regia
Giuseppe Cutino regista collaboratore
Carmine Maringola scene
Vanessa Sannino costumi
Manuela Lo Sicco coreografia
Cristian Zucaro luci

Roberto Frontali Macbeth
Alex Esposito Banco
Saioa Hernandez Lady Macbeth
Fiammetta Tofoni Dama di Lady Macbeth
Giovanni Sala Macduff
Rodrigo Ortiz Malcolm
Giacomo Medici Medico
Cesare Kwon Domestico / Sicario / Araldo
Bruno Venanzi Prima apparizione
Giulia Gabrielli Seconda apparizione / Terza apparizione
Francesco Cusumano Duncano
Nunziatina Lo Presti Fleanzio

Orchestra Filarmonica Marchigiana
Coro Lirico Marchigiano

Martino Faggiani maestro del coro
Massimo Fiocchi Malaspina altro maestro del coro
Banda Salvadei complesso di palcoscenico

coproduzione dell’Associazione Arena Sferisterio con il Teatro Massimo di Palermo e il Teatro Regio di Torino

Macerata, Arena Sferisterio, 4 agosto 2019

Uno spettacolo destinato a segnare la storia di un teatro e che sarà ricordato per anni come uno dei migliori visti a Macerata. Merito di una serie di componenti, a cominciare dalla regia di Emma Dante.

 

Saioa Hernandez (Lady Macbeth) e Roberto Frontali (Macbeth)

Nato per i teatri di Palermo e Torino e poi ripensato per l’ampio spazio aperto dello Sferisterio, il Macbeth di Emma Dante riesce a rendere concrete e visibili le componenti intime del testo e della musica, come la forza primordiale della natura, nel primo atto espressa con streghe e satiri, il corpo umano sacro e violato di Duncan rappresentato come una scultorea deposizione di Cristo con lavaggio rituale della candida pelle, lunghe scie di sangue che diventano vestiti e mantelli, il metallo dei cancelli che separa e isola, la foresta dal sapore siciliano composta da basse piante di fichi d’India.

La scena essenziale di Carmine Maringola è creata da elementi in continuo movimento che si scompongono e si ricompongono, si spostano a creare ambienti mentali e fisici sempre nuovi. I costumi di Vanessa Sannino hanno una forte componente simbolica sia nei materiali (pelli e pellicce) sia nei colori (rosso, bianco, nero-grigio). Essenziali per la riuscita dello spettacolo e soprattutto per l’impatto emotivo nello spettatore le coreografie di Manuela Lo Sicco, mirabilmente messe in scena da mimi e figuranti. Le luci perfette, spesso di taglio, di Cristian Zucaro completano la componente tecnica, dando alla scena un senso naturalistico e antinaturalistico al tempo stesso, dove i notturni, mentali e non, dominano il tempo e lo spazio, idealmente sovrastati dall’incombente muro di mattoni.

Francesco Ivan Ciampa dà una lettura mirabile della partitura, assecondato da una buona prova dell’Orchestra Filarmonica Marchigiana : tempi ritmati ma non veloci, suoni evocativi ma non manierati, amalgama ruvido che alla perfezione rende il senso dell’opera. Ciampa dirige con forte senso teatrale un’orchestra che suona davvero bene : la tinta cupa, nevrotica e notturna che la regia esalta è attraversata musicalmente da lampi lividi e ansiogeni fin dalla prima scena, dominata da un telo bianco macchiato di rosso, quasi un intestino in perenne subbuglio.

Saioa Hernandez (Lady Macbeth)

Roberto Frontali è un Macbeth di gran classe, un signore nel contegno e nell’atteggiamento dilaniato dalle profezie e da una ambizione su cui calca la mano la Lady, interpretata da una Saioa Hernandez in stato di grazia : raramente si era ascoltata, soprattutto all’aperto, una voce altrettanto espressiva e bella in ogni sua componente, accompagnata da una grande capacità attoriale. Frontali ha dei centri vellutati e solidissimi, è sicuro nel registro alto e ben timbrato in quello grave : è un interprete che decide di non imporsi in modo forte ma di esprimere al meglio ogni piega del personaggio. Hernandez ha una linea di canto ben appoggiata e controllatissima, sicura e prodiga di musicalità nelle agilità ; il risultato è una Lady irresistibile e tormentata al tempo stesso. Alex Esposito ci ha abituato a perfette interpretazioni, vocali e attoriali, in altri repertori e ci ha qui positivamente sorpreso : il suo Banco è meditato, di forte rilievo e scavato in profondità. Giovanni Sala è un Macduff di grande efficacia. Credibili Fiammetta Tofoni (Dama di Lady Macbeth) e Rodrigo Ortiz (Malcolm). Con loro sono adeguati tutti i comprimari : Giacomo Medici (Medico), Cesare Kwon (Domestico / Sicario / Araldo), Bruno Venanzi (Prima apparizione), Giulia Gabrielli (Seconda apparizione / Terza apparizione), Francesco Cusumano (Duncano) e Nunziatina Lo Presti (Fleanzio). Giova ricordare la giusta presenza scenica e l’interpretazione del Coro Lirico Marchigiano preparato da Martino Faggiani e che qui ha un ruolo quasi da protagonista.

Il pubblico risponde molto positivamente : tutte esaurite le recite di un titolo non usuale nei teatri, soprattutto estivi, molti applausi a scena aperta e un trionfo per tutti alla fine.

"Si colmi il calice"…

 

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Francesco Rapaccioni
Giornalista pubblicista dal 1996, segue con grande passione il teatro in genere e prosa e lirica in particolare, recensendo spettacoli e concerti sia in Italia che all'estero per testate nazionali e locali. Da anni conduce trasmissioni radiofoniche culturali su circuiti nazionali e regionali. Legge e viaggia in modo compulsivo e, al tempo stesso, dirige un piccolo teatro a San Severino Marche, in provincia di Macerata. Dopo alcuni anni negli Stati Uniti, vive oggi stabilimente in Italia, nelle Marche, dove si occupa anche di promozione culturale e turistica del territorio. Ma sempre con uno sguardo attento e curioso a ciò che accade nel mondo.
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