• Lunedì 16 ottobre 20:30
    Sala Verdi, Conservatorio di Milano – Via Conservatorio, 12

    Pianista Yevgheny SUDBIN

    Programma v-Sudbin-playing_2186261b

    F. J. HAYDN Sonata in si minore
    L. V. BEETHOVEN Sonata n.32 in do minore op.111
    D. SCARLATTI Sonate
    N. MEDTNER Sonata Tragica
    W. A. MOZART ' Lacrimosa (arr. Sudbin)
    C. SAINT-SAENS Danse Macabre (arr. Sudbin, da Liszt & Horowitz)

Stagione 2017–2018 : Primi incontri 9 e 16 ottobre 2017

La singolarità delle Serate Musicali di Milano, direttore artistico Hans Fazzari è di offrire alla città un ricchissimo programma cameristico, con artisti famosi o esordienti, dal 1968. Una certa idea della musica e dell'arte, la illustra ancora il fitto programma della stagione 2017–2018,  che inizierà il prossimo 16 ottobre nella sala grande del Conservatorio Giuseppe verdi di Milano.

« Viviamo circondati dalla non-musica. Io cerco solo un po’ di verità ». Detta così, può sembrare una frase enfatica, gigiona. Ma a pronunciarla è Hans Fazzari, uno che va preso molto sul serio. Pianista sublime prestato all’organizzazione concertistica, Fazzari è l’anima artistica, da una vita, delle Serate Musicali di Milano. Questa società concertistica esordì nel 1968 alla Società del Giardino, nel favoloso Salone d’Oro di palazzo Spinola che frequentò anche Stendhal, e alla metà degli anni ’70 si trasferì al più capiente Conservatorio, facendo diventare “di casa”, a Milano, solisti come Nathan Milstein, Nikita Magaloff, Pierre Fournier, Mstislav Rostropovich, Sviatoslav Richter, e presentando “giovani” (allora lo erano) come Martha Argerich, Shlomo Mintz, Gidon Kremer, Pinchas Zuckerman, Philip Fowke, Stephen Hough, Andras Schiff. Ma basterebbe un nome, uno solo, fra gli artisti eccezionali chiamati negli anni a impreziosire l’albo d’oro e a fare di Milano una delle capitali europee della musica cameristica, a giustificare quella ricerca di « autenticità » nell’interpretazione e nell’idea stessa della musica che si manifesta nella sigla “Pro veritate” apposta alle stagioni : Shura Cherkassky, l’allievo di Joseph Hoffman, che fu a sua volta allievo di Anton Rubinstein… Nessuno, come le Serate, ha fatto esibire così spesso in Italia il genio di Odessa nel corso del suo ultimo, abbagliante decennio di vita (morì nel 1995). Un merito storico, condiviso in parte con il Ghione di Roma, un’autentica “impresa” artistica culminata in una biografia splendida, firmata da Hans Fazzari e dal critico e musicista Francesco Maria Colombo : Per un omaggio a Shura Cherkassky (Nuove Edizioni, 1998). Vi si legge che “Shura Cherkassky si avvicinò alla verità. Quindi alla malinconia”. È la cifra di un’idea della musica.

Yevgueny Subdin

Le Serate ripartono, con la consueta messe di musica cameristica e pianistica, lunedì 16 ottobre, nella sala grande del Conservatorio (www.seratemusicali.it), come sempre. A esibirsi sarà, al pianoforte, un russo talentuosissimo, Yevgheny Subdin, con un programma intessuto di virtuosismi romantici, una sorta di marchio delle Serate : Scarlatti, Haydn, Beethoven (op. 111), Medtner (Sonata tragica), Mozart (Lacrimosa, nell’arrangiamento dello stesso Subdin) e Saint-Saëns (Danse macabre, ancora con arrangiamento Subdin, da Liszt & Horowitz). Seguiranno altri 18 concerti della “Serie A”, fino a febbraio, poi altri 19 del “Festival Omaggio a Milano”, con i più grandi nomi del circuito mondiale, poi una decina di altri concerti fuori abbonamento o della serie “Off”.  Due le novità che quest’anno spiccano : il debutto dell’opera (in forma di concerto) e addirittura del cinema.

Cominciamo dai solisti. Molti sono i nomi di livello internazionale : i violoncellisti Giovanni Sollima e Steven Isserlis, i violinisti Leonidas Kavakos, Ilya Gringolts, Uto Ughi, Gidon Kremer, il violista e direttore Yuri Bashmet, il flautista Andrea Griminelli. Per quanto riguarda i pianisti, accanto a nomi quali Alexander Lonquich, Louis Lortie, Ramin Bahrami, Seong-Jin Cho,

Mikhail Pletnev

occorre fare una speciale sottolineatura per Mikhail Pletnev (7 maggio), l’inaugurale Subdin (16 ottobre, 4 dicembre), la cinese Sa Chen (16 aprile), Evghenij Bozhanov (29 gennaio), la georgiana Elisso Virsaladze (6 novembre e 26 marzo), la cubana Juana Zayas (18 dicembre), Freddy Kempf (15 gennaio), Piotr Anderszewski (data da definirsi). E inoltre per due italiani legatissimi alla vicenda storica delle Serate : il salentino Roberto Cappello, uno dei più sicuri virtuosi lisztiani (8 gennaio, con Schubert/Liszt e Beethoven/Liszt, e 14 maggio, con Gershwin); e Andrea Bacchetti (23 ottobre e 23 aprile).

Ma bisogna dire dell’opera. A parte l’anteprima di stagione di lunedì 9 ottobre con Alter Amy,  una composizione del 2016 di Piergiorgio Ratti ispirata alla tragica vicenda della divina del pop Amy Winehouse, associato nella stessa sera alla Serva padrona di Pergolesi (Orchestra Antonio Vivaldi, direttore Lorenzo Passerini), i titoli inseriti nel cartellone saranno anzitutto il Satyricon di Bruno Maderna, che sarà eseguito dall’Ensemble di musica contemporanea del Conservatorio “Verdi” (3 novembre); e poi, il 13 novembre, una rarità come La Falena, “leggenda in tre atti” dell’istriano Antonio Smareglia (1854–1929), su libretto di Silvio Benco, un esemplare tipico di quel “teatro di poesia”, estetizzante, che a fine ‘800 voleva contrapporsi all’opera “realista” tradizionale e ancora più a quella “verista” (la prima rappresentazione fu a Venezia nel 1897). Protagonista, Denia Mazzola Gavazzeni, mentre Marco Finco dirige l’Orchestra Filarmonica Italiana.

Francesco Libetta

Il capitolo del cinema riserva forse l’appuntamento più insolito. Il 5 febbraio 2018, il salentino Francesco Libetta, pianista dal virtuosismo straordinario, divenuto famoso per aver eseguito per le Serate, tra 1994 e 1995, in prima assoluta, l’integrale degli Studi sopra gli Studi di Chopin di Leopold Godowsky (1870–1938), suonerà durante la proiezione di due celebri film dell’era del muto. Si tratta di Cenere (1916, regia di Febo Mari), unico film di Eleonora Duse, qui con la colonna sonora di Philip Glass ; e di Rapsodia satanica (1915, regia di Nino Oxilia), qui con la musica originale che scrisse Pietro Mascagni. Una curiosità. Gianni Rondolino, nell’opera Utet “Musica in scena”, scrisse che “fu proprio la musica di Mascagni a salvare dal fallimento artistico il film, per una sorta di accorta fusione di elementi sonori disparati, con effetti drammaturgici indubbiamente efficaci”. Il titolo del concerto ? Eleonora Duse, Gabriele D’Annunzio, Debussy e…La pioggia nel pineto.

Denia Mazzola Gavazzeni
Sergio Rizza
Sergio Rizza, milanese, 48 anni, giornalista professionista, è caposervizio del quotidiano free press "Metro", dove lavora dal 2000. Ha seguito e segue, oltre ai maggiori fatti di cronaca e politica, le stagioni di musica concertistica e operistica di Milano e della Lombardia.
Crediti foto : In prima pagina l’Orchestra Sinfonica di Budapest Mav 
© Serate Musicali

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