“Quest’anno ci siamo proposti di esplorare percorsi meno frequentati, accanto a quelli del repertorio più conosciuto”, ha annunciato Serge Dorny, Direttore generale dell’Opéra de Lyon presentando la Stagione 2018–19, la quindicesima sotto la sua guida. “Senza rinunciare, naturalmente, ai titoli più popolari e amati ma dando spazio ad alcuni oggi sconosciuti o dimenticati e a creazioni contemporanee”. Un programma variegato e intrigante fin dalle prima mosse, che si apre con il raramente rappresentato Mefistofele di Arrigo Boito : una Prima per il teatro lionese e anche per il Direttore Musicale, Daniele Rustioni, come prevede il suo impegno di una nuova importante esperienza esecutiva per stagione (l’anno scorso fu il War Requiem di Britten). In coproduzione con l’Opera di Roma, lo spettacolo si avvale della messa in scena di Alex Ollé de La Fura del Baus, gruppo di artisti la cui vena surreale e immaginifica promette di rendere con efficacia l’atmosfera luciferina del capolavoro di Boito.
Cantano John Relyea nel ruolo del titolo, Paul Groves in quello di Faust, Evgenia Muraveva come Margherita (dall’11 al 23 ottobre).
Rustioni, applauditissimo protagonista nel 2017–18 del Festival Verdi con un incisivo Macbeth e un raffinato Don Carlos, rientrerà poi nel prediletto filone verdiano con Nabucco, presentato in forma di concerto e in coproduzione con il Théâtre des Champs Elysées di Parigi. La compagnia è dominata da Leo Nucci, accanto all’Abigaille di Anna Pirozzi, alla Fenena di Enkelejida Shkosa, allo Zaccaria di Riccardo Zanellato e al’Ismaele di Antonio Poli (5 e 7 novembre all’Auditorium).
Per mettere in scena L’heure espagnole di Ravel, dalla drammaturgia poeticamente sospesa tra fiaba e commedia musicale, è stato chiamato un artista dell’immagine, Grégoire Pont, conosciuto per le sue animazioni televisive di musica classica oltre che per le illustrazioni su riviste e libri. Sul podio di questa nuova produzione vi sarà Jonathan Stockhammer, in palcoscenico si esibiranno i cantanti dello Studio del teatro (dal 17 al 21 novembre). La stessa giovane compagnia sarà chiamata più avanti a interpretare la ripresa di uno spettacolo varato nel 2015 e molto apprezzato : il dramma Giulietta e Romeo di Boris Blacher, musicista di vita e cultura europee che, pur ispirandosi a Shakespeare per la vicenda d’amore, lo ambientò in Germania durante gli anni del nazismo e della seconda guerra mondiale (al Théâtre de la Croix Rousse, dall’8 al 15 febbraio).
Al direttore Stefano Montanari, habitué dell’Opéra de Lyon dove il suo talento si è rivelato con particolare spicco, e al celebre regista Claus Guth, che vi arriva per la prima volta dopo memorabili successi a Salisburgo e a Parigi, è affidata la nuova edizione di Rodelinda, capolavoro degli anni londinesi di Haendel che conobbe un autentico trionfo al suo tempo non meno che nelle sue riprese moderne. Più che promettente la compagnia di canto composta da specialisti del Barocco come Sabine Puertolas nel ruolo del titolo e Sara Mingardo in quello di Edvige (dal 15 dicembre all’1 gennaio).
Un altro fra i più ammirati registi d’oggi, Krzysztof Warlikowski, debutta a Lione cimentandosi in un’opera tra le più rappresentative della metà del Novecento, Da una casa di morti di Leoš Janáček, che una memorabile interpretazione di Patrice Chéreau unita alla direzione di Pierre Boulez iscrisse per sempre fra i capolavori del nostro tempo trasferendo il soggetto, tratto da Dostoievski, dalle prigioni zariste a un gulag sovietico. Warlikowski, forte del suo potente realismo teatrale, lo affronterà lavorando con una straordinaria compagnia di cantanti-attori, affiancato dal direttore Alejo Pérez (dal 21 gennaio al 3 febbraio).
La più attesa fra le rarità è L’incantatrice di Ciaikovski, anche perché riporta sul podio il Direttore Musicale Daniele Rustioni in una prova d’estremo impegno e interesse. Il giovane Maestro sarà affiancato da un regista da scoprire, l'ukraino Andriy Zholdak, noto per i suoi adattamenti teatrali dei romanzi di Dostoievski, Gogol, Solgenistin ma esordiente sulla scena lirica. L’opera, travolgente nella sontuosità musicale e vocale, ha al suo centro una fascinosa figura femminile capace di suscitare passioni estreme, rivalità e conflitti che coinvolgono un’intera comunità. Intorno alla protagonista Ksenia Vyaznikova, si muoverà una compagnia di canto interamente russa. (dal 15 al 31 marzo).
Personaggi avvincenti, trasferiti dal mito in due capolavori barocchi, sono al centro anche delle due opere che seguiranno : Didone ed Enea di Purcell e Il ritorno di Ulisse di Monteverdi, arricchite da inserti di musica nuova e rivisitate da uno sguardo registico attuale ; la prima attraverso un contributo del jazzista finlandese Kalle Kalima e alla messinscena dell’ungherese David Marton, allievo di Christoph Marthaler ; la seconda grazie alla direzione e agli arrangiamenti di Philippe Pierlot e all’audace fusione di cantanti, attori, danzatori, marionette e mimi nella regia di William Kentridge (alla Maison de la Danse, dal 29 marzo al 3 aprile).
Merita di essere più largamente conosciuta Les enfants du Levant, singolare partitura operistica per voci infantili ideata nel 2001 da Isabelle Aboulker, apparsa già con successo in diversi teatri francesi, che approderà a Lione con la direzione di Karine Locatelli e la regia di Pauline Laidet (al Théâtre de la Renaissance dal 6 al 13 aprile).
Seguita dalla prima mondiale, in coproduzione con altre sei grandi istituzioni operistiche d’Europa e Stati Uniti, di Lessons in Love and Violence del compositore inglese George Benjamin, classe 1960, nella rosa dei più importanti del nostro tempo, considerato l’erede di Britten. Il testo, come tutti quelli delle opere teatrali di Benjamin, si deve a Martin Crimp e delinea la vicenda di una famiglia reale combattuta fra amori e doveri pubblici. Come in altre felici occasioni, a loro si aggiungerà la regista Katie Mitchell, artista che ha ormai conquistato fama internazionale per le sue realizzazioni sempre originali per non dire sensazionali.
Di classe assoluta la compagnia di canto dove, sotto la direzione di Alexandre Bloch, spiccano nei ruoli regali Stephane Degout e Georgia Jarman (dal 14 al 26 maggio).
La Stagione operistica si chiude con Barbe-Bleu, piccolo capolavoro poco rappresentato di Jacques Offenbach, affidato a un giovane talento della direzione d’orchestra, Michele Spotti, e a una brillante compagnia di canto. Sotto la guida sapiente di Laurent Pelly che compie una nuova tappa del suo lungo e ricco percorso di regista offenbachiano (dal 14 giugno all'1 luglio).
Il programma dei concerti offre, tra gli appuntamenti più interessanti, la Serata Sheherazade che Daniele Rustioni dedicherà a musiche di Ravel, Borodin e Rimski-Korsakov in risonanza con la sua esecuzione de L’incantatrice di Ciaikovski (23 settembre), una Serata di Gala nella quale il Direttore Musicale si presenterà con la violinista Francesca Dego, sua compagna d’arte e di vita (8 novembre), recital di Felicity Lott, di Krjstian Zimerman, Concerti da Camera e altro ancora.
Il cartellone del Balletto, dichiaratamente sotto l’egida della danza contemporanea, è illustrato dalle creazioni di Trisha Brown, Jiri Kilian, Maguy Marin e altri grandi coreografi.