Carlo Goldoni (1707–1793)
La Villeggiatura (1761)
Le Smanie per la villeggiatura, Le Avventure della villeggiatura e Il ritorno dalla villeggiatura.
Prima assoluta : ottobre 1761 Teatro San Luca, Venezia

Registrazione per la TV di Pierre Badel (1979)
Diffusione il venerdì 19 aprile 2020 nella rete Youtube della Comédie-Française

Testo originale : Carlo Goldoni
Adattamento e regia : Giorgio Strehler
Testo francese : Félicien Marceau
Scene : Ezio Frigerio
Costumi : Franca Squarciapino
Musica : Fiorenzo Carpi

Con la troupe della Comédie-Française, François Beaulieu (Guglielmo), Pierre Dux (Filippo), Jacques Eyser (Fulgenzio), Denise Gence (Sabina), Claude Giraud (Leonardo), Gérard Giroudon (Tognino), Catherine Hiegel (Brigida), Bernadette Le Saché (Rosina), Ludmila Mikaël (Giacinta), Yves Pignot (Cecco), Catherine Salviat (Vittoria), Françoise Seigner (Costanza), Jacques Sereys (Ferdinando), Marcel Tristani (Paolo)

Produzione : Comédie-Française

 

Produzione della Comédie Française 1978 al Théâtre National de l’Odéon di Parigi.

Ecco uno spettacolo di Strehler mai visto in Italia, l'unica sua produzione de La Villeggiatura risale agli anni cinquanta al Piccolo Teatro. Poi questa, in francese, all'Odéon di Parigi. Siccome è stata riproposta in streaming dalla Comédie Française, abbiamo pensato che certi lettori sarebbero interessati a leggere questa recensione, e forse, vedere la ripresa video, tutt'ora in vendita. Uno dei grandi spettacoli degli ultimi decenni. Strehler all'apice che entra alla grande con Goldoni nel repertorio della Comédie Française.

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In questi tempi incerti, che portano molteplici e legittime preoccupazioni per le arti dello spettacolo, ricordiamo le varie e spesso felici iniziative che hanno permesso di mantenere comunque un legame con esso. Naturalmente, come ben sappiamo, non sostituiscono la presenza nei teatri. Gli artisti, i team tecnici e il pubblico non possono trovarsi al di fuori di questa esperienza hic et nunc assolutamente insostituibile. Nel frattempo, per stimolare questa voglia di ricongiungersi, segnaliamo ai lettori francofoni  “La Comédie continua”! il canale YouTube della Comédie-Française, che permette ancora oggi di vedere le registrazioni quotidiane di recenti spettacoli come, ad esempio, quello del Petit Maître corrigé di Marivaux di cui parlavamo nella parte francese del sito qualche settimana fa. È anche l'occasione di rivedere con grande piacere vecchie registrazioni come quella de La Villeggiatura, nella famosa regia di Giorgio Strehler – ancora disponibile in DVD (edizioni INA) – trasmessa il 19 aprile, registrata per la rete di allora Antenne 2, in un momento in cui la televisione pubblica trasmetteva una diretta teatrale per quasi cinque ore a metà pomeriggio. Il regista co-fondatore del Piccolo Teatro, scomparso nel 1997, ha spesso rivisitato i classici europei. Dopo una prima produzione al Piccolo Teatro di Milano nel 1954–1955, fa rivivere in francese La Villeggiatura – la nuova regia di un testo è abbastanza rara per Strehler – e ricorda il suo legame con il teatro di Goldoni, nel quale ammirava in particolare la sua capacità di rappresentare le qualità e le carenze dell'umanità. Inoltre, questa prima regia alla Comédie-Française, soprattutto sul palcoscenico del Teatro dell’Odéon ((Dove aveva presentato prima tanti spettacoli mitici : Il Campiello, Arlecchino servitore di due padroni, Il Giardino dei Ciliegi, La Tempesta)), si riferisce al rapporto speciale del regista italiano con questo teatro di cui è diventato direttore e dove ha sviluppato il progetto "Teatro d’Europa" dal 1983 in poi. Wanderer riferisce di questo evento. 

Giacinta (Ludmila Mikaël) e Filippo (Pierre Dux) nella loro casa prima di partire in campagna

Il sipario si alza sul palcoscenico dell'Odéon e scopriamo l'imponente scenografia di Ezio Frigerio delle Smanie per la villeggiatura, la prima delle tre commedie. Siamo nella sala principale della casa di Leonardo (Claude Giraud) e Vittoria (Catherine Salviat) – a cui corrisponde simmetricamente quella della casa di Filippo (Pierre Dux, magistrale in questo ruolo) e di sua figlia Giacinta (l'inquieta Ludmila Mikaël), due luoghi dove l'azione si muove alternativamente dopo ogni alzare del sipario durante questa prima parte ; l'azione ? piuttosto l'agitazione isterica che caratterizza i personaggi in questo momento. Si tratta di una partenza imminente per un soggiorno in campagna. La vacanza, questa smania, come indica il titolo, induce già il disturbo mentale a cui si riferisce. Questa irrisoria alternativa all'ozio borghese, a questo "lockdown" in spazi gemelli vasti ma piuttosto vuoti, illuminati da una luce artificiale e opprimente – Strehler  (con il mago Frigerio) eccelle tanto in queste innovative composizioni visive che utilizzano, tra l'altro le luci a basso angolo, creando notevoli chiaroscuri – alimenta un riscaldamento burlesco scandito da tanti gesti quante sono le voci che tirano sugli acuti. Da notare i lazzaroni degni della commedia dell'arte : per esempio, Cecco, il servo di Leonardo (Yves Pignot, molto bravo), continua a bussare alla porta ogni volta che esce. Non c’è più ragione, c’è solo follia.

Vittoria (Catherine Salviat) nella sua casa, prima di partire in campagna

La situazione dei personaggi è piuttosto semplice : Leonardo è un giovane borghese sprecone, pieno di debiti, che vuole a tutti costi accompagnare il suo vicino Filippo in campagna, nonostante le grandi spese che questo comporterà, oltre a soddisfare i capricci che la sorella minore Vittoria gli chiede continuamente. La prima scena mostra le difficoltà materiali che i due giovani incontrano : il valletto Paolo (Marcel Tristani) avverte il suo padrone che è inseguito da alcuni creditori. D'altra parte, la situazione di Filippo è difficilmente più invidiabile : Giacinta è una grande spendaccione e il suo amico Fulgenzio (Jacques Eyser) fa notare che prende sempre denaro da lui per andare in vacanza "a fare come tutti gli altri", e che chi ne beneficia "mette a rischio il suo onore". Emerge così la satira : tra costose abitudini sociali e capricciose richieste di superfluo, emerge la ristrettezza di vedute di una borghesia molto attenta alla propria immagine, costantemente preoccupata del decoro e spensierata. Questo è perfettamente riassunto dall'esclamazione : “Viva il bel tempo ! Viva l'allegria, viva la villeggiatura”

Le scene di'Ezio Frigerio per "Le Avventure della villeggiatura"

Questa gioventù ricca in superficie si occupa comunque di questioni di cuore. Leonardo è turbato dal fatto che Filippo abbia voluto portare il giovane Guglielmo (François Beaulieu) in campagna con loro. La gelosia lo tormenta perché è innamorato di Giacinta che… non lo odia. Niente di più. Quest'ultima vorrebbe in particolare curarlo dalla sua diffidenza, che lei considera inopportuna e indecorosa. Perché le apparenze hanno la precedenza su tutto (ed è devastante) la ragazza si chiede sempre febbrilmente : "Cosa penserà la gente ? ". Possiamo indovinare qui una gravità di fondo che avvicina a Molière. Monsieur Jourdain, il borghese gentiluomo potrebbe non essere mai lontano da Livorno. Il regista, nella sua direzione degli attori, lo fa percepire abilmente attraverso la sua preferenza per gli eccessi del comico, che hanno sempre la loro parte di oscurità.

Nella seconda pièce, Le avventure della villeggiatura, che diventa quasi un secondo atto nell'insieme molto omogeneo dell'adattamento di Strehler, le paure di Fulgenzio si rivelano fondate : Giacinta e Guglielmo si innamorano l'uno dell'altro in uno spazio splendido che riproduce una terrazza aperta in lontananza su un fondale dai colori tenui. Bucolica ma distante e in definitiva piuttosto cupa. Tutti i membri di questa piccola società che ora conosciamo si incontrano di nuovo durante la villeggiatura. Lontano dalle passeggiate in campagna, si ritrovano per abbuffarsi, per giocare o per assistere a spettacoli – momenti teatralmente splendidi che rivelano gli effetti degradanti dell’ozio collettivo, quasi ad anticipare il teatro di Čechov. Tutto uguale in campagna come in città. Sono tutti ossessionati dalla loro immagine o dal loro interesse, come lo scroccone Ferdinando (Jacques Sereys) che si dispera a lungo per l'assenza di un servo che gli serva il suo cioccolato. L'idillio tra Giacinta e Guglielmo è naturalmente ostacolato dalle buone maniere, dalla reputazione costantemente minacciata, dall'onore sempre sul punto di essere distrutto "Cosa dirà la gente ? ", ecco l’ossessione perpetua in questo universo un universo che rischia sempre di vacillare sul filo del rasoio..

Sabina (Denise Gence), la zia di Giacinta, in villeggiatura

Per questo si sta preparando il contratto, l'unione con Leonardo è ufficializzata. Brigida (la petulante Catherine Hiegel) arriva a chiedere aiuto per la sua padrona alla zia Sabina (Denise Gence), che le preferisce la presenza di Ferdinando, più cafone che mai e la cui unica prospettiva di donazione lo tiene al suo fianco per una possibile unione – andrà nell'ultima parte fino al punto di prendere in giro crudelmente una delle sue lettere d'amore alla presenza di Costanza (la straordinaria Françoise Seignier) il cui atteggiamento sdegnoso rivela ancora una volta i difetti di questa mediocre borghesia urbana. Giacinta si rinchiude in una severità da eroina da romanzo. Lei sceglie di essere ragionevole – cosa che crede di essere. Rinuncia a Guglielmo per mantenere la considerazione dei suoi coetanei. Per il suo onore. Per dimostrare – a torto – a Fulgenzio di averla giudicato male. La seconda parte si conclude con un pezzo di bravura contro l’autore : Giacinta si rivolta contro di lui.

Giacinta (Ludmila Mikaël) tormentata dalla sua passione per Guglielmo

Rifiuta la "lunga scena di disperazione" che lui aveva pianificato per lei proprio in quel momento. Giorgio Strehler rompe la "quarta parete" e, di fronte al pubblico, in un momento incredibile che annuncia Pirandello questa volta, Ludmila Mikaël interpreta una donna spezzata " Figuratevi qual esser puote una donna che sente gli stimoli dell’onore, ed è afflitta dalla più crudele passione. Immaginatevi sentirla a rimproverare se stessa per non aver custodito il cuore come doveva ; indi a scusarsi coll’accidente, coll’occasione e colla sua diletta villeggiatura. La commedia non par finita ; ma pure è finita”.

Siamo commossi con lei da tutto questo spreco. Piange e va dietro le quinte. È ora di tornare a Livorno – ma non è Venezia per Goldoni ? Giù il sipario.

Questa villeggiatura sa di crepuscolo

Inizia quindi Il ritorno dalla villeggiatura. I faretti laterali proiettano una debole luce su Leonardo, avvolto in una coperta, davanti al suo camino. Non ci sono notizie di Filippo e Giacinta. La musica – il materiale sonoro essenziale composto da Fiorenzo Carpi – è cambiata. Il clavicembalo sembra ora molto mal accordato. È che il tempo delle vacanze spensierate è finito. Il tempo della rassegnazione e del rimpianto è appena iniziato. L'effervescenza dell'inizio sembra ormai ben lontana – tranne che per la coppia farsesca formata da Rosina (Bernadette Le Saché) e Tognino (Gérard Giroudon). I creditori sono alla porta. Leonardo sta diventando sempre più cupo. " Quest’anno poi la villeggiatura mi è costata ancor più del solito

”. Il degrado sembra caratterizzare i luoghi tanto quanto i personaggi.
Anche a casa di Filippo, sembra che Giacinta si sia fatta una ragione nel senso stretto del termine. "Come se fosse appena uscita da una lunga malattia. " E si concentra sul suo imminente matrimonio con Leonardo. Risponde alla preoccupazione di Brigida per Guglielmo dicendo che sarà in grado di controllarsi. Costretta dalla sua ragione, quindi. In un momento formidabile in cui il tintinnio dei loro ombrelli a terra orchestra questo momento di tensione, i due rivali si affrontano. Il matrimonio avverrà comunque, dopo il saggio consiglio di Fulgenzio. Giacinta ha persino organizzato l'unione tra il suo amato Guglielmo e Vittoria, la sua futura cognata, con la quale i litigi non sono cessati fin dall'inizio. Per tenere il giovane lontano da lei. La sua dolorosa risoluzione schiaccia la passione. Senza pietà. Sposerà Leonardo e si trasferirà a Genova. Prima della separazione, le due coppie in abiti da lutto stanno in fila simmetrica di fronte al pubblico. Una campana sembra suonare il campanello. Giacinta saluta Guglielmo. Non è affatto la festa del cuore e dell’amore per questo matrimonio funebre. Filippo in un discorso finale agli spettatori insiste. "Avete visto fino a che punto la voglia di villeggiatura può portarvi ? "E conclude le quattro ore dello spettacolo suggerendo quanto sono stati fortunati se ne hanno riso.

È con piacere che abbiamo ascoltato di nuovo il testo di Goldoni, implacabile nella sua composizione. La messa in scena di Giorgio Strehler gli da una luce inaudita.  Egli dimostra la sua illusoria semplicità e rivela tutta la sua profondità. Con gli attori della Comédie Française, fa emergere la sua modernità, la sua forza comica quanto la sua amarezza. Egli accentua abilmente i suoi legami con il teatro di Molière e Marivauxma soprattutto mostra con infinita raffinatezza quanto prefigura Cechov e Ibsen. In verità, il suo adattamento di La Villeggiatura è un quadro immenso, "duro e tenero" come sottolinea lui stesso. E certamente mantiene la sua grande potenza ancora oggi.

La ripresa video è tuttora in vendita

 

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Thierry Jallet
Laureato in Lettere e insegnante, Thierry Jallet insegna anche il teatro e interviene in gruppi di sezioni teatrali nei licei. Molto interessato allo spettacolo da anni et raffinato conoscitore della scena contemporanea nonché del teatro per i giovani, collabora a Wanderer dal 2016.
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