Venerdì 19 Ottobre 2018, ore 20.00
Sabato 20 Ottobre 2018, ore 18.00

VERDI MESSA DA REQUIEM

Direttore| Juraj Valčuha
Maestro del Coro | Gea Garatti

Soprano, Eleonora Buratto
Alto, Veronica Simeoni
Tenor, Antonio Poli
Bass, Riccardo Zanellato

Giuseppe Verdi
Messa da Requiem
Per soli, coro e orchestra

Orchestra e Coro del Teatro di San Carlo

Napoli, Teatro San Carlo, il 19 ottobre 2018

Wanderer dedica un Focus all'inizio stagione del San Carlo di Napoli. Prima tappa : Il requiem inaugurale.

« Il Requiem di Verdi non ha bisogno di commenti che non siano già stati detti. L’ho cantato qui a Napoli per la prima volta, consapevole di fare un’autentica iniziazione vocale, musicale e spirituale. L’emozione provata, della quale sono grata a tutti gli interpreti ad iniziare dal Maestro Valčuha, lo ha reso subito parte di me. So che con questo Requiem farò un percorso interiore che durerà per sempre, aiutandomi ad entrare nelle altezze vertiginose della musica di Verdi. »

Queste parole ci ha detto Eleonora Buratto al termine della esecuzione del Requiem di Verdi che lei affrontava a Napoli per la prima volta con la guida del Maestro Valčuha.

 

 

 

La messa da Requiem inaugurale

Una grande emozione come sempre la Messa che Giuseppe Verdi voleva scrivere come omaggio per Gioachino Rossini nell’occasione della sua morte, a Passy vicino Parigi nel novembre del 1868. Rossini aveva dominato le scene dei teatri di opera e la vita musicale. Verdì era consapevole che per merito del musicista pesarese la musica italiana, l’opera in particolare, aveva avuto negli anni una supremazia in tutta Europa e non solo. Il Maestro di Busseto era di casa a Parigi e aveva avuto modo di verificare il predominio dell’opera italiana così alla morte di Rossini comprese che un capitolo della musica europea si sarebbe chiuso. In una lettera a Ricordi del 17 novembre 1968 scrisse : “Carissimo Ricordi, ad onorare la memoria di Rossini vorrei che i più distinti maestri italiani (Mercadante a capo, e fosse anche per poche battute) componessero una Messa da Requiem da eseguirsi all’anniversario della sua morte. Vorrei che non solo i compositori, ma tutti gli artisti esecutori, oltre a prestare l’opera loro, offrissero altresì l’obolo per pagare le spese occorrenti…” Poi si sa come andarono le cose, malgrado tutti i musicisti si fossero dedicati con grande impegno meschine rivalità tra impresari e sciocche rivalità tra gli esecutori resero impossibile il progetto. Verdi comprese che la sua proposta, animata da nobili finalità, era stata travisata e chiese che non se ne facesse più nulla.

Qualche anno più tardi alla morte di Alessandro Manzoni nel 1873 – a Clarina Maffei aveva scritto “…Ora tutto è finito ! E con Lui finisce la più pura, la più santa, la più alta delle glorie nostre ! …” – non dimenticò il “Libera me” che aveva composto per Rossini e questa volta decise di fare da solo e scrisse una Messa da Requiem che sarà un omaggio per il cattolicissimo Manzoni da parte di un musicista laico e poco vicino alla chiesa.

Il maestro Valčuha a due anni dalla nomina di Direttore musicale del San Carlo è sempre più a suo agio sul podio dell’orchestra del Massimo napoletano ; Il 42enne direttore d’orchestra slovacco è stato confermato alla direzione musicale del Teatro San Carlo a Napoli per altri tre anni, fino al dicembre 2021.

Nello scorso aprile a Valčuha è stato assegnato il prestigioso Premio Abbiati 2018, il riconoscimento che l’Associazione nazionale critici musicali attribuisce a fine stagione agli artisti, ai teatri alle orchestre e ai protagonisti della vita artistica che si sono distinti per qualità e per particolare impegno. Questa è la motivazione per il premio a Valčuha « per il folgorante esordio e i risultati del primo anno di direzione musicale al San Carlo, dove ha restituito i tre diversi linguaggi di "Elektra", "Carmen" e soprattutto "Fanciulla del West" con affascinante identità sonora, ampliando nel teatro quella profonda maestria di orchestratore già apprezzata nella precedente costruttiva esperienza con l'Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai ».

Il Premio è intestato al bergamasco Franco Abbiati, per quaranta anni titolare della rubrica musicale sul “Corriere della sera”, premio di prestigio riconosciuto per le scelte indipendenti e sempre rigorose della Giuria dei critici musicali italiani.

Il maestro ha dovuto interrompere e ripetere l’attacco, sabato 20 ottobre, un cellulare ha squillato in sala dove il pubblico attentissimo aspettava l’Introito “Requiem aeternam dona eis, Domine : et lux perpetua luceat eis… con i solisti e il coro molto ben preparato dal maestro Gea Garatti. Emozionante con il timbro pieno bello e dolente e la sua attenzione al testo il soprano Eleonora Buratto ha reso pienamente la melodrammaticità di questa pagina sacra soprattutto nel Libera me finale. Il mezzosoprano Veronica Simeoni, sostenuta dalla sua bella voce dal colore brunito e dalla tecnica puntuale ha cantato con grande suggestione il Liber scriptus ; le due pagine per soprano e mezzo Recordare e Agnus Dei hanno permesso alle due artiste di trovare una sintonia non comune. Sempre più bravo il basso Riccardo Zanellato sicuro nel Mors stubebit e nel Confutatis maledictis, ha rappresentato con molto pathos l’ansia per il giudizio divino e lo smarrimento dei dannati. L’Ingemisco affidata al tenore è forse una delle pagine più conosciute del Requiem, Antonio Poli lo ha cantato con molta partecipazione ed emozione tanto che nel finale l’acuto è arrivato leggermente compresso. Juraj Valčuha ha tenuto insieme con fermezza, pur concedendosi all’emozione, Orchestra Coro e cantanti e ha offerto una lettura lucida di questa pagina così particolare e sentita di Giuseppe Verdi. Nel finale quando le note della partitura si affievoliscono il maestro si è fermato per alcuni istanti mentre il pubblico restava immobile prima di applaudire con entusiasmo sentito.

Eleonora Buratto

La Stagione Sinfonica prevede 14 concerti fino al 6 ottobre 2019 con ospiti di grande prestigio.

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