In tutta Europa si guarda con ansia al pubblico dei teatri d'opera, che hanno sofferto, come il resto del mondo dello spettacolo, per le chiusure in seguito alla pandemia della corona. Tuttavia, dove il sistema delle troupe e del teatro di repertorio è ben consolidato, i teatri hanno resistito meglio che altrove. Altrove, ad esempio in Francia, i teatri d'opera si trovano in gravissime difficoltà economiche, al punto da dover rinunciare a parte della stagione a causa dell'aumento dei prezzi dell'energia, che non è compensato dagli aiuti pubblici, né dal sufficiente ritorno del pubblico nei teatri. Si sta quindi valutando l'installazione di un sistema di troupe in Francia, dimenticando semplicemente che il numero di rappresentazioni d'opera di un teatro in Francia supera raramente la trentina all'anno, numero notoriamente insufficiente per consentire un ensemble vitale.
Inoltre, è in gioco anche la questione dei finanziamenti, in quanto l'Italia conosce il sistema delle Fondazioni, un finanziamento "privato" erogato il più delle volte da finanziatori pubblici o semipubblici, ad eccezione di istituzioni molto grandi. Il sistema delle Fondazioni o delle privatizzazioni funziona solo per le istituzioni prestigiose che permettono agli sponsor privati di associare il loro nome alla Scala o alla Fenice di Venezia, molto meno a Palermo o a Bari…
L'opera è costosa ovunque, e quindi spetterà alle istituzioni pubbliche (Stato, regioni, città) finanziare i loro teatri d'opera per molto tempo ancora, e dovranno pagare l'aumento dei prezzi dell'energia, l'impronta ecologica di questi teatri e la sostenibilità delle produzioni, che sono concetti nuovi nati dall'irruzione dell'ecologia in tutte le attività dei Paesi industrializzati. Göteborg in Svezia ne è un esempio, ma gli esperimenti di spettacoli "ecologici" in altre strutture si sono trasformati in disastri o in caricature.
L'opera lirica, che è costosa e attira poco pubblico nella maggior parte dei Paesi europei, resisterà a questo cambiamento ? A quali condizioni ? È giunto il momento di riflettere su questo aspetto, dove il pubblico si sta riducendo inesorabilmente da anni (Francia, Italia) e dove teatri, orchestre e cori sono minacciati di chiusura (Regno Unito).
I tempi sono duri.