Gaetano Donizetti (1797–1848)
Anna Bolena (1830)
Opera in due atti
Libretto di Felice Romani
Prima rappresentazione
Milano, Teatro Carcano, 26 dicembre 1830

DIRETTORE : Riccardo Frizza
REGIA : Andrea De Rosa

MAESTRO DEL CORO Roberto Gabbiani
SCENE Luigi Ferrigno da un’idea di Sergio Tramonti
COSTUMI Ursula Patzak
LUCI Enrico Bagnoli

Enrico VIII Alex Esposito / Dario Russo 28 febbraio, 1 marzo
Anna Bolena Maria Agresta / Francesca Dotto 1 marzo
Giovanna Seymour Carmela Remigio / Paola Gardina 1 marzo
Riccardo Percy René Barbera / Giulio Pelligra 1 marzo
Smeton Martina Belli
Sir Hervey Nicola Pamio
Lord Rochefort Andrii Ganchuk *

* dal progetto “Fabbrica” Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma

Orchestra e Coro del Teatro dell’Opera di Roma

Nuovo allestimento
In coproduzione con Lithuanian National Opera and Ballet Theatre

  

Teatro dell'Opera di Roma dal 20 Febbraio al 1° marzo 2019

Dopo Maria Stuarda nella stagione 2016/17 sulle scene del Costanzi un’altra Regina Tudor donizettiana, Anna Bolena, con la direzione di Riccardo Frizza e la regia di Andrea De Rosa. Sicuramente l’appuntamento più interessante della stagione 2018/19 del teatro della capitale.
Da mercoledì 20 febbraio, per sei recite, fino al 1 marzo Maria Agresta, Carmela Remigio, Alex Esposito saranno i protagonisti dell’opera che racconta la tragica meteora di Anna Bolena, la donna che fu una delle cause nel 1533 dello scisma anglicano dalla Santa Sede del Papato di Roma, avvenimento che sconvolse l’Europa.
L’opera verrà trasmessa in diretta sulle frequenze di Radio3/Rai alle ore 20.

Bozzetto di Luigi Ferrigno da un idea di Sergio Tramonti.

“…vi supplico con tutto il cuore di farmi conoscere apertamente e con certezza le vostre intenzioni riguardo al vostro amore…essendo stato colpito dal dardo d’amore ormai da più di un anno intero, senza la certezza di poter trovare posto nel vostro cuore…” queste parole trepidanti furono scritte in francese da Enrico VIII Tudor, sovrano d’Inghilterra, nel luglio del 1527. In un piccolo volume dell’editore Nutrimenti, con saggi di Nadia Fusini e Iolanda Plescia, sono riportate alcune delle missive che il re inviava alla sua amata, determinato a ripudiare la prima moglie Caterina d’Aragona colpevole di non avergli dato eredi maschi ma solo una figlia Maria – da regina sarà ricordata come Bloody Mary – e invaghito della giovane inglese Anna raffinata damigella alla corte fiamminga prima, poi in Francia presso la regina Maria Tudor moglie del re Luigi XII.

Furono anni di dispute e di scontri tra la corte inglese e il papato di Roma, la Storia le rammenta come The Great Matter.

Felice Romani e Gaetano Donizetti furono attratti da una tragedia di Ippolito Pindemonte del 1816 Enrico VIII, ossia Anna Bolena che traeva spunto dall’ Anna Bolena di Alessandro Pepoli (1788) e dall’ Henri VIII di Marie-Joseph Chénier del 1791. Quando fu loro commissionata un’opera per la stagione di Carnevale dal Teatro Carcano di Milano, Romani scrisse di getto un libretto di grande qualità per il musicista bergamasco che, nel frattempo, lavorava a Napoli al Teatro di San Carlo.

Il 10 novembre 1830 era pronto il libretto, così almeno si racconta. Donizetti tornò in Lombardia e – leggenda narra – si ritirò in una villa sulle rive del lago di Como ospite di Giuditta Pasta che avrebbe interpretato Anna. Il 26 dicembre dello stesso anno andò in scena l’opera che segnò una svolta nella carriera di Donizetti. Fu un grande successo. Giuseppe Mazzini scrisse “L’Anna Bolena è tal cosa che s’accosta all’epopea musicale”.

Vincenzo Bellini era presente alla prima, anche a lui era stata richiesta un’opera dal Teatro Carcano che mirava a diventare un palcoscenico di prestigio. La moglie di Felice Romani, Emilia, raccontava che il musicista siciliano fu talmente colpito dalla bellezza e dal successo dell’ultimo lavoro del suo collega da chiedere a Felice Romani, con il quale pensava al nuovo titolo per il loro prossimo lavoro con tema Ernani dal dramma di Hugo, un soggetto diverso un idillio campestre per evitare confronti con il dramma storico che aveva ispirato Anna Bolena. Il 6 marzo 1831 debuttò La Sonnambula di Vincenzo Bellini e Felice Romani, la protagonista Amina era Giuditta Pasta.

Anna Bolena ebbe un grande successo nei teatri in Italia e in Europa. A Milano fu messa in scena alla Scala nel 1877 per un’ultima volta ; si dovette attendere il 1957 quando il maestro Gianadrea Gavazzeni con Luchino Visconti alla regia ripropose l’opera, con molti tagli va detto, nel teatro più prestigioso del mondo. Gli interpreti erano Maria Callas come Bolena, Giulietta Simionato come Seymour, Nicola Rossi-Lemeni Enrico VIII e Gianni Raimondi Riccardo Percy. Fu un trionfo per Maria Callas che confermò la sua inclinazione al repertorio belcantistico del primo ‘800. La critica musicale dell’epoca si profuse in elogi. Massimo Mila su l’Espresso : “…ha conchiuso in trionfo un’interpretazione tutta nobile e prestigiosa…”. Fedele D’Amico su Il Contemporaneo “…Callas cantante che rimane una delle più folgoranti apparizioni del teatro moderno. La sola, certo, capace di ritrovare d’istinto il clima dell’opera italiana del primo ‘800…”.

La riscoperta di questo titolo donizettiano aprì e spianò la strada all’opera italiana, non comica, degli inizi ‘800 che entrò a far parte del repertorio.

Stranamente al Teatro dell’Opera di Roma gli appassionati doverono attendere il 1977 per vederla in scena con la direzione di Gabriele Ferro e la regia di Filippo Crivelli, le scene e i costumi erano quelli della Scala di vent’anni prima ideati da Nicola Benois. Anna Bolena era Leyla Gencer, che aveva studiato la parte con Gavazzeni ed era stata il ‘doppio’ della Callas nel 1957, Boris Christoff era re Enrico e Maria Luisa Nave Seymour. Due anni dopo nel 1979 l’opera di nuovo in scena questa volta alla direzione d’orchestra Nino Sanzogno, sempre con la regia di Crivelli, protagonista la giovane Katia Ricciarelli.

Alex Esposito

Ci sono voluti 40 anni, ma finalmente ora si potrà godere appieno dell’opera in questa ripresa del Teatro Costanzi : Alessio Vlad, direttore artistico, ha specificato che non ci saranno tagli alla partitura neanche quelli tradizionali. Sarà possibile scoprire pagine raramente ascoltate perciò. Vlad ha scelto di far interpretare la parte di Giovanna Seymour ad un soprano e non ad un mezzo, Carmela Remigio, per uniformarsi con la consuetudine del primo ‘800. Due giovani donne avranno le voci di due soprani e e Enrico VIII sarà il grande Alex Esposito (Dario Russo il 28 febbraio e il 1° marzo).

Prove di Anna Bolena : il regista Andrea De Rosa con Maria-Agresta

Lo spettacolo con la regia di Andrea De Rosa, le scene di Luigi Ferrigno da un’idea di Sergio Tramonti, i costumi di Ursula Patzak è coprodotto con il Teatro di Vilnius Opera Nazionale Lituana.

Il maestro Riccardo Frizza, appena nominato direttore musicale del Festival Donizetti di Bergamo guiderà l’Orchestra e il Coro del Teatro dell’Opera.

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Abbiamo incontrato le due protagoniste Maria Agresta e Carmela Remigio e abbiamo chiesto loro di raccontarci il lavoro fatto, come si sono avvicinate e hanno affrontato le parti di Bolena e Seymour.

Annarita Caroli : “Lei Maria Agresta ha interpretato molte eroine verdiane, pucciniane, belliniane ma di Donizetti fin ora ha cantato soltanto Gemma di Vergy a Bergamo per il Festival Donizetti nel 2011, era molto giovane. Ora lei sarà Anna Bolena. Come ci si avvicina a questo titolo?”

Maria Agresta

Maria Agresta :  “Purtroppo sì, non ho ancora avuto modo di cantare un grande personaggio di Donizetti, a parte Gemma. Una grandissima scoperta quest’opera, bellissima parte anche se molto lunga. Ma ho sempre avuto nel cassetto il sogno di impersonare le Regine donizettiane. Ed ora questa doppia sfida cantare per la prima volta Bolena in un teatro nel quale l’opera non compare da 40 anni. Devo dire che mi inorgoglisce molto questa occasione che Roma mi offre ; è una città alla quale sono molto legata fin dall’infanzia.”

M.A :“Questa produzione ha la particolarità di caratterizzare ogni singolo personaggio e trovo sia un’operazione molto bella. Mi diverto tantissimo, anche se è una grande responsabilità confrontarsi con cantanti straordinarie del passato. Mi piace molto scavare nel personaggio anche dal punto di vista registico. Anna è una vera donna, una grande donna con un vissuto che difende con molta dignità e grande forza ; va incontro al suo destino senza paura e non rinnega ciò che è stato e ha vissuto. Rimpiange il suo amore con Percy, forse si sarebbe augurata una vita diversa, più felice. Vive il rammarico di non aver avuto un figlio maschio.”

A.C ”Ma sua figlia Elisabetta sarà sovrana d’Inghilterra…”

M.A.” Eh sì, sarà il suo riscatto”

A.C.:” Come sarà il confronto con Seymour che in questa produzione sarà un soprano, non un mezzo, Carmela Remigio?”

M.A.” Sicuramente si noterà una differenza nelle interpretazioni, più che nella vocalità. Una scelta giusta per me, all’epoca non c’era una grande distanza tra le primedonne, l’orchestra poi aveva un’accordatura e un’intonazione più bassa. Noi due abbiamo comunque due timbri diversi ; ben venga l’accostamento”

A.C.” Lei Carmela Remigio ha dimestichezza con le Regine Tudor ha cantato Elisabetta nel Devereux, e in Maria Stuarda qui a Roma. Ha impersonato Anna Bolena a Bergamo e ha vinto il Premio Abbiati per la sua interpretazione della regina sventurata. Qui a Roma è Jane Seymour, la rivale. Come affronta questa sfida?”

Carmela Remigio

Carmela Remigio : “ La affronto con gli occhi dell’altra donna, avendo vissuto da Anna ora è come la guardassi allo specchio. Poi cantare questa parte da soprano mi spinge a dare un colore interpretativo molto significativo, e non solo vocale. Questa versione integrale poi fa sì che l’opera si riappropri della sua vera identità, cerchiamo di tornare ad una verità.”

C.R.:” E’ un titolo molto atteso dai melomani ed anche da noi cantanti, è mitico. Mi auguro che tutto questo tempo di silenzio qui a Roma, questi 40 anni, segnino uno spartiacque. Erano quelli anni d’oro per le voci ma forse ‑mi permetto di dire – il rigore stilistico e interpretativo non era impeccabile. In questi anni abbiamo dalla nostra parte decine e decine di studi, di analisi dei manoscritti da parte dei musicologi ; è molto importante la ricerca e la volontà del Teatro dell’Opera di restituire una verità, con la versione integrale di Bolena che dura quattro ore a cospetto della versione con i tagli di due ore e quaranta minuti che si fa abitualmente.

Sarà una vera riscoperta, una ritrovata verità”

Riccardo Frizza

 

Crediti foto : © Yasuko Kageyama (Prove)
© Victor Santiago (Alex Esposito)
© Mirco Panaccio (Carmela Remigio)
@ Joan Tomás (Riccardo Frizza)
© Elisa Rinaldi (Maria Agresta)
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