Programma

Richard Wagner (1813–1883)
Götterdämmerung (Il crepuscolo degli dei)

Suite sinfonica dall’opera
Alba e Viaggio di Sigfrido sul Reno

Marcia funebre di Sigfrido

Guglielmo Pellarin, corno

Richard Strauss (1864–1949)
Ein Heldenleben (Una vita d’eroe)
Poema sinfonico op. 40

L’eroe
Gli avversari dell’eroe
La compagna dell’eroe
Il campo di battaglia dell’eroe
Le opere di pace dell’eroe
Il ritiro dal mondo e la fine dell’eroe

Carlo Maria Parazzoli, violino

Orchestra dell'Accademia nazionale di Santa Cecilia

Roma, Auditorium Parco della Musica, Sala Santa Cecilia, venerdi 30 maggio 2025, ore 20:30

Che fortuna, per i non milanesi, che Daniele Gatti abbia disdetto i suoi impegni con la Scala, dopo che non è stato designato come prossimo direttore musicale ! Così sarà più disponibile altrove. È la riflessione affioratami durante il magnifico concerto che egli ha diretto ultimamente a Santa Cecilia. Un concerto memorabile, che ha coinvolto nelle ovazioni finali tanto il pubblico quanto la stessa orchestra, applauditissima anch’essa.

 

In locandina, non musiche rare o novità assolute. Titoli di grande repertorio, invece, attinti da Wagner e Richard Strauss, per un programma collaudato, che Gatti in anni recenti ha già proposto con altre orchestre, e in sale importanti. Ma la lettura che il direttore milanese ha sciorinato, e l’apice raggiunto in simbiosi con l’Orchestra di Santa Cecilia, sono di quelli che non si dimenticano. Non serviranno molte parole. Che cos’è che va sottolineato ? Il disegno di un prisma perfetto, che a ogni sfaccettatura ha collocato un mattone di un edificio che, irresistibilmente, ha inchiodato il pubblico alla poltrona.

Nella prima parte della serata, la suite sinfonica dal Götterdämmerung (Crepuscolo degli dei) di Richard Wagner, suite che unisce Alba e Viaggio di Sigfrido sul Reno e Marcia funebre di Sigfrido. Ed è un’esecuzione che coinvolge, possiede, penetra a fondo l’ascolto. Perché il senso di questa musica, il respiro, il fraseggio, la pasta sonora, qui sono rifiniti in una tornitura di superiore qualità, e avvolgono l’orecchio e l’animo in una dimensione avvincente. La sensazione che prevale è che la conduzione di Gatti faccia letteralmente cantare tanto la musica quanto l’orchestra, in un’eloquenza ammaliante, diversa  – e questo appare già in sé fascinoso –  da quando egli dirige un’opera.  E ottiene così contributi eccezionali, come dimostra il “solo” di Guglielmo Pellarin, straordinario primo corno. Autentico pensiero sinfonico in primo piano ! Come sarà per il successivo titolo straussiano, qui la bacchetta milanese non narra una storia, ma pone in primo piano la perfezione in sé dell’edificio sonoro. Ed è un direttore che ti lascia suonare, dando soddisfazione ai bravissimi professori dell’Orchestra. Dalla quale anche per questo, alla fine, arriverà un’acclamazione.

Nella seconda parte del programma, dipanando le sei sezioni in cui si articola Ein Heldenleben (Una vita d’eroe) di Richard Strauss, fin dall’episodio che presenta il protagonista, la bacchetta di Gatti disegna un profilo ricco di chiaroscuri. È un percorso che attentamente coniuga il carattere vitale e risoluto del personaggio con la sua creatività. E appare ben marcato il cambio di clima del secondo brano, quello degli avversari fastidiosi nella loro grettezza, nel quale pezzo l’eccellenza dei legni di Santa Cecilia è sottolineata dal plastico rilievo della concertazione. Nel brano seguente, dedicato alla compagna dell’eroe, la direzione di Gatti incontra un partner d’eccezione in Carlo Maria Parazzoli, primo violino e protagonista di un lungo “solo”, stupefacente nella bellezza del suono di morbida rotondità e cantabilità, e nell’eloquenza del fraseggio. Ottoni e percussioni sono chiamati a connotare il passo successivo, che nel dosaggio del direttore milanese trova l’equilibrio più opportuno, prima di dare spazio all’autoreferenziale carrellata straussiana di citazioni, che connota il momento seguente. Suggestivo poi il capitolo conclusivo, dove le pastellature di Gatti suggellano con spiccata efficacia evocativa i colori e la trasparenza della partitura. Si è già detto : aperto entusiasmo nei lunghi applausi finali.

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Francesco Arturo Saponaro
Francesco Arturo Saponaro ha esercitato a lungo l’attività di docente in Storia della musica, e di direttore in Conservatorio. Da sempre mantiene un’attenta presenza nel campo del giornalismo musicale. Scrive su Amadeus, su Classic Voice, sui giornali on line Wanderer Site e Succede Oggi. Ha scritto anche per altre testate : Il Giornale della Musica, Liberal, Reporter, Syrinx, I Fiati. Ha collaborato per molti anni con la RAI per le tre reti radiofoniche, conducendo innumerevoli programmi musicali, nonché in televisione per RaiUno e TG1 in rubriche musicali.

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