Forse i programmi che raccontano il suo significato nel modo più eloquente sono due : la prima mondiale di Terza prattica. Monteverdi revisited, un balletto contemporaneo su coreografie di Tero Sarinen e musiche del genio di casa (al Ponchielli mercoledì 29 maggio), e l’inaugurale Orfeo nel metrò (al Ponchielli il 2, 3 e 4 maggio), una produzione eccentrica che sul palcoscenico del teatro cittadino mischierà pubblico e strumentisti nell’ambientazione underground di un vagone graffitato della metropolitana, e che si preannuncia come un’esperienza forse non dissimile dallo Stiffelio messo in scena da Graham Vick al Festival Verdi di Parma o allo storico Infinities concepito da Luca Ronconi per il Piccolo Teatro.
Direttamente sul palcoscenico del “Ponchielli”, dai cantanti e dagli strumentisti della Civica Scuola di Musica “Claudio Abbado” di Milano, sotto la direzione di Hernan Schvartzman e per la regia, le scene e le luci di Luigi De Angelis, sarà eseguito un Orfeo giovane, integrale, che è stato “annunciato” l’11 aprile scorso da un flashmob milanese, sotto la “regia” dello stesso De Angelis, che dello spettacolo al Ponchielli sarà il regista : i cantanti hanno eseguito pagine dell’Orfeo sul tram 14…
Ed è De Angelis, nato a Bruxelles da padre italiano, studi tra Ravenna e Bologna, a raccontare al wanderersite.com : « La vicenda di Orfeo è eterna. Noi faremo uno spettacolo ultra contemporaneo : gli spettatori, appena 150, seduti in palcoscenico, viaggeranno con noi dai campi di Tracia, che per noi sono le campagne del Cremonese, all’ “inferno” underground della metropolitana…mi sono ispirato al Poema a fumetti di Dino Buzzati, una trasposizione al giorno d’oggi del mito di Orfeo, un libro di culto per me : anche nelle scenografie si rivedranno Orfi ed Eura ». Uno spettacolo stimolante, insomma. Attorno al quale c’è molta curiosità. Tant’è vero che è stata aggiunta un replica (il sabato 4 alle 15) alle sole tre inizialmente previste.
Le altre manifestazioni :
Di eccellenza tutti gli altri concerti, tra i quali non si possono non citare, almeno, A due alti, con i controtenori Filippo Mineccia e Raffaele Pe (Chiesa di Sant’Omobono, domenica 12 maggio), Tenebrae Responsoria & Requiem dedicato a de Victoria, di notte, al lume di candela, dall’ensemble Tenebrae di Nigel Short (Chiostro della Chiesa del Foppone, sabato 18 maggio), la “maratona” sulle Variazioni Goldberg di Bach con il cembalista Andrea Buccarella e il Concerto Italiano di Rinaldo Alessandrini (Chiesa di Sant’Abbondio, giovedì 23 maggio e venerdì 24), il monteverdiano, ormai tradizionale appuntamento con il Vespro della Beata Vergine con il Dunedin Consort diretto da John Butt (Chiesa di San Marcellino, sabato 25 maggio) e il Messiah di Handel con il Coro Costanzo Porta e Cremona Antiqua diretti da Antonio Greco (San Marcellino, giovedì 30 maggio).
Un discorso a parte merita l’Accademia Bizantina del cembalista e direttore Ottavio Dantone e della “spalla” Alessandro Tampieri : questi artisti di fama mondiale sono da molti anni “cremonesi”, e al festival sono ormai ufficialmente “residenti”. Non solo porteranno, con il contralto Delphine Galou, il programma vivaldiano Agitata, che ripropone il loro ultimo, fortunatissimo disco (Auditorium Arvedi, venerdì 10 maggio), ma daranno vita a un laboratorio residente di musica barocca che, già affacciatosi nelle recenti edizioni del festival, ha assunto una fisionomia stabile, vera pietra angolare, fondativa, di una Accademia Barocca che nascerà ufficialmente in un prossimo futuro. Il successo dell’iniziativa è nei numeri : « Su 23 posti disponibili sono giunte più di 70 richieste di giovani musicisti e cantanti desiderosi di specializzarsi nella prassi storica », ci dice Angela Cauzzi, sovrintendente del Ponchielli che organizza l’intera manifestazione. Dopo giorni di studio nell’ambito di questo workshop, gratuito ma contraddistinto da rigorosa selezione, l’Ensemble Residenza si esibirà, diretto da Tampieri, giovedì 9 maggio al Ponchielli. In programma, i Concerti grossi e le Cantate di Handel e Vivaldi oggetto del perfezionamento.
Ad un festival così articolato manca solo un vero allestimento operistico. L’ultimo risale a due anni fa, era il bellissimo Orfeo diretto da Dantone con la regia di Andrea Cigni, ma allora era il 450° di Monteverdi e per la ricorrenza erano affluiti finanziamenti straordinari da Governo e Regione. Oggi il budget è troppo ristretto e la parola d’ordine, fatta propria anche dal sindaco di Cremona Gianluca Galimberti, che pure si dice, e giustamente, « orgoglioso » del forte sostegno dell’amministrazione alla Fondazione “Ponchielli” (un milione di euro sui quasi quattro che vale il bilancio), è « sostenibilità ». La Cauzzi ne aggiunge un’altra : gradualità, « perché noi vogliamo partire dai giovani, dalla formazione, e arrivare poi alla produzione ».
L’obiettivo di fondo, che Ponchielli e Comune si sono prefissati di raggiungere nell’arco del prossimo biennio, è far promuovere il Monteverdi Festival nel novero dei festival “di assoluto prestigio” previsti dalla legge del 2012. Per riuscirci, si sta lavorando per consolidare un “sistema”, quello di “Cremona Barocca”, che comprenda (e già comprende, nei fatti), oltre al Teatro e al Festival, il Museo del Violino “Antonio Stradivari”, il Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali dell’Università di Pavia, l’Istituto superiore di studi musicali “Claudio Monteverdi”, la Camera di Commercio, il distretto della liuteria, il centro di musicologia “Walter Stauffer”. Essenziali i privati : la Fondazione Cariplo, solo per il prossimo biennio, garantisce qualcosa come 400 mila euro. Auguri a tutti.