È ammirevole ed entusiasmante che la più antica istituzione concertistica milanese (oltre un secolo e mezzo di vita!) realizzi con tenacia e passione progetti innovativi che, negli anni recenti, l’hanno portata a uscire dai confini di una Società e ad aprirsi a un pubblico più vasto. “Il nostro obiettivo”, dice la presidente Ilaria Borletti Buitoni, fedele all’eredità del suo predecessore Antonio Magnocavallo da poco scomparso, “è accompagnare un pubblico nuovo verso l’ascolto della musica classica, attrarre chi non ha l’abitudine di seguire i concerti dal vivo. Con una strategia precisa di geografia cittadina e di progettazione culturale”.Tale percorso, che ai venti concerti nella Sala Verdi del Conservatorio ne aggiunge molti altri in spazi diversi, si riflette anche nel programma della Stagione 2019–2020. Stagione che va da ottobre a maggio e che vede in primo piano tre massimi autori del repertorio classico ovvero Bach, Beethoven e Brahms.
Di Bach si ascolterà il 17 dicembre, nella Basilica di San Marco, lo splendido Oratorio di Natale interpretato da Ton Koopman alla guida della sua Orchestra Amsterdam Baroque e Coro, un ritorno molto atteso dopo la leggendaria integrale delle Cantate e i concerti che hanno legato il Maestro olandese al Quartetto ; e a Bach sarà anche dedicato, in marzo, un recital monografico della raffinata pianista Angela Hewitt.
A celebrare Beethoven, del quale nel 2020 ricorre il 250° anniversario dalla nascita, sarà un altro grande Maestro : Jordi Savall che, a capo di un’Accademia formata da un gruppo di musicisti del suo storico Concert des Nations darà, il 18 ottobre, la propria inedita lettura della Terza e della Quinta Sinfonia. Mentre tra gennaio e aprile, nella cornice di Villa Necchi Campiglio, il ciclo integrale delle trentadue Sonate pianistiche beethoveniane brillerà grazie a quattro valorosi artisti italiani di diverse generazioni : Andrea Lucchesini, Pietro De Maria, Raffaele Carcano e Filippo Gorini. Infine, verrà concluso il ciclo dedicato agli ultimi capolavori quartettistici (accostati a quelli di Bartók) ad opera dei Quartetti Takàcs e Haas.
Brahms ha massimo rilievo nell’appuntamento inaugurale della Stagione, il prossimo 1 ottobre, che segna il ritorno del sommo pianista Krystian Zimerman alla Società milanese di cui è ospite fin dal 1977, ma stavolta non come solista : si esibirà in una formazione da camera che insieme al pianoforte comprende violino, viola e violoncello con due Quartetti di Brahms accostati a uno di Mahler.
Successivo splendido omaggio all’Amburghese è l’integrale dei suoi meravigliosi Trii, in due concerti, tra febbraio e aprile, protagonista il Trio di Parma da anni di casa al Quartetto, con la partecipazione del clarinettista di spicco internazionale Alessandro Carbonare e di Guglielmo Pellarin primo corno dell’Accademia di Santa Cecilia.
Tra gli eventi speciali, sempre in Sala Verdi, si iscrive la serata del 10 marzo 2020, ispirata al primo soggiorno di Mozart a Milano nel marzo 1770 : quasi lo stesso programma eseguito da Wolfgang quattordicenne il 12 marzo di 250 anni fa verrà affidato alla giovane Orchestra Sinfonica del Conservatorio diretta da Pietro Mianiti, al soprano Sofia Mchedlishvili e alla voce recitante di Sandro Cappelletto.
Un incontro particolare con la musica barocca è offerto dall’affascinante controtenore Raffaele Pe e dal suo ensemble La Lira di Orfeo, al loro debutto al Quartetto in un’originale esibizione centrata sulla figura di Giulio Cesare nelle musiche operistiche del Sei e del Settecento.
A rappresentare il Novecento viennese e la musica del nostro tempo sarà, in maggio, un direttore di riferimento per il repertorio contemporaneo qual è Marco Angius che, alla guida dell’ensemble mdl (recentemente insignito del premio “Una vita nella musica”) con la voce e il talento di Cristina Zavalloni solista, interpreterà pagine di Berg, Webern, Bussotti, Schoenberg tra cui, di quest’ultimo, il capolavoro Pierrot Lunaire.
Smagliante è, come sempre, l’elenco dei grandi pianisti che si succederanno lungo la Stagione : il geniale Andras Schiff presenza fedele e amata in un programma interamente schubertiano, il ventiquattrenne Jan Lisiecki che al Quartetto ha già fatto sensazione nel 2018 e che spazierà da Bach a Mendelssohn e da Beethoven a Chopin, un altro giovane acclamatissimo come Francesco Piemontesi impegnato nella Kreisleriana di Schumann e in una Sonata di Liszt, il prediletto Andrea Lucchesini che torna proponendo due pagine emblematiche del primo Romanticismo, di Schumann e di Schubert.
La Stagione si chiuderà in bellezza, il 19 maggio, con il ritorno di uno dei più straordinari e acclamati musicisti del nostro tempo, il violinista Maxim Vengerov in coppia con la pianista Polina Osetinskaya, con un programma ancora da definire al momento in cui scriviamo.
Fanno parte dei concerti in calendario alla Sala Verdi quelli della serie “Nuovi talenti” sostenuta dalla Fondazione Araldi Guinetti, che lancia alcuni fra i più promettenti giovani artisti appena affacciati alla ribalta internazionale : i Quartetti Echos, zArt e Vision String, il pianista Alexander Malofeev, il violinista Emmanuel Tjeknavorian e il violoncellista Sheku Kanneh-Mason.
Tra gli avvenimenti in altre sedi vanno segnalati i concerti cameristici “Mozart da uno a cinque”, realizzati in collaborazione con il Comune di Milano in luoghi periferici ma di particolare attrattiva come alcune ville storiche e chiese di valore artistico. Come pure l’appuntamento “Pianisti dell’altro mondo” al Teatro Franco Parenti, che guarda alla cultura musicale extra europea. E ancora “Pianisti in Casa Verdi”, varato con grande successo lo scorso anno nella residenza milanese per anziani musicisti. Per finire con “Achillum”, rassegna di concerti per quartetti d’archi che si svolge nelle Dimore del Quartetto, nobili palazzi e cascine storiche del territorio lombardo.
“Abbiamo concepito le recenti stagioni, e questa più che mai, come un ampliamento progressivo e circolare dell’offerta musicale, che soddisfi chi ci segue da anni e attragga un pubblico nuovo”, dice il Direttore Artistico Paolo Arcà. “ È un progetto al quale collaboro da dodici anni e che per me è una passione, condivisa con i soci, i frequentatori abituali del Quartetto e quanti lavorano in questa antica Società musicale proiettata nel futuro”.