Programma

Seinovecento, da Monteverdi a Poulenc

Anna Caterina Antonacci soprano
Francesco Libetta pianoforte
Antonio Greco concertatore al cembalo e all’organo
Orchestra Cremona Antiqua

 

Girolamo Frescobaldi : Canzon Quinta a 4
Claudio Monteverdi : Lamento di Arianna
Salomone Rossi : Sinfonia grave a 5
Claudio Monteverdi :
Lamento della Ninfa
“Sinfonia” e “Disprezzata regina” da L’incoronazione di Poppea
“Vi ricorda o boschi ombrosi” dalla Favola di Orfeo

Georg Muffat : Grave dall’Armonico tributo (Sonata Seconda)
Marc-Antoine Charpentier : Quel prix de mon amour, da Médée
Leonardo Leo : Serenata per pianoforte daAmor vuol sofferenza
Ottorino Respighi : Sopra un’aria antica
Giuseppe Martucci : Tre Canzoni dei ricordi
No, svaniti non sono i sogni –
Fior di ginestra – Nel folto bosco
Richard Strauss : Ständchen op. 17 n. 2 (trascrizione per pianoforte solo di Walter Gieseking)
Francis Poulenc : La Dame de Monte-Carlo
Maurice Ravel : Jeux d’eau
Francis Poulenc : Les chemins de l’amour

 

Martina Franca, Cortile di Palazzo Ducale, 31 luglio 2020

Con un programma intitolato Seicentonovecento, Anna Caterina Antonacci ha segnato una serata indelebile. Proponendo una locandina per metà di pagine barocche, e per l’altra metà di pezzi novecenteschi da camera, la cantante ferrarese, ormai francese di adozione, ha offerto una prova superlativa. Stile appropriato ai diversi repertorî, gusto musicale di limpida intelligenza, profonda capacità interpretativa, esperta resa attoriale : tutte doti che hanno marcato un concerto memorabile. E il 46° Festival della Valle d’Itria, a Martina Franca in Puglia, ha potuto inanellare l’evento tra gli incontri di più alto rilievo in quest’edizione.

Legandosi al tema di fondo della rassegna  – “Per ritrovare il filo ; 19 serate intorno al mito di Arianna” –  la Antonacci ha aperto con il monteverdiano Lamento di Arianna. Bisognava sentirlo, il suo “recitar cantando”: nessuno spazio a compiacimenti vocali, ma al contrario accenti intensi e toccanti di una donna desolata e addolorata. E quindi, in primo piano, la fragilità dell’amante abbandonata che, nonostante il tradimento, non sa reprimere lo slancio verso Teseo né lo struggimento con cui lo invoca. Tutto in una linea di canto espressiva e avvolgente. Con plastica sensibilità, l’artista ha poi trovato inflessioni differenti per il personaggio di Ottavia, in Disprezzata regina dall’Incoronazione di Poppea. Qui l’anima femminile è declinata con toni pungenti, che stigmatizzano consapevolmente l’irriconoscenza e il cinismo maschili. Due figure femminili, e due distinti stati d’animo, che la cantante con agiata naturalezza dipinge a tutto tondo.

Tutt’altra atmosfera nella successiva pagina di Monteverdi, Vi ricorda, o boschi ombrosi. La celebre canzonetta dall’Orfeo ha trovato tutti i freschi, vividi colori della sua precaria gaiezza, mentre la pagina seguente, tratta dalla Médée di Charpentier, è stata finemente risolta nel suo meditato caleidoscopio di mezze tinte. Fin qui era la prima parte della locandina, nella quale Anna Caterina Antonacci è stata accompagnata dall’Orchestra Cremona Antiqua, concertata da Antonio Greco, anche al cembalo e all’organo. Un solido ensemble di specialisti, che non ha soltanto sorretto la cantante, ma si è fatto apprezzare per proprio conto anche in pagine strumentali di Frescobaldi, Monteverdi, e Muffat, alternate al canto.

La seconda metà del concerto ha visto la presenza al pianoforte di Francesco Libetta, che ha fatto da partner di lusso alla Antonacci, ma ha anche offerto pregevoli episodi solisti : una personale trascrizione di una Serenata di Leonardo Leo, attinta alla commedia per musica Amor vuol sofferenza ; una trascrizione di Gieseking del Lied Ständchen di Richard Strauss ; infine, una mirabile lettura del raveliano Jeau d’eau, il cui ondivago flusso è stato pennellato con tocco leggero e gusto squisito dal virtuoso salentino.

Ai momenti pianistici la Antonacci ha alternato alcuni autori moderni. Di Ottorino Respighi ha scelto Sopra un’aria antica, su testo tratto dal dannunziano Poema paradisiaco : pagina intessuta di eleganti disegni armonici di sapore decadentista, coerenti alle atmosfere testuali. A seguire, tre pagine dalla Canzone dei ricordi, raccolta di sette liriche composta da Giuseppe Martucci a fine Ottocento, pagine intrise di suggestioni postwagneriane. Oscillando sagacemente fra ironia e tragedia, nell’amara e beffarda resa della Antonacci, La Dame de Monte-Carlo di Francis Poulenc ha introdotto i pezzi francesi, nei quali la cantante ha esibito un’elegante tavolozza di sfumature, sorretta da pronuncia impeccabile, come si è potuto apprezzare anche ne Les chemins de l’amour, sempre di Poulenc. Infine, di fronte agli applausi scroscianti e instancabili, come prezioso bis L'amour est un oiseau rebelle, da Carmen. Prezioso perché l’accento raccolto ed elegante di questa grande artista ha illuminato un volto inconsueto della fanciulla andalusa, còlta in un raccoglimento lontano dal cliché della “femme fatale”.

Trionfo al termine della serata

 

 

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Francesco Arturo Saponaro
Francesco Arturo Saponaro ha esercitato a lungo l’attività di docente in Storia della musica, e di direttore in Conservatorio. Da sempre mantiene un’attenta presenza nel campo del giornalismo musicale. Scrive su Amadeus, su Classic Voice, sui giornali on line Wanderer Site e Succede Oggi. Ha scritto anche per altre testate : Il Giornale della Musica, Liberal, Reporter, Syrinx, I Fiati. Ha collaborato per molti anni con la RAI per le tre reti radiofoniche, conducendo innumerevoli programmi musicali, nonché in televisione per RaiUno e TG1 in rubriche musicali.

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