Eventi inaugurali

28 ottobre 2018

  • CECILIA BARTOLI
    Gianluca Capuano 
    direzione
    Coro dell'Opera di Montecarlo
    Les Musiciens du Prince

    messa in scena Claudia Blersch
    LA CENERENTOLA
    (in forma semi scenica)
    di Gioachino Rossini
    produzione Théa

3 novembre 2018

  • ROBERTO BOLLE
    Roberto Bolle and Friends
    produzione ARTEDANZA

10 e 11 dicembre 2018

  • “Simon Boccanegra”
    TEATRO MARIINSKY DI SAN PIETROBURGO
    Direttore d’Orchestra VALERY GERGIEVmusica di Giuseppe Verdi
    libretto di Francesco Maria Piave rivisto da Arrigo Boito tratto dal dramma eponimo di Antonio García Gutiérrez
    direzione musicale Valery Gergiev
    direzione di scena e di produzione Andrea De Rosa
    costumi Alessandro Lai
    luci e video Pasquale Mari
    adattamento luci e video per il Mariinsky II Luciano Novelli
    Maestro del Coro Andrei Petrenko
    preparatore musicale Alla Brosterman
    insegnante di lingua italiana Maria Nikitina
    co-produzione Teatro La Fenice di Venezia e Teatro Carlo Felice di Genova

Riapertura del Teatro Amintore Galli di Rimini dopo 75 anni dal bombardamento della II Guerra Mondiale che lo distrusse parzialmente. Tre serate inaugurali hanno contraddistinto questo evento tanto atteso nella città romagnola, spesso identificata soltanto come capitale del turismo estivo di massa.

Per prima è stata un’emozionatissima Cecilia Bartoli – Riminese per parte di padre – il 28 ottobre, come Cenerentola di Rossini con Les Musiciens du Prince diretti da Gianluca Capuano (leggere il resoconto in francese di questa Cenerentola magica a Lucerna), a sollevare il sipario del Teatro. Poi è arrivato Roberto Bolle e i suoi “Friends” il 3 novembre con un Gala di danza che metteva assieme tradizione modernità, classico e contemporaneo. Il Terzo atto di questa restituzione alla Città di uno storico Teatro è andato in scena il 10 e 11 dicembre con Simon Boccanegra di Giuseppe Verdi ; a dirigere l’Orchestra e Coro del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo era Valery Gergiev con due compagnie di cantanti che si sono alternati nelle due serate. Gergiev è di casa a Rimini dove più volte è stato ospite della “Sagra malatestiana”. L’allestimento del Boccanegra era quello che andò in scena al Teatro La Fenice di Venezia per inaugurare la stagione 2014/15. Le belle scene di Andrea De Rosa hanno un po’ sofferto dell’adattamento ad un palcoscenico più piccolo, ma lo spettacolo è stato un grande successo.

Il teatro sventrato

Era il novembre del 1943 quando per sfondare la Linea Gotica, le bombe alleate si abbatterono su Rimini e così iniziò la sua lunga notte che durò fino al settembre del 1944 ; vi furono 388 attacchi aerei e 14 navali e due da parte dell’aviazione nazista. La città, in particolare il centro storico, fu devastata, il 28 dicembre fu distrutto quasi completamente il teatro Galli e poi venne danneggiato il Tempio Malatestiano progettato da Leon Battista Alberti il Duomo della città con un interno ricchissimo, fra le altre opere un affresco di Piero della Francesca Sigismondo Pandolfo Malatesta in preghiera davanti a san Sigismondo ; si salvarono miracolosamente l’Arco di Augusto, il Ponte di Tiberio e il Castel Sismondo. Vi fu un vero e proprio esodo della popolazione : rimasero circa tremila abitanti da centomila che erano. Il 16 gennaio del 1961 il Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi firmò il decreto che attribuì alla Città di Rimini la Medaglia d’Oro al Valor Civile, così si legge nella lapide apposta sotto i portici del Municipio.

Il teatro rinnovato

Il Teatro Amintore Galli era stato inaugurato nel 1857, costruito su progetto di Luigi Poletti, aveva avuto una storia controversa : un’annosa discussione si trascinò per anni sull’ubicazione dell’edificio finché fu raggiunto un accordo per l’attuale piazza Cavour. La delibera dell’edificazione di un teatro nel centro di Rimini era stata assegnata il 14 luglio del 1840 e la cerimonia per la posa della prima pietra si svolse nel 1843. Tre anni dopo il Teatro pareva completato, ma vi fu una lunga sosta prima di terminare le decorazioni e trascorsero ancora otto anni prima che riprendessero i lavori. Finalmente nel 1857 l’inaugurazione con l’opera che Giuseppe Verdi aveva tenacemente difeso dall’insuccesso fino a volerne cambiare il libretto, sempre di Francesco Maria Piave, da Stiffelio ad Aroldo. La leggenda narra che fosse Verdi stesso a dirigere la prima, in realtà fu Angelo Mariani che iniziava il suo percorso di direttore verdiano in quegli anni. Ma Verdi era a Rimini con Giuseppina Strepponi e alloggiava in albergo. “Verdi recavasi col Piave dal sartore per curare i figurini, che, incontentabile, faceva fare e disfare…assisteva alle prove occupandosi di tutti e di tutto. La campana che doveva suonare l’Ave Maria nell’atto quarto scena seconda dell’Aroldo era stonata, Verdi lavorò con una lima fino ad ottenerne la nota precisa” così riportava nel 1913 uno storico locale, Girolamo Bottoni, in “Giuseppe Verdi a Rimini”. Nel 1859 il teatro venne dedicato a Vittorio Emanuele II.

Il teatro consta di una Sala all'italiana con tre ordini di 23 palchi ciascuno e balconata. Ha una capienza di circa 800 spettatori. Architetto fu Luigi Poletti, in quegli stessi anni impegnato a Roma nella costruzione della Basilica di San Paolo fuori le mura che vedrà la luce nel 1869. Gli stucchi erano di Giuliano Corsini, le dorature di Pasquale Fiorentini. Le pitture erano di Andrea Besteghi e Michele Agli, le sculture di Pietro Tenerani e Liguorio Frioli. Il sipario storico di Francesco Coghetti : "Giulio Cesare passa il Rubicone".

Il teatro rinnovato

La storia di questo teatro è però davvero tormentata. Nel 1916 l'edificio fu lesionato dal terremoto e venne chiuso. Dopo i restauri il teatro riaprì nel 1923 con l'opera Francesca da Rimini di Zandonai. Fra il 1928 e il '31 l'architetto Gaspare Rastelli completò il ridotto, Sala Ressi, e la galleria al piano superiore. L'impresario Cesare Ragazzini riuscì a scritturare i migliori cantanti e musicisti ; nel 1926 venne rappresentata Il piccolo Marat di Pietro Mascagni ; cantanti celebri come Borgatti, Bonci, Lauri Volpi, Lugo, Pinza, Stignani, Pagliughi, Parmeggiani, Galeffi, Gigli, Favero, Del Monaco si esibirono sul palcoscenico. Nella primavera del 1943 Madama Butterfly fu l'ultima opera eseguita.

Nel 1947 il teatro, semidistrutto, venne dedicato al musicista Amintore Galli (1845–1919). Nel 1955 fallì l'iniziativa della Cassa di Risparmio, che aveva bandito un concorso nazionale per la ricostruzione del teatro. Nel 1959 la parte danneggiata dell'edificio, coperta da un tetto di eternit, fu adibita a salone fieristico. Dal 1967 al 1975 venne attuato un devastante intervento di "restauro" con pesanti manomissioni all'avancorpo dell'edificio. Nel 1985 il Comune bandì un "concorso di idee" ne venne fuori un progetto modernista di Adolfo Natalini, poi modificato almeno nove volte nell'arco di quindici anni, senza nessun rispetto per i vincoli che salvaguardano l'attiguo Castel Sismondo e l'opera neoclassica del Poletti. Nel 2000, l'associazione che porta il nome della cittadina onoraria "Renata Tebaldi", e migliaia di cittadini si sono mobilitati, con molte personalità della cultura musicale, per contrastare il piano modernista e per ripristinare il teatro storico, un gioiello architettonico.

Il teatro rinnovato

L’anno seguente la svolta : l'allora sottosegretario per i Beni Culturali, Vittorio Sgarbi, affida il Teatro alla Sovrintendenza Regionale dell'Emilia Romagna, che, con la consulenza dell'architetto Pier Luigi Cervellati, redige nel 2004 un rigoroso piano di ripristino filologico del Teatro del Poletti, consegnato gratuitamente al Comune nel 2005. Ancora controversie, si tergiversa, e si perdono altri quattro anni. Un "gruppo di progettazione" del Comune stila un ulteriore progetto, più costoso del precedente, presentato nel 2009 che prevede interventi di grande impatto. Ma l’associazione città d'arte rifiuta il progetto. Le Soprintendenze bocciano lo stravolgimento della sala, che torna quella di Poletti ; In questa situazione, nel giugno del 2011, il Comune va alla gara d'appalto.

Se per la sala a palchi si adotta tale e quale il progetto di ripristino filologico Garzillo-Cervellati, i due piani sotterranei incidono sull'area archeologica, che diventa un percorso museale.

Ricomposte le diatribe i lavori iniziano nella primavera del 2014, ma si interrompono, per il fallimento della ditta appaltatrice, nel luglio del 2014. Sono ripresi nel novembre 2014 con una ditta di Carpi. Dopo quattro anni i lavori giungono alla conclusione e infine la riapertura il 28 ottobre 2018.

Una scena del Boccanegra inaugurale : Simone (Roman Burdenko) e Fiesco (Stanislav Trofimov)

Chissà nel 1953 forse Ennio Flaiano e Federico Fellini, assieme a Tullio Pinelli, avrebbero scritto una sceneggiatura differente per il film “I vitelloni” se il teatro Amintore Galli fosse stato in attività nella città di Rimini dove i cinque giovani nullafacenti e disincantati cercavano di dare un senso alla loro esistenza. Magari Riccardo il più scanzonato fra loro, interpretato dal fratello di Fellini, li avrebbe portati tutti all’opera data la sua passione per il canto, piuttosto che frequentare invece le malmesse compagnie di avanspettacolo per rincorrere “soubrettes” di incerto talento. Ma la Rimini uscita dalla devastante seconda Guerra Mondiale non aveva nulla dell’antico splendore.

Saluti finali del Boccanegra inaugurale : Irina Churilova (Amelia) e Valery Gergiev

Un popolo che non aiuta e non potenzia il suo teatro è, se non morto, moribondo : queste parole scriveva Federico Garcia Lorca nel 1932 nel Discorso sul teatro. A Rimini nel gennaio scorso è stato riaperto il Cinema “Fulgor”, restaurato da Dante Ferretti – premio Oscar per la scenografia – storica sala frequentata da Federico Fellini dove sicuramente trasse ispirazioni per le sue regie ; ora è stata riparata una ferita lacerante della città con la riapertura del Teatro Galli e per questo motivo bisognerà assegnare un’identità a questa nuova realtà culturale. Saranno di aiuto ai Riminesi la passione, l’intelligenza e la cultura alla quale potranno rifarsi. Siamo ottimisti.

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