Istanbul

Le musiche ottomane del Libro della Scienza della Musica di Dimitrie Cantemir in dialogo con le tradizioni armene, greche e sefardite

Jordi Savall viola d’arco, lyra e direttore
Hespèrion XXI

con il sostegno del Departament de Cultura della Generalitat de Catalunya e dell’Institut Ramon Llull.

Aula Magna dell'Università La Sapienza, 17 aprile 2018

Jordi Savall fa tappa a Roma nel suo lungo tour in giro per il mondo e torna alla Istituzione Universitaria dei Concerti IUC con Istanbul e il Libro della Scienza della Musica di Dimitrie Cantemir.

Tutto esaurito per Jordi Savall e l’Hesperion XXI con il concerto Istanbul dedicato alle musiche ottomane che dialogano con le tradizioni armene, greche e sefardite. Era piena di un pubblico appassionato la bella Aula Magna dell’Università La Sapienza a Roma dove la IUC tiene i concerti della sua prestigiosa stagione sotto il grande dipinto murale "L’Italia fra le Arti e le Scienze" di Mario Sironi, creato nel 1935 e restaurato dall’Istituto superiore per la conservazione e il restauro e dalla Sapienza, restituito a novembre 2017 alla sua sede originaria. Poggiati sulle sedie si notavano gli strumenti turchi Kanun e Oud, bulgari Kaval, un Oud dal Marocco, il Santur greco e le percussioni spagnole ; mancava il Duduk un antico strumento musicale tradizionale armeno, noto anche come tsiranapogh "flauto albicocca". Si tratta di un aerofono ad ancia doppia e appartiene alla famiglia dei legni. In seguito alla diaspora armena, lo strumento si è diffuso in gran parte dell'Europa orientale, strumento che, dice Savall, ha un suono che assomiglia più di tutti alla voce umana.


 


Istanbul in Turchia, al crocevia tra due continenti Europa e Asia, era già alla fine del 1600 centro di ricerca e di riferimento della storia. Demitrie Cantemir (1673–1723) vi arrivò a 20 anni prima prigioniero poi diplomatico per suo padre, governatore della Moldovia. Suonava il tanbur e componeva musica, dedicò il suo Libro della Scienza della Musica al Sultano Ahmed III. Le musiche del concerto di Savall e l’Hesperion XXI sono le musiche colte della corte ottomana che dialogano con le tradizioni armene, greche e sefardite e si alternano con musiche della tradizione popolare. Questa raccolta di 355 composizioni scritte con un sistema di notazione musicale inventato da Cantemir è una fonte per la riscoperta della musica strumentale ottomana dei secoli XVI e XVII. C’è stato un lungo lavoro di selezione fra i tanti brani, per scegliere i più rappresentativi e più belli da eseguire in concerto.

Jordi Savall aveva fondato a Basilea nel 1974 l’Hesperion XX, gruppo di musica antica. Con lui l’indimenticata Monserrat Figueras soprano, sua moglie e madre dei suoi figli, e Lorenzo Alpert e Hopkinson Smith. Assieme si dedicarono alla ricerca e al recupero di un repertorio musicale trascurato con criteri di ricostruzione storica e con strumenti originali. Da allora Jordi Savall gira il mondo per studiare e divulgare la musica nata sulle sponde del Mediterraneo. Una ricchissima discografia documenta il loro lavoro negli anni, basta cercare sul sito www.alia-vox.com per avere un catalogo puntuale e le date del loro tour in giro per tutti i continenti.

Pubblico entusiasta e alla fine del concerto Savall come bis ha scelto una danza bizantina e un canto armeno dedicati alle vittime delle guerre in Medio Oriente. Infine ha presentato i musicisti tutti provenienti da diverse culture, Turchia, Bulgaria, Grecia e Marocco e Spagna.


Crediti foto : © Damiano Rosa

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