Inaugurazione :

Milano, Teatro alla Scala, 3 settembre, ore 21 (e Torino, Teatro Regio, 4 settembre ore 21):

QUATTRO PAESAGGI

Gustav Mahler Jugendorchester

Ingo Metzmacher, direttore
Jean-Yves Thibaudet, pianoforte
Prima esecuzione in Italia di This Midnight Hour, di Anna Clyne,
e musiche di George Gershwin, Antonín Dvořák, Maurice Ravel.

 

Chiusura :
Torino, Teatro Regio, 21 settembre ore 21 (e Milano, Teatro degli Arcimboldi, 20 settembre ore 21)

LUCI
Filarmonica della Scala

Riccardo Chailly, direttore
Julian Rachlin, viola
Musiche di György Ligeti, Béla Bartók, Ottorino Respighi

Milano – Torino, 2–21 settembre 2017

Un collettivo, brulicante incitamento alla musica. Un teatro all’aperto grande quanto due città. Questo è MITO SettembreMusica, il festival. Nato nella sola Torino alla fine degli anni ’70, dal 2007 coinvolge anche Milano, ed è suo tratto distintivo, da sempre, l’apertura verso il vasto pubblico, che vi è richiamato sì dai grandi interpreti, ma anche dai prezzi popolari e dai concerti gratuiti, dalle formule informali e divulgative, dall’attenzione verso gli appassionati non necessariamente esperti. L’edizione di quest’anno (3–21 settembre, www.mitosettembremusica.it) è la seconda della nuova “gestione”, quella che vede alla presidenza Anna Gastel (è nipote di Luchino Visconti) e alla direzione artistica Nicola Campogrande.

Cori Piazza San Carlo Torino

 

Scorrerà una cascata di 140 concerti, la metà gratuiti, gli altri a prezzi contenutissimi, quasi tutti replicati a distanza di un giorno da una città all’altra, dai grandi ai piccoli teatri, alle chiese, alle fabbriche, dal centro alle periferie. Tipo e qualità della proposta son degni figli di Campogrande, torinese, 48 anni, compositore dalla vena comunicativa e giornalista musicale, non a caso autore, in tempi recenti, di un Concerto per pubblico e orchestra in cui agli spettatori veniva chiesto di scartare caramelle e soffiare nel kazoo : la linea che ha voluto imprimere al “suo” festival è, anche quest’anno, nel segno della più calorosa affabilità artistica. Ha voluto dare un tema ispiratore generale alla rassegna, e, ad ogni concerto, un titolo e una brevissima introduzione orale (quattro minuti, promette l’organizzazione). Si aggiunga una varietà impressionante di programmi e un formidabile impulso all’esperienza del canto corale, che l’anno scorso, tra piazza San Carlo a Torino e piazza del Duomo a Milano, ha coinvolto una folla di “passanti” istruiti passo dopo passo da Michael Gohl, « l’uomo che farebbe cantare anche un orsetto di pelouche ». La definizione, scherzosa ma vera, è dello stesso Campogrande. È stato stupefacente, il MITO Open Singing. Guardare su Youtube per credere. Un esperimento di educazione musicale di massa ? « In parte sì », dice Campogrande a wanderersite.com, « nessuno si aspettava 25 mila persone tra Milano e Torino. Era la prima volta, in un festival, di un gioco musicale di questo tipo ».

Nicola Campogrande, direttore artistico

Non è solo un fatto di quantità. « Il festival », ci spiega ancora Campogrande, « si svolge in due città di alto profilo e non è una semplice abboffata musicale. Si caratterizza in modo specifico : non vi si ascolta ciò che si ascolta dalle altre parti, gli artisti propongono programmi originali, studiati meticolosamente, non ortodossi. La comunicatività non è mai stato il piatto forte delle vecchie avanguardie, ma oggi la musica si sta muovendo. Io propongo quella che non ha bisogno di una conferenza o di una enciclopedia per essere apprezzata ». 

Gianandrea Noseda

Se l’anno scorso il tema della rassegna era “Padri e figli”, quest’anno è “Natura”. L’attenzione per i compositori viventi è alta : sono 115 quelli eseguiti, con 10 prime esecuzioni italiane e 7 prime assolute. Il carnet degli interpreti è quello delle grandi occasioni. Le orchestre coinvolte sono quelle di Scala, Regio, Pomeriggi Musicali, “Verdi”, Rai, Santa Cecilia, Filarmonica di Torino, e poi Gustav Mahler Jugendorchester, Orchestra da Camera Italiana, ensemble celebri di strumenti storici, solisti di grido quali Rachlin, Thibaudet, Montero. Ci sarà la prima esibizione italiana del sestetto di Chicago degli Eighth Blackbird. E si potrebbe continuare.

Ian Bostridge

 A dar conto di cosa si ascolterà, bisogna almeno provarci. Ian Bostridge canta Die Schöne Müllerin di Schubert, Zee Zee suona la “prima” italiana di Eight Memories in Watercolor di Tan Dun. Gianandrea Noseda dirige la Pastorale di Beethoven, Riccardo Chailly Lontano di Ligeti e i Pini e le Fontane di Roma di Respighi. Il pianoforte di Gabriela Montero cesella improvvisazioni su temi offerti dal pubblico, quello di Juan Pérez Floristán i Quadri di Musorgskij, il Sonetto n. 104 del Petrarca ispiratore di Liszt, i Préludes di Debussy. Ksenia Sidorova dedica una serata alla fisarmonica russa ; Salvatore Accardo, nello stabilimento della Pirelli a Settimo Torinese, “crea” Il suono della fabbrica di Francesco Fiore. Mikko Franck dirige Santa Cecilia nella “prima” italiana di Towards the horizon, quasi il testamento nordico di Einojuhani Rautavaara, scomparso l’anno scorso ; Andrés Salado guida l’Orchestra Verdi nello sguardo gettato sulla Spagna dall’arabo americano Mohammed Fairouz (il Concerto per violino e orchestra Al-Andalus, ed è un’altra prima italiana).

Daniele Rustioni

E sono protagonisti, ancora, giovani e giovanissimi, con un’Orfeo monteverdiano ripensato per i bambini e una Nona di Beethoven, in piazza,  affidata alle forze verdi dell’Orchestra Giovanile Italiana diretta da Daniele Rustioni. La musica “antica” con il Giardino Armonico e Giovanni Antonini, Ottavio Dantone o Federico Maria Sardelli. La danza. E appunto i concerti corali, dieci per l’esattezza, nel giorno a loro dedicato, più la chiusura in piazza (San Carlo a Torino, Duomo a Milano, il 9 e il 10 settembre) con il MITO Open Singing, un’avventura musicale collettiva.

Cori piazza Duomo Milano

« Questo insistere sui cori non è casuale », dice ancora Campogrande, « il canto è il modo con cui la macchina umana fa musica più istintivamente ». Fondamentale è spingere le persone ad aprirsi con fiducia alla musica. Con un occhio di riguardo ai più piccoli, naturalmente. Gli chiediamo di immaginarsi ministro dell’Istruzione. Campogrande delinea il suo programma : « Anzitutto i bambini dovrebbero avere la possibilità di ascoltare la musica per quello che è, non semplificata. Con la libertà di emozionarsi. È pieno di spettacoli per bambini che sono lezioni di musica clandestine. Poi, certo, occorre insegnare a leggere le note. Ma se devo portare dei bambini al cinema, non faccio fare loro, prima, un corso di montaggio e di sceneggiatura. L’idea di istituire un coro in ogni classe sarebbe fantastica ». L’Orfeo per i più piccoli che metterà in scena il festival (una produzione del Teatro all’Improvviso, regia di Dario Moretti) « non è infatti una semplificazione, un Bignami dell’opera. Ma un lavoro che estrae la parte narrativa, i punti più belli e più forti della storia. Non è teatro didattico. Va allenata una sensibilità ».

 La visione di Campogrande è sostanzialmente ottimistica : « cominciai a scrivere di musica a 22 anni, e già allora si parlava di crisi da invecchiamento del pubblico. Ma il mondo della musica non si è atrofizzato, il ricambio c’è stato e ci sarà, le scuole di musica sono piene. Gli spettatori di MITO l’anno scorso sono stati 100 mila…». E il futuro ? Qualche sogno nel cassetto per MITO ? « Non ho sogni nel cassetto, finora sono riuscito a fare ciò che avevo in mente, io invento e gioco con i mattoncini del Lego che ho. Mi prefiggo solo due obiettivi : continuare a inventare temi che scardinano le abitudini e stimolano gli artisti, contro ogni routine ; fare la mia parte per offrire un palcoscenico ai giovani meravigliosi che ci sono. Penso alla Nona in piazza con l’OGI. O alla Mahler, la migliore orchestra giovanile del mondo, che inaugurerà il festival. I giovani, multitasking come sono, leggono la musica in un altro modo ».

Ricardo Chailly
Sergio Rizza
Sergio Rizza, milanese, 48 anni, giornalista professionista, è caposervizio del quotidiano free press "Metro", dove lavora dal 2000. Ha seguito e segue, oltre ai maggiori fatti di cronaca e politica, le stagioni di musica concertistica e operistica di Milano e della Lombardia.
Crediti foto : © MITO SettembreMusica
© Silvia Lelli (Riccardo Chailly)
© Gianluca Platania (Cori Torino)
© Sim Cannety-Clarke (Ian Bostridge)
© Davide Cerati (Daniele Rustioni)
© Lorenza Daverio (Cori Milano)

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