Ludwig van Beethoven (1770–1827)
Symphonie n. 9 in re minore, op 125
per soli, coro e orchestra "corale"

Allegro ma non troppo, un poco maestoso
Molto vivace
Adagio molto e cantabile
Finale

Direttore |  Juraj Valčuha
Maestro del coro| Gea Garatti Ansini


Soprano, Maria Agresta
Mezzosoprano, Daniela Barcellona
Ténor, Antonio Poli
Basse, Roberto Tagliavini

Orchestra e Coro del Teatro di San Carlo

Napoli, Teatro San Carlo a Piazza del Plebiscito, giovedì 30 Luglio 2020, ore 20.15

 Per concludere il suo eccezionale programma estivo e il Festival “Regione lirica 2020”, il San Carlo ha offerto una sontuosa Nona Sinfonia di Beethoven che risuonava sotto le mura di Palazzo Reale e sotto la volta del cielo napoletano, oltre che la vigilia al "Real sito" di Carditello, la residenza reale vicino alla Reggia di Caserta. Un concerto con quattro solisti italiani di altissimo livello, che ha dimostrato ancora una volta l'eccellenza del direttore musicale dell'istituzione, Juraj Valčuha, una vera chance per il Teatro San Carlo.

Maria Agresta, Daniela Barcellona, Juraj Valčuha, Antonio Poli, Roberto Tagliavini

 

In Italia e altrove, le istituzioni che vogliono commemorare o celebrare qualcosa hanno l'alternativa di proporre il Requiem di Verdi o la Nona di Beethoven. La Nona con la sua valenza umanistica, il suo peso simbolico era senza dubbio più adatto per questo periodo di pandemia per una celebrazione di gioia e di amicizia.

Era infatti necessario riaffermare questo valore umanistico simbolico : la Nona è l'inno europeo e il Covid ha minato la coesione degli Stati membri dell'UE, in “ciascuno per se” dove la mediocrità competeva con la stupidità. E gli italiani hanno sofferto di conseguenza, abbastanza soli all'inizio dell'epidemia. Inoltre, negli ultimi mesi, l'Italia sta emergendo da un governo di destra e di estrema destra il cui messaggio umanista si potrebbe cercare invano, e la Regione Campania, guidata dal Partito Democratico di sinistra, aperta all'Europa e alla cultura voleva anche dare una dimostrazione di questo messaggio. Ci sono quindi diversi motivi per programmare la Nona oltre alla sua popolarità, almeno quella dell'ultimo movimento.

Per l'occasione era presente il Presidente della Camera dei Deputati Roberto Fico e il concerto è iniziato quindi con l'inno italiano di Mameli (Fratelli d'Italia). Oltre all'Orchestra e al Coro del San Carlo, sono stati invitati quattro noti solisti italiani, Maria Agresta, Daniela Barcellona, Antonio Poli e Roberto Tagliavini, sotto la direzione del Direttore Musicale del San Carlo, il direttore slovacco Juraj Valčuha, molto valido, che è anche Principal Guest Conductor del Konzerhausorchester Berlin.

Piazza del Plebiscito

Una Nona è sempre un po' un quiz : la sinfonia è molteplice, mutevole, e forse più di un'altra affrontata da angolazioni molto diverse a secondo dell’orchestra, del luogo, delle circostanze. È chiaro che l'occasione si prestava a una interpretazione piuttosto grandiosa, per lo spazio e il luogo prestigioso adatto alle celebrazioni. In un concerto di questo tipo, che richiama tanto pubblico, tutti attendono l'inno alla gioia, che come sappiamo arriva dopo un po’ meno di un’ora di musica. Così i primi tre movimenti sembrano a chi aspetta l’Inno alla Gioia una lunghezza eccessiva, e certi spettatori lo facevano capire con un certo rumore e un uso eccessivo del cellulare.

Juraj Valčuha dà però al suo approccio un ritmo incisivo, con i primi due movimenti precisi e serrati, dimostrando di avere in mano anche un'orchestra che dalla fine dell'Orchestra Scarlatti della RAI (più di vent'anni fa) è l'unica formazione napoletana a difendere il repertorio sinfonico.  Si vede quanto Valčuha – che è un vero direttore d'orchestra sinfonica e non solo un direttore d'opera – controlli i volumi, gli equilibri, le nuance, et insomma faccia fare musica all'orchestra, modulando, lasciando respirare i musicisti e anche lasciando respirare la musica. Nei primi due movimenti, energici, veloci, c'è qualcosa che pulsa e spazza, e l'esecuzione si dimostra di ottimo livello. La fine del primo movimento, con il suo crescendo e la sua rottura finale, suscita anche applausi spontanei. Il secondo movimento non lascia indifferente con la sua rapida scansione, il suo respiro ansimante (nonostante il passaggio sfortunato di un aereo), l'attenzione del pubblico a volte distratto è qui molto più concentrata, segno che qualcosa sta accadendo. Uno dei momenti più belli del concerto con un ritmo che non si allenta.
L’adagio è spesso il punto di svolta di un’esecuzione, subito prima del quarto movimento tanto atteso, per il suo lirismo, il suo colore un po’malinconico. È stato davvero un momento molto bello, meno disturbato dal sistema di amplificazione. Un momento sempre "sospeso", che si allarga e ci fa ascoltare meglio i singoli strumenti (i fiati in particolare) ma anche gli archi impegnati assai : c'è un impegno di tutta l'orchestra e una visibile concentrazione, anche se a volte si preferirebbe che il direttore d'orchestra abbia un tempo un po' più lento.

Antonio Poli, Maria Agresta, Daniela Barcellona, Roberto Tagliavini

L'ultimo movimento allarga la prospettiva con un'introduzione piuttosto maestosa all'orchestra in crescendo e particolarmente limpida, poi l'ingresso del basso (Roberto Tagliavini) è impressionante per la proiezione, il volume, gli armonici. Bellissima prova perché come sappiamo Beethoven non è sempre tenero con le voci e la parte del basso che inizia a freddo è difficile assai e Tagliavini è davvero impressionante. Gli altri solisti non sono da meno : le parti soliste della Nona non sono molto lunghe, ma spesso piuttosto ardue, e le due voci femminili di Maria Agresta e di Daniela Barcellona si combinano perfettamente, con momenti davvero esemplari. Nonostante i piccoli problemi di precisione nel seguire la linea beethoveniana, il tenore Antonio Poli da una prova lodevole e molto impegnata, e tutto sommato questo quartetto vocale è particolarmente convincente, così come il coro, preparato da Gea Garatti Ansini, che ci aveva un po' deluso nel Deutsches Requiem di Brahms diretto da Daniele Gatti all'inizio dello scorso febbraio. Ma la Nona fa visibilmente parte del suo repertorio, e allo stesso tempo si sente da tutti la volontà di segnare questa sera. L'apoteosi finale è un vero e proprio momento di grazia che conclude uno dei grandi eventi di questo eccezionale programma di luglio, magnificato dalla maestà del luogo.

Crediti foto : © Francesco Squeglia / Teatro di San Carlo
© Teatro di San Carlo/ sito web (Quattro solisti)

Autres articles

LAISSER UN COMMENTAIRE

S'il vous plaît entrez votre commentaire !
S'il vous plaît entrez votre nom ici