Gioachino Rossini (1792–1868)
La cambiale di matrimonio
Farsa comica in un atto
Libretto di Gaetano Rossi
Edizioni Casa Ricordi

Direttore DMITRY KORCHAK
Regia LAURENCE DALE
Scene e Costumi GARY McCANN

Tobia Mill CARLO LEPORE
Fannì GIULIANA GIANFALDONI
Edoardo Milfort DAVIDE GIUSTI
Slook IURII SAMOILOV
Norton PABLO GÁLVEZ
Clarina MARTINIANA ANTONIE

ORCHESTRA SINFONICA G.ROSSINI

Nuova coproduzione con Royal Opera House Muscat

Pesaro, Teatro Rossini, Prova generale riservata alla stampa, 6 agosto 2020, ore 15.30

Il Rossini Opera Festival ha dovuto ridimensionare la sua programmazione, come tutti i festival estivi in Italia. Era infatti impossibile offrire il programma previsto in particolare all'enorme Vitrifrigo Arena per un pubblico ridotto. L'unica produzione scenica di questa 41a edizione è La Cambiale di Matrimonio (la prima opera di Rossini ad essere rappresentata in un teatro, nel 1810), una farsa in un atto unico perfettamente idonea per il Teatro Rossini, ridisegnato in un modo simile a quello della Fenice, , con l'orchestra nella platea, svuotata dei suoi posti a sedere, e gli spettatori (limitati a 180 su un'eventuale capienza di 850) sparsi nei palchi. Una soluzione economicamente delicata, ma conforme al protocollo sanitario, per una produzione di alto livello, che verrà eseguita cinque volte durante il Festival, dall'8 al 20 agosto 2020.

Davide Giusti (Edoardo), Giuliana Gianfaldoni (Fanni) Carlo Lepore (Mill), Jurij Samoilov (Slook), Martiniana Antonie (Clarina), Pablo Gálvez (Norton), scene e costumi Gary McCann

Con una capienza così ridotta, la prova generale dello spettacolo ha fatto da presentazione alla stampa, e quindi il numero (ridotto) di biglietti messi in vendita per le rappresentazioni del Festival (aperto l'8 agosto) non rischia di essere ulteriormente ridotto dalla presenza di biglietti stampa. Il Festival si svolge in due luoghi : la Piazza del Popolo nel centro di Pesaro per i recital e i concerti, e per il tradizionale Viaggio a Reims, che chiude l'Accademia Rossiniana, e il Teatro Rossini, per La cambiale di Matrimonio.

Una piccola curiosità : la produzione de La cambiale di Matrimonio è stata affidata a due tenori, Laurence Dale che ha iniziato la carriera di tenore, e il direttore d'orchestra Dmitry Korchak essendo lui stesso un tenore, che ha una carriera parallela da tenore e da direttore d'orchestra perché ha avuto una doppia formazione in Russia. È direttore ospite principale del Teatro dell'Opera di Novosibirsk. Si tratta quindi di una produzione di tenori per un lavoro in cui i ruoli maschili principali sono un basso-baritono e un basso.

L'opera, che ha avuto un vero successo alla sua creazione, non è stata spesso ripresa : a Venezia, dove è stata rappresentata per la prima volta nel 1810, è arrivata alla Fenice nel 1910, e ci sono state dopo alcune produzioni sparse, fino alla prima produzione a Pesaro (nel 1991, dir : Donato Renzetti, regia di Luigi Squarzina, ripresa nel 1995, sotto la direzione di Yves Abel, poi nel 2006, sotto la direzione di Umberto Benedetti-Michelangeli). Si tratta quindi della quarta ripresa del titolo a Pesaro, ma di una nuova produzione, la seconda dopo la prima presentazione.

La storia è molto semplice : Fanni, figlia del ricco mercante Tobia Mill, è innamorata del giovane Edoardo Milfort, introdotto in casa dall'amministratore di Mill, Norton. Ma Tobia Mill ha firmato una vantaggiosa cambiale di Matrimonio con un ricco mercante canadese, Slook, che vuole prendere moglie e che arriva in Europa per prendere la sua proprietà. Fanni è quindi una merce che l'avaro Tobia Mill suo padre intende vendere a buon prezzo.

Quando arriva Slook, Fanni si rende insopportabile, e Slook non vuole davvero portare la ragazza in Canada. Allora Edoardo Milfort dice a Slook la verità, e quest'ultimo commosso dalla franchezza della giovane coppia e stupito che in Europa gli amanti non decidano il proprio destino, rinuncia a Fanni e gira La cambiale di Matrimonio a favore di Edoardo, che fa suo erede. Così Fanni sposerà comunque un uomo promesso alla ricchezza, e il vecchio Tobia Mill, brontolando, accetta l’accordo.
È un susseguirsi di arie, di ensemble, alla moda dell'epoca e dei compositori contemporanei (Mayr ecc..) con una maestria e un ritmo che pregiudicano il futuro successo di Rossini : lo spettatore di oggi ascolta ovviamente pensando a ciò che verrà dopo, mentre Rossini a 18 anni scrive pensando a compositori che l'hanno preceduto o più anziani e a generi alla moda.

Sono previsti 180 spettatori (su 850), uno o due per palco in un Teatro Rossini (bello come sempre) svuotato dei suoi posti di platea, dove l'orchestra è distanziata per rispettare il protocollo sanitario, così come la regia. La scenografia di Gary Mc Cann appare imponente e molto realistica : la facciata molto british di una casa a due piani, l'intera scenografia sarà quella di mostrare l'interno come una casa di bambole ; nel libretto, l'opera si svolge nella cornice unica di un salotto, qui, l'ambientazione unica è la casa, con le sue stanze e gli annessi, e anche alla fine, un giardino romantico, tutto funziona molto bene, con cambiamenti fluidi ed eleganti.

Davide Giusti (Edoardo), Giuliana Gianfaldoni (Fanni), Carlo Lepore (Mill), Pablo Gálvez (Norton) Jurij Samoilov (Slook), Martiniana Antonie (Clarina), scene e costumi Gary McCann

Lo scopo della regia di simile libretto non è quello di essere cerebrale, ma di creare un'ambientazione piacevole, leggibile, simpatica, curando la recitazione e i movimenti, facendo sì che i protagonisti si incrocino senza mai toccarsi. Nessuna satira della messa in scena "moderna" come in Wildbad nel 2018, ma un semplice, chiaro e vigile svolgimento della farsa, con costumi graziosi, un po' ridicolo per Tobia Mill, un po' più rude per Slook : In Canada, all'epoca, c’è senz’altro più dimestichezza con i cacciatori che con le giovani ragazze di buona famiglia – ecco il messaggio caricaturale inviato dal libretto.  Lo adatta il regista Laurence Dale, che fa vedere Slook sbarcando con un servo maleducato, e un orso, un po' selvaggio all'inizio, che finì per essere domato e persino cucina per la famiglia (sembra l’orso del Siegfried di Wagner visto dal regista Castorf in Bayreuth 2013). È bello, è piacevole, è elegante da guardare e soprattutto funziona bene.

La farsa era un genere molto apprezzato dal pubblico dell'epoca, e il successo fu indubbiamente dovuto non solo alla musica alla moda di Rossini, ma anche al libretto di Gaetano Rossi (che firmerà anche Tancredi e Semiramide, due momenti chiave del percorso di Rossini) e agli eccellenti cantanti riuniti all'epoca. Per funzionare bene, un'opera in un atto unico non deve funzionare solo su una drammaturgia impeccabile, ma anche su arie dimostrative che possano stimolare immediatamente l'interesse del pubblico, perché le storie dei vecchi che impediscono ai giovani di vivere la loro vita sono numerosi nel teatro, e questo ricorda anche Molière. Rimaniamo comunque all'interno dei temi della commedia media, conosciuta fin dal latino Terenzio.

La storia è un cliché, ma per avere successo deve essere ben organizzata, con personaggi positivi, tranne il vecchiotto che tutti cercano di aggirare. Resta il fatto che, al di là della farsa, la trama tocca la questione dello status delle donne e delle ragazze da sposare (questo Molière ne parlava già nelle sue commedie) ma anche, e questo è forse più nuovo, sotto lo sguardo e i commenti degli stranieri, il canadese che viene da un paese con una morale più naturale e diretta dove i padri non costringono le figlie (Ma che paese è questo ! Anche i padri che sforzano le figlie !) e dove uno dei problemi è l'incrocio tra Europa e America (come mostrato nella scena XI (Mill : Signor americano!/Slook : Signor Europeo ! . Sono sotto sotto i risultati dei racconti di viaggio, i riflessi dell’Illuminismo (Montesquieu, Voltaire ecc…) e la sottile costruzione di una civiltà americana che la recente indipendenza degli Stati Uniti ha messo in evidenza. La trama può essere banale e attesa, ma è ben lungi dall'essere culturalmente irrilevante.

Dmitry Korchak sul podio offre una lettura piuttosto sinfonica (la presenza dell'orchestra in sala conferisce al suono una certa importanza) e benché cantante, non sostiene sempre perfettamente i cantanti , ma trattandosi della prova generale,  forse le cose si sistemeranno meglio durante le repliche. L’insieme però è affrontato con relativa precisione, ma senza troppa vivacità. La musica in sé, seppur gioiosa, non ha quella leggerezza o follia che si ritroverà più tardi nelle opere buffe di Rossini e l’approccio di Korchak non induce ad alleggerire ; l'ouverture inizia con un accordo che ricorda nella sua relativa solennità quello iniziale del Flauto magico di Mozart. La musica di Rossini è comunque molto abile, alternando arie, duetti, terzetti, senza ancora i famosi crescendo né troppe “acrobazie” musicali, ma aderendo perfettamente alla drammaturgia e al testo, respirando vita, con una spiccata ironia : L'umorismo è ovviamente un punto di partenza per il genio di Rossini, e questo non sembra opera di un principiante, ma di un musicista che sa già gestire, valorizzare, arrangiare, e che ha ascoltato i suoi maestri non per imitarli, ma per ottenere ciò di cui ha bisogno per la propria creazione e la propria originalità, insomma, che ha digerito tutto ciò che gli serviva sapere per volare sulle proprie ali. E Korchak, che conosce bene questo repertorio, dopo averlo cantato e diretto (Cenerentola a Mosca), avrebbe potuto fare di più per valorizzarlo.
Il suono della lodevole Orchestra Sinfonica G.Rossini è indubbiamente reso in modo speciale dalla sistemazione dei musicisti in platea, ma è sempre molto caldo, chiaro, rotondo.

Giuliana Gianfaldoni (Fanni) Martiniana Antonie (Clarina

Nell’insieme la compagnia di canto è di altissima qualità, deliziosa la Clarina di Martiniana Antonie che esce con gli onori dal suo malizioso Anch'io son giovine e buono l'allerta Norton di Pablo Gálvez. In questa farsa il tenore non ha un ruolo o un'aria importante, ma una presenza regolare sul placoscenico, e Davide Giusti (che era all'Accademia Rossiniana qualche anno fa) è bravo per quello che ha da cantare. I veri protagonisti sono il padre (Tobia Mill), la figlia Fanni (Giuliana Gianfaldoni) e l'uomo del Canada (Slook) (Jurij Samoilov).

Jurij Samoilov (Slook) Carlo Lepore (Mill) et l'orso

Carlo Lepore, in grande forma dà a Tobia Mill un carattero ovviamente buffo, ma senza visione ridicola, anche se i costumi disegnati per lui da Gary McCann potrebbero contribuirvi. La voce porta bene, la dizione è impeccabilmente chiara, e occupa il palcoscenico con una bella forza : si sente l'esperienza e la padronanza della voce e dello stile.
Jurij Samoilov, un cantante con una certa esperienza anche lui, però un po' più giovane, ha la voce chiara, sonora, con una spiccata espressività che sa dare colore e senso delle parole. È molto impegnato nella recitazione. Una bella prestazione. Una bella accoppiata di due personaggi contrapposti ed evidenziati da una regia che gestisce bene i caratteri.

Giuliana Gianfaldoni (Fanni)

Last but not least, il centro del dibattito, Fanni, cantata dalla giovane Giuliana Gianfaldoni : non occorre essere un grande veggente per capire che si tratta di un futuro soprano lirico di riferimento. Ha l'aria più difficile nella partitura Vorrei spiegarvi il giubilo. La prestazione è a sua volta brillante, lirica, sobria, delicata, con una linea vocale sicura, un bel sostegno sul soffio, cadenze e agilità tecnicamente impeccabili, acuti e sovracuti perfettamente al loro posto, con una bellissima omogeneità vocale. Nell'Accademia Rossiniana l'anno scorso, ha cantato Corinna di Viaggio a Reims, è per me la bella scoperta della serata, pronta per una carriera rossiniana e non solo. Un nuovo cigno nasce a Pesaro.

Ecco una produzione fatta con cura, e che fa onore a un'opera che merita l'interesse dei teatri, anche se Stendhal preferiva L'inganno felice, c'è in questa prima farsa qualcosa di particolarmente seducente e che mantiene lo spettatore in gioia.

Purtroppo per indisposizione di Marianna Pizzolato, siamo stati privati della prima parte dello spettacolo, la Cantata Giovanna D'Arco (1832) nell'orchestrazione di Salvatore Sciarrino. Con questa bella produzione de La cambiale di Matrimonio abbiamo comunque fatto buon viso a cattivo gioco.

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