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Charlotte Salomon, Vita ? o Teatro ?, Castelvecchi editore, in uscita il 14/11/2019, prezzo di copertina : 150 euro. Offerta lancio fino al 31/01/20 : 115 euro

© Collection Jewish Historical Museum, Amsterdam
© Charlotte Salomon Foundation

 La casa editrice romana Castelvecchi manda in libreria l'opera eccezionale di Charlotte Salomon, pittrice e letterata ebrea morta a soli ventisei anni nel campo di sterminio di Auschwitz : Vita ? o teatro ? Un Singspiel. La definizione di “Singspiel” è giustificata dalla presenza nella storia narrata di musiche di vario tipo : dal repertorio classico alla musica popolare tedesca, concepite come parte integrante della “forma”. Settecentottantuno splendide tavole danno concretezza visiva a una storia straziante di creazione artistica ai tempi delle persecuzioni contro gli Ebrei.

Riscoprendo un tesoro dell'arte e della musica conservato nello Jewish Historical Museum di Amsterdam, e pubblicandolo per la prima volta in Italia in versione integrale, la casa editrice Castelvecchi manda in libreria l'opera stupefacente dell'artista ebrea, morta a Auschwitz a soli ventisei anni, Charlotte Salomon. Il titolo dell'opera è Vita ? o teatro ? Un Singspiel, ma qualunque definizione di genere appare inadeguata a sintetizzare lo specifico artistico di questo lavoro. L'autrice, berlinese di nascita ma poi rifugiata in Francia e da qui deportata nel campo di sterminio, sottotitola la sua opera “Singspiel” indicando la presenza costitutiva della musica, ma bisogna capire esattamente a quale tradizione fa riferimento. Vita ? o teatro ? non rientra infatti nel solco maggiore del Singspiel cui appartiene, per esempio, il settecentesco Il Flauto magico, o in quello ottocentesco cui afferiscono Undine di Hoffmann oppure il Freischütz di Weber, caratterizzati tutti dalla presenza determinante dell'elemento fantastico, per cui la storia si dipana tra sirene, maghi, creature demoniache, pallottole fatate e l'epilogo vede infallibilmente le forze del Bene prevalere su quelle del Male. Qui l'ambientazione è realistico-contemporanea e la parola “Singspiel” fa pensare a una diversa declinazione di tale concetto : quella, per esempio, in cui si riconosce L'opera da tre soldi di Brecht e Weill, dove non c'è traccia di fantastico e soprattutto la musica non agisce come codice dominante. La musica nel lavoro di Salomon ha sì un ruolo determinante, ma più come corredo, inserto, completamento, che come infrastruttura capace di organizzare il senso. Nelle opere d'arte in cui si sovrappongono codici diversi – visivo, letterario, musicale –, sebbene il senso complessivo risulti dall'interazione dei diversi codici, uno di questi deve essere prevalente sugli altri e qui il codice visivo è dominante rispetto agli altri due se non altro quantitativamente. Vita ? o teatro ? assomma infatti settecentottantuno tempere straordinariamente belle che raccontano l'azione, di chiara matrice autobiografica, come potrebbero farlo le illustrazioni di un fumetto, quadro dopo quadro.

Detto in altre parole, l'azione accade essenzialmente in immagini, dove il testo – metà didascalia, metà dialogo di fumetto, metà libretto – e la musica si dispongono come strati di simboli vicari, sebbene indispensabili. Il tratto della Salomon pittrice, ultima studentessa ebrea dell'Accademia di Belle Arti di Berlino prima dell'inizio delle persecuzioni, rimanda alla lezione di  Matisse, di Chagall e di Modigliani come riferimenti immediatamente evidenti, con un uso espressionistico del colore e una gerarchia espressiva dove il rosso ha la maggiore portata simbolica. Ma nei quadri dell'artista berlinese, che piega il messaggio della sua opera a raccontare la sua vita e, metalinguisticamente, lo stesso atto creativo, si nota anche la tradizione dell'illustrazione tedesca, dei vignettisti satirici della Repubblica di Weimar, forse con un occhio a Emil Preetorius. La compresenza di modelli “alti” e di forme d'arte più popolari come la vignetta trapassa anche in musica : Salomon prevede che l'azione si svolga sulle note di Mozart, di Brahms, di Bizet, del beethoveniano Inno alla gioia, dell'Orfeo di Gluck, di un'aria di Méhul, di un Lied di Schubert, ma anche di canzoni popolari tedesche che circolavano in quel ribollente caleidoscopio creativo, un vero laboratorio delle streghe, che fu la cultura di Weimar. Forse, su tutto, si direbbe che prevalga il tono tragico-grottesco, quel particolare tono febbricitante che l'arte assume quando non c'è più niente da fare : un elemento che farebbe pensare anche a Wedekind e alla trasposizione musicale dei suoi drammi per mano di Berg.

Vita ? o Teatro ? è caratterizzata, come molti prodotti del periodo che ha prima incubato e poi fatto esplodere il morbo nazista, da una grande urgenza espressiva : come se l'arte, forse presentendo come la Ragione occidentale giunta al suo culmine si sarebbe presto rovesciata in una barbarie mai vista nella storia del mondo, tentasse un'ultima carta per riportare la cultura nel segno e nel solco del Progresso, strappandola con la forza al flirt irresponsabile con le forze del Male. Quello che colpisce sono però le dimensioni di quest'opera. Non basta dire, infatti, che siamo di fronte a un Singspiel : la categoria che pare più opportuna per descrivere l'opera della Salomon è “Gesamtkunstwerk”, opera d'arte totale, gigantesco organismo artistico che aspira a coincidere con il mondo mentre lo mette in scena (e il mondo è proprio quello dei suoi tempi, con la deportazione degli ebrei raccontata in tempo reale). Dunque, per mettere in scena la storia di una giovane artista ebrea (in cui evidentemente si rispecchia), Salomon chiama a raccolta la pittura, la poesia e la musica, realizzando in pieno Novecento – siamo tra il '41 e il '42 – un'opera d'arte totale che ha come unico precedente il teatro di Wagner. Dolci sono le vendette della Storia. Chissà cosa avrebbe detto l'autore del famigerato Il giudaismo nella musica se avesse potuto vedere l'opera di un'artista ebrea attingere vertici così alti. Cosa avrebbe commentato lui, che sosteneva come l'Ebreo fosse “intimamente ed essenzialmente incapace di espressione artistica”, e che “se questo modo peculiare di parlare degli Ebrei li rende incapaci di esprimere in modo artistico i loro sentimenti e le loro concezioni tramite il discorso, ancor più essi sono incapaci di esprimere queste concezioni e questi sentimenti attraverso il canto … È ovvio che la ripugnanza nei confronti della natura ebraica giunge al suo culmine proprio nel canto poiché questo è senza dubbio l'espressione più viva e più autentica della sensibilità personale”. L'ebrea Charlotte Salomon è un talento purissimo dell'arte spezzato da quelli che hanno raccolto e messo in pratica gli sproloqui di Wagner – che tuttavia, siamo convinti, sarebbe ammutolito per sempre se avesse mai potuto sospettare quale integrale applicazione politica avrebbe avuto il suo antisemitismo culturale, tanto opportunistico e insincero quanto profondamente colpevole. Vita ? o teatro ?, consegnata da Charlotte al suo medico, passata in varie mani e arrivata fino a noi fortunosamente, non vale solo come documento di un'epoca : ha la densità delle grandi opere d'arte, la capacità di inarcarsi sopra il destino di un individuo e di un popolo per far giungere fino a noi la scintilla di quello che non può essere né negato, né soppresso, né eliminato, lo Spirito.

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Sara Zurletti
Sara Zurletti si è diplomata in violino e laureata a Roma in Lettere con tesi in Estetica. Ha poi conseguito un dottorato di ricerca all'Università Paris 8. Ha insegnato nella stessa università "Teoria dell'interpretazione musicale" e poi, dal 2004 al 2010, Estetica musicale all'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli e Pedagogia musicale all'Università di Salerno. Ha pubblicato "Il concetto di materiale musicale in Th. W. Adorno" (Il Mulino, 2006), "Le dodici note del diavolo. Ideologia, struttura e musica nel Doctor Faustus di Th. Mann" (Biblipolis 2011), "Amore luminoso, ridente morte. Il mito di Tristano nella Morte a Venezia di Th. Mann" (Castelvecchi), e il libro-intervista "Ars Nova. ventuno compositori italiani di oggi raccontano la musica" (Castelvecchi 2017). Attualmente insegna Storia della musica al Conservatorio "F. Cilea" di Reggio Calabria.
Crediti foto : © Collection Jewish Historical Museum, Amsterdam
© Charlotte Salomon Foundation 

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