Leonard Bernstein (1918–1990)
West Side Story
Dramma lirico in due atti su idea di Jerome Robbins, libretto di Arthur Laurents, lyrics di Stephen Sondheim da Romeo e Giulietta di William Shakespeare.
Orchestrazione di Leonard Bernstein, Sid Ramin, Irwin Kostal
Prima assoluta il 26 settembre 1957, New York , Winter Garden Theater – Broadway.
Orchestra e Coro dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Direzione : Antonio Pappano
Nadine Sierra : Maria
Alek Shrader :  Tony
Tia Architto :  Anita
Mark Stone :  Riff
Aigul Akhmetshina :  Rosalia
Francesca Calò :  Consuelo
Marta Vulpi :  Francisca
Andrea D'Amelio :  Bernardo
Andrea Giovannini :  Action
Kris Belligh :  Baby John, A‑rab, Snowboy, Big Deal, Diesel
Maestro del coro : Ciro Visco
Auditorium Parco della Musica – Roma, 14 octobre 2018
Nadine Sierra

Fedele a Roma dove venne con regolarità per quarant’anni, Leonard Bernstein è stato festeggiato alla grande dall’Accademia Nazionale di Santa Cecilia che in ottobre ha proposto per tre giorni di seguito West Side Story, diretto da un fantastico Antonio Pappano a capo di un cast eccellente.

 

Leonard Bernstein quest‘anno avrebbe compiuto cent’anni e tanti teatri hanno colto l’occasione per commemorare l’opera di uno dei più grandi direttori e compositori del Novecento. Non tutti, però, hanno avuto la fortuna di avere a disposizione il talento e la competenza di un maestro come Antonio Pappano, molto legato a Bernstein, con cui tra l’altro ha avuto il privilegio di collaborare a Tanglewood all’inizio degli anni ottanta, per rendere un omaggio vibrante alla sua memoria e alla sua musica.
A oltre cinquant’anni dalla creazione dell’opera, a Broadway nel 1957, e dal successo mondiale riscontrato dalla fiammeggiante versione cinematografica di Robert Wise con Nathalie Wood nel 1961, la geniale partitura di Bernstein continua a sorprendere per la sua audacia e modernità, che rendono West Side Story la quintessenza del Musical americano, che riunisce teatro, canto e danza.

Antonio Pappano

Ammiratore dell’uomo Bernstein, Pappano non ha nessuna difficoltà a trasmettere la sua passione ai musicisti dell’orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, che si lasciano andare alla trepidante scrittura dell’opera. Il pubblico, pur conoscendo ogni aria, pur anticipando ogni numero o aspettando con impazienza il proprio brano preferito, rimane comunque affascinato da questa orchestrazione smagliante eppure mai vistosa, e entusiasmato dalla vivacità dei tempi, dalla flessibilità e dalla precisione degli stessi, incapace di scegliere tra la tenerezza spaesata della famosa scena del balcone “ Tonight”, la fenomenale polifonia vocale del finale del primo atto, la bellezza sublime di “Somewhere” oppure le inuguagliabili sequenze  ballate diventate un classico, immortalate dal coreografo Jerome Robbins.

Pappano che si diverte ad interpretare il padre di Maria e poi un poliziotto, è completamente preso dall’esecuzione perfettamente calibrata e nello stesso tempo segnata da una libertà totale che, mentre ribolle un’incredibile energia sempre sotto controllo,  svela l’arte e la magia di Bernstein, uno dei rari ad essere riuscito a trasporre Shakespeare nell’America del proprio tempo, senza mai tradirlo ma trasgredendolo in continuazione per trarne il meglio.

Nadine Sierra canta Maria con freschezza e spontaneità, con voce giovane e corposa, evitando di mettere in primo piano la “voce d’opera” che finirebbe per nuocere allo spirito dell’opera e per snaturare il profilo ingenuo e puro della giovane portoricana.

Alek Shrader (Tony) e Nadine Sierra (Maria)

Alek Schrader, malgrado qualche problema col microfono che ha fatto dubitare della sua voce, leggera assai, sa far vedere vere qualità per timbro e interpretazione, in particolare in “Maria”, con una linea di canto controllata, e sa far valere una reale sensibilità nell’interpretazione del ruolo di Tony.
Basta che Aigul Akhmetshina (Rosalia) apra bocca per incantare il pubblico con un “Somewhere” di incredibile profondità, mentre l’Anita di Tia Architto ha temperamento latino per antonomasia. Mark Stone è un’eccellente Riff, Andrea Giovannini un Action convincente così come Kriss Belligh che canta i ruoli di Bay Jon, A‑Rab, Snowboy, Big Deal e Diesel, mentre ciascun membro del coro di Santa Cecilia infiamma l’Auditorium Parco della Musica.

 

 

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