Pëtr Il'ič Ciajkovskij (1840–1893)

Il Lago dei cigni 

Balletto in quattro quadri
Coreografia Marius Petipa & Lev Ivanov (adattamento di Konstantin Serge’ev)

Corpo di ballo del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo

Odette/Odile : Olesya Novikova 
Siegfried : Philipp Stepin

Rothbart : Vitaly Amelishko

16 dicembre 2017, ore 14.30, Teatro Regio di Torino

Il Mariinskij porta il « suo » Lago dei  cigni in residenza a Torino. Niente di originale, certo, ma quando ci danza, cinque anni dopo la sua ultima prestazione nel ruolo dei ruoli, una delle ballerine più emblematiche e affascinanti del nostro tempo, Wanderer si precipita per scrivere qualche riga innamorata sull’avvenimento ! E se Olesya Novikova s’iscrivesse nella genealogia gloriosa di questo ruolo mitico ? Avrà ormai vocazione ad incarnare il Cigno in modo più ricorrente ? Ci auguriamo in ogni caso di avere la fortuna di approfittarne ancora a lungo !

Il vergine, il vivace e il bello oggi d'un colpo
d'ala ebbra quest'obliato, duro
lago ci squarcerà, sotto il gelo affollato
dal diafano ghiacciaio dei non fuggiti voli !
-
Un cigno d'altri tempi si ricorda di sè
che si libra magnifico ma senza speranza
per non aver cantato l'area stanza ove vivere
quando splendè la noia dello sterile inverno.
-
Scuoterà tutto il suo collo quella bianca agonia
inflitta dallo spazio all'uccello che lo rinnega,
Ma non l'orrore del suolo che imprigiona le piume.
-

Fantasma che a questo luogo dona il suo puro lume
s'immobilizza al gelido sogno di disprezzo
di cui si veste in mezzo all'esilio inutile il Cigno.
-
Stéphane Mallarmé

 

Quale opera, più che Il Lago dei Cigni, potrebbe incarnare, solo evocando il suo nome, l’evidenza d’una certa immagine – una certa idea, direi – del balletto classico ? Si vede alla recente lettura di una classifica ((Studio statistico del sito bachtrack.com : https://bachtrack.com/files/73898-Classical%20music%20statistics%202017-FR.pdf)): Lo Schiaccianoci, – i cui avatar sempre più numerosi riempiono tradizionalmente i teatri quando Natale si avvicina- , e Il Lago dei Cigni rimangono inevitabilmente in testa ai cartelloni coreografici dei teatri di ogni tipo. Anche il Balletto dell’Opera nazionale di Parigi, la cui identità classica svanisce sempre di più, riprenderà prossimamente Il Lago, unica offerta ai Numi di un repertorio cosiddetto storico, in una futura stagione il cui colore ignora o addirittura disprezza ogni tipo di riflessione sul patrimonio. Inoltre, se c’è un’opera indissolubilmente legata al Balletto del Teatro Mariinskij, è proprio Il Lago, la cui versione pietroburghese, elaborata da Marius Petipa e Lev Ivanov, rimane il fondamento immarcescibile delle riletture più variegate e delle forme più originali ((Originali e anche fantasiose : tra vari esempi, si pensa ad un Lago dei Cigni sul ghiaccio, con il campione popolare di pattinaggio Philippe Candeloro, che trionfa in ogni parte del mondo)). C’è pertanto sempre per l’amante del balletto qualcosa di molto commovente a ritrovare, su qualsiasi palcoscenico del mondo, questo monumento del patrimonio mondiale interpretato dal balletto del Mariinskij in questa versione di Konstantin Serge’ev che sta in cartellone da più di settant’anni.
In occasione di una residenza particolarmente significativa al Regio di Torino, il Mariinskij offriva otto rappresentazioni del Lago. Niente di eccezionale insomma per una Compagnia che fa molte tournées, in cui almeno una serata propone questo balletto…ma…da più di cinque anni Olesya Novikova, prima solista della compagnia, non aveva interpretato il ruolo tra i ruoli, Odette/Odile. Gli appassionati parigini si ricordano con emozione il 14 e 17 luglio 2010, quando, invitata dagli Etés de la danse et dal Balletto di Novissibirsk, fece il suo debutto nella parte, a fianco di Leonid Sarafanov al Teatro dello Châtelet. Da allora – scelta personale, scelta artistica in una compagnia che rimane comunque legata alla nozione di impiego, scelta politica del direttore Fate’ev ? – Mademoiselle Novikova non interpreterà che una volta il ruolo al Mariinskij ((Debutto al Mariinskij le 18 juin 2011,  con Alexander Serge’ev – in seguito, il 23 e 25 giugno 2011, al Teatro Real di Madrid, Olesya Novikova sarà di nuovo invitata dal Balletto di Novosibirsk ad interpretare il ruolo, sempre al fianco di Leonid Sarafanov, con il quale aveva debuttato a Parigi )), oltre ad una seconda volta a Seul durante una tournée, nel 2012 ((Tournée de Balletto del Teatro Mariinskij al Sejong Center for the Performing Arts, 13 novembre 2012, a fianco di con Kim Kimin.)).

Olesya Novikova : Odette in Seul, 2012

Ballare Odette/Odile al Mariinskij non è cosa innocua ; non è da tutti – Mademoiselle Novikova ne sa qualcosa -, ed è angosciante perché si tratta di iscriversi in una lunga storia nella quale le leggende abbondano già. La sfida è ancor più stimolante dal momento che l’ultima Odette/Odile che abbia inscritto il suo nome nella storia del ruolo, Ouliana Lopatkina, ha annunciato il suo ritiro definitivo dalle scene il 16 giugno scorso. Due pomeridiane erano riservate a Novikova a Torino.  Fin dal suo ingresso all’atto II, si ritrova questa ballerina unica, che preferisce all’immediatezza dell’effetto il fascino irresistibile dello stile, che si sottrae ai modernismi pesantemente evidenziati per scegliere trascurate, infinite  nuance. Stupisce effettivamente l’ingresso in scena, dove i ports-de-bras sembrano quasi timidi rispetto all’ampiezza delle ondulazioni del corpo. Affascinante adagio, dove tutto non è che sospiri e respiri, e che dà corpo a questa malinconia infinita dalla quale nascerà l’amore.
Nessun arabesco dimostrativo in questa prestazione, nessuna gamba inutilmente alzata ; tutto ciò sembra quasi emerso da un’altra epoca, tanto sembrano sfidati i modi tecnici del momento (beneficio dell’insegnamento di Olga Moise’eva?) Ogni traccia di tecnica passa in secondo piano rispetto alla singolarità della caratterizzazione della Novikova, pensata e costruita in modo meraviglioso. Si offre agli sguardi una Odette cosi poetica, esprimendo una tenerezza condivisa dal principe con un’evidenza che si svela fin dal primo sguardo. Oh questi occhi…!
E se il segreto di Olesya Novikova fosse nello sguardo ? L’immensità, l’intensità, l’espressività di questo sguardo che dice tutto, ritratto su questo viso di porcellana ?  C’è in questa fragilità dello sguardo una sorta di ingenuità che ricorda la sua Giselle, ruolo del quale la Novikova, insieme a Natalia Osipova, è senza dubbio la più grande interprete attuale.

 

Olesya Novikova, Philipp Stepin, 16.XII.2017 (© crédit photo : Wanderersite.com)

È in questo stesso sguardo – tanto negli sguardi ammiccanti e provocanti quanto in questi occhi che guardano dall’alto con autorità- che si proietta ancora di più l’Odile sovrana del terzo atto, dove rende la misura di tutte le sue potenti possibilità tecniche. Che contrasto tra Odette e Odile ! Si direbbero quasi due ballerine diverse : ricorda quel che avevano immaginato Alexander Gorskij oppure Agrippina Vaganova ((Alexander Gorskij, già ballerino del Mariinskij diventato direttore del Balletto del Bolshoi metterà in scena 4 produzioni diverse del Lago ; in una produzione creata il 29 febbraio 1920 che avrà solo 16 rappresentazioni, affiderà le parti di Odette e Odile rispettivamente a Elena Illiouchtchenko e Maria Reizen. Agrippina Vaganova riprenderà quest’idea a San Pietroburgo nel 1933 in una produzione che vedrà la leggendaria Galina Oulanova debuttare come Odette mentre Mademoiselle Jordan interpretare Odile))

Doubles tours molto eleganti son inseriti tra tre o quattro fouettés , perfettamente scanditi e eseguiti, con una musicalità che non lascia nessun spazio ad effusioni da circo, ma che non può  che sedurre il Principe.
Il Principe è interpretato da Philipp Stepin, tipico esempio di questi Principi del Kirov dalle linee nobili e altere. Serge’ev non è Nureyev e il ruolo di Sigfrido non è così sviluppato come quello della versione parigina del Lago. Il Principe è prima di tutto un partner anche se gli sono affidate due grandi variazioni. Stepin, stilisticamente in sintonia con Novikova, non rincara mai e offre una prestazione formalmente vicina alla perfezione.

Olesya Novikova, Philipp Stepin, saluti atto III, 16.XII.2017 (© Wanderersite.com)

Perfezione formale : ecco quello che offre in questa pomeridiana il corpo di ballo del Mariinskij negli actes blancs. Emerge dal respiro collettivo dell’insieme, lontano da ogni rigidità, una forma di sorprendente magia estetica. Anche se la tenerezza del ballettomane parigino riferita al quarto quadro composto da Nureyev perdura, la qualità dell’esecuzione è tale da lasciarsi invadere dall’emozione di queste forme sopra le quali galleggia una Novikova eterea e fuori dal tempo. Da far dimenticare il happy end che ha suscitato tanti commenti, e che il Mariinskij continua ad imporre a chi è affezionato all’editio princeps dell’opera. ((L’argomento primitivo del Lago di Ciaikovkij era principalmente ispirato alla Favola dello Tsar Saltan di Pushkin ; una delle differenze introdotte da Ciaikovskij era la conclusione, che voleva tragica. La trama del 1877 si conclude così : “ “Cos’hai fatto ! Ti sei perso e mi hai persa. Sto morendo ! ”, dice Odette cadendo nelle braccia del Principe, e sopra i ruggiti del tuono e il rumore delle onde, si alza l’ultimo canto del cigno, pieno di tristezza. Le onde ricoprono a poco a poco il principe e Odette, che spariscono sotto l’acqua. La tempesta si calma, si sentono solo da molto lontano ormai deboli ruggiti del tuono ; la luna trafigge con la sua pallida luce le nuvole che si dissipano e sul lago ormai pacificato appare un gruppo di cigni bianchi.”))

Olesya Novikova, Odette, 16.XII.2017 (© Wanderersite.com)

Tutto ciò – Olesya Novikova, Philipp Stepin e il corpo di ballo – sarebbe bastato a fare di questa rappresentazione una pietra miliare.
Tuttavia, conseguenza di un calendario dal ritmo frenetico sulle scene del Mariinskij, e della preparazione della residenza a Baden-Baden – si, le forze della Compagnia permettono questo genere di fantasia- non si può dire che i solisti più famosi siano stati mobilitati per questi Laghi torinesi. L’atto II (oppure il terzo quadro) ne risente di più al nostro parere, dove si succedono danze di carattere un pochino insipide e senza l’energia che ci si potrebbe aspettare. Anche il Pas de trois del primo quadro rimane molto approssimativo, mentre dovrebbe lanciare la dinamica della rappresentazione. Eviteremo di confrontare Vitaly Amelishko con i grandi Rothbart del Mariinskij, con i quali la perfezione delle sue linee fin troppo principesche e la modestia dell’esplosività rendono impossibile competere.

 

Crediti foto : © Sunkyung Jang (Odette a Seul)
© Wanderersite.com (rappresentazione di Torino)
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